Il futuro della Chiesa è nell'Eucarestia e Maria
Un portale canadese riferisce di una conversazione di un vescovo col Papa, nella quale si esclude l'Eucarestia dal futuro della Chiesa a vantaggio solo della Parola di Dio. E' una prospettiva che meriterebbe una smentita da parte della Sala Stampa. Perché il futuro della Chiesa è segnato: dalla centralità della messa come testimonia il sogno di don Bosco.
Il portale canadese di lingua francese Radio-Canada.ca riporta un'intervista con il vescovo di Rouyn-Noranda, mons. Dorylas Moreau, il quale riferisce nei termini che seguono la risposta che gli sarebbe stata data da papa Francesco a una sua preoccupazione circa la mancanza di sacerdoti nelle piccole comunità: «Senta, Lei dimentica due cose: il futuro della Chiesa è più attorno alla parola di Dio che attorno all'Eucaristia"». Per la parola di Dio, prosegue l’arcivescovo riportando il pensiero del Papa, «non c'è necessariamente bisogno di sacerdoti per esprimerla e metterla in opera nei nostri ambienti». Il Papa, secondo mons. Moreau, avrebbe «insistito molto sulle opere di misericordia. Ma questo è nuovo, è fare il bene, prendersi cura dei poveri, essere aperto sul piano della giustizia, ecc. E questo che darà la testimonianza della Chiesa».
Questa è una notizia per la quale attendiamo con viva ansia un'immediata smentita o una precisazione da parte di chi di dovere. Da queste parole, infatti, potrebbe sembrare che il Papa veda, nel futuro della Chiesa, l’Eucaristia passare in secondo piano per mettere al centro incontri di preghiera per ascoltare la parola di Dio. Il sacrificio eucaristico, vale a dire la Messa, finirebbe poi per scomparire del tutto, poiché molti penserebbero che ciò favorisce un cammino comune con i protestanti. Questo è del resto ciò che fanno non pochi cattolici in Germania, che vanno a domeniche alterne alla Santa Messa e alla funzione luterana, quasi che una valesse l’altra. In entrambe, così essi pensano, i fedeli cristiani si riuniscono per ascoltare la parola di Dio.
Non è buona cosa che dalla bocca del Papa escano tali “profezie”, quasi che tutto questo fosse ineluttabile, e dopo tutto quasi accettabile.
Vale la pena quindi ribadire che la Santa Messa, riproposizione incruenta della Passione e della morte in Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, è il centro della vita del cristiano, e non è sostituibile, quanto a valore, da un ascolto qualsiasi della Parola di Dio o incontro di preghiera, e ciò vale e varrà sempre, indipendentemente dal numero di sacerdoti che operano tra i fedeli.
Per una completa e vera testimonianza cristiana non è sufficiente neppure la sola carità verso il prossimo - sarebbe solo ed esclusivamente una testimonianza umana - giacché essa deve essere compiuta in comunione con il sacrificio redentivo di Cristo.
Essa infatti non sostituisce né la Santa Messa né la preghiera, poiché il Primo Comandamento è l'amore per Dio, seguito da quello che esige l'amore per il prossimo, il quale rappresenta la naturale e immediata conseguenza - ma solo una conseguenza – del vero amore che abbiamo per Dio con tutto il nostro essere. Così come non c'è amore per Dio se non si amano i fratelli, egualmente non c'è amore per i fratelli se al centro della nostra vita non c'è Dio, e se manca la celebrazione eucaristica che ripropone il supremo atto di amore e di misericordia di Gesù Cristo, Dio fatto uomo. Infatti è proprio dal nutrirsi del Corpo e del Sangue del Signore che riceviamo la forza, tra l’altro, per prenderci cura dei poveri, che non sono solamente le persone che versano in difficoltà di natura economica, bensì anche quelle che non conoscono l’amore di Dio.
Un esempio in questo senso ci viene dato dai martiri cristiani di Abitina, in Africa, che nel III-IV secolo dicevano al giudice che li stava per condannare a morte: «Sine dominico non possumus», intendendo per “domenica” la celebrazione eucaristica che si celebrava il giorno del Signore.
La riforma liturgica postconciliare ha di fatto reso non più evidente, come lo era prima, la totale trascendenza e alterità di Dio rispetto all'uomo, nonostante le quali, per la sua infinita misericordia, il Dio fatto uomo si fa pane e vino per nutrirci del suo Corpo e Sangue.
Tale processo è poi proseguito con la Comunione distribuita sulla mano dei fedeli, e con lo spostamento del tabernacolo dal centro dell'altare in angoli spesso invisibili delle chiese e altre numerose modifiche liturgiche che vanno nella medesima direzione. Ora moltissimi fedeli fanno la Comunione senza confessarsi o confessarsi bene - don Leonardo Maria Pompei, un parroco della Diocesi di Latina noto per le sue catechesi e omelie molto ascoltate sul web, dice che secondo la sua esperienza pastorale l'80% dei fedeli che si recano a fare la Comunione non si sono confessati bene, e farebbero bene a non alzarsi neppure dai banchi.
La situazione è ulteriormente peggiorata dopo Amoris Laetitia. Molti fedeli che vivono situazioni irregolari non sanate, per ricevere la Comunione, dalla decisione di vivere in castità assoluta, vengono accolti a fare la Comunione, e delle coppie che continuano a osservare l’obbligo di castità testimoniano di come ormai moltissimi sacerdoti li invitino a vivere come se fossero sposati in chiesa, poiché con l’esortazione post-sinodale di papa Francesco, asseriscono questi sacerdoti, tutto sarebbe cambiato.
Così come in altri Paesi occidentali, anche in Canada il numero dei sacerdoti è drammaticamente basso rispetto alle esigenze pastorali. Nella diocesi retta da mons. Moreau vi sono parroci che gestiscono contemporaneamente fino a otto parrocchie, e non è stato di grande aiuto neppure l'utilizzo di sacerdoti stranieri, provenienti principalmente dall'Africa francofona. Non è un caso che proprio nella Diocesi di Rouyn-Noranda il vescovo è ricorso a una suora per la “celebrazione” di un matrimonio, e c'è da credere che questa scelta farà scuola anche là dove non sussistono problemi di carenza di sacerdoti e rappresenterà un pretesto per assegnare a donne compiti pastorali quasi sacerdotali, con tutte le conseguenze che possiamo bene immaginare.
La soluzione al problema c'è e non è per nulla complessa. La Chiesa deve tornare alla purezza della dottrina quale essa ha sempre insegnato e che oggi, molto spesso, è stata abbandonata per cedere ai desiderata del mondo, negli ultimi tempi soprattutto con il pretesto della falsa misericordia.
Non è un caso che nelle comunità religiose legate alla Tradizione nascano e crescano moltissime vocazioni religiose e sacerdotali, segno che laddove la dottrina cattolica è sana, i fedeli hanno più possibilità di convertirsi, e percorrendo il cammino della conversione, chi è chiamato sente distintamente e segue l’invito del Signore a una vita di totale consacrazione a lui.
In questo senso ci viene incontro il sogno profetico di san Giovanni Bosco, quello della Chiesa, rappresentata da una nave in tempesta, che il Papa salva facendola ancorare a due colonne, l’Eucarestia e Maria Santissima.
Dobbiamo quindi essere attorno all’Eucaristia con Maria, che ci guida a suo figlio Gesù e salva la Chiesa dalle tempeste.