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MEDIO ORIENTE

Il futuro del Libano legato a un omicidio

L'inchiesta internazionale sull'assassinio dell'ex premier Hariri ha mandato in frantumi il governo e ipoteca l'attività del nuovo premier.

Attualità 26_01_2011
mikati

L'incarico affidato martedì a Najib Mikati (nella foto) per la formazione di un nuovo governo segna una svolta nella vita politica del Libano. Il premier incaricato, infatti, ha raccolto i voti dell'opposizione che comprende – tra altri partiti – anche l'Hezbollah, mentre i partiti raccolti nella “Coalizione del 14 marzo” hanno fatto il nome di Saad Hariri. Il risultato delle consultazioni, determinanti per la scelta del premier, è stato di 68 a favore di Mikati contro 60 per il suo rivale. Il conseguente capovolgimento maggioranza-opposizione non sarebbe stato possibile senza i 7 voti del gruppo parlamentare di Walid Jumblat. Il leader druso aveva infatti abbandonato, pochi giorni prima, la posizione centrista da lui assunta negli ultimi mesi per tornare a schierarsi “fermamente a fianco della Siria e della resistenza”. Jumblat ha motivato la sua nuova (ed ennesima) sterzata con il desiderio di scongiurare gli effetti negativi dell'atto d'accusa che il Tribunale internazionale sul Libano (Tsl), incaricato di far luce sull'assassinio di Rafic Hariri, si appresta a pubblicare nelle prossime settimane e che riguarderà, secondo molte indiscrezioni, alcuni membri dell'Hezbollah. In altre parole, il leader druso, posto davanti all'alternativa "pace civile o giustizia", ha optato per la prima.

Gli antefatti
Negli ultimi mesi si è parlato molto di una segreta mediazione tra Siria e Arabia Saudita (S.S. la chiamano i libanesi) per ricomporre la crisi di fiducia tra le due anime del governo di “unità nazionale” di Hariri. Da mesi si assiteva, infatti, a un braccio di ferro sull’apertura di un’indagine sui “falsi testimoni” che avrebbero deviato inizialmente le indagini del Tsl, portandoli in direzione della Siria. I due Paesi più influenti sulla scena libanese avrebbero raggiunto un accordo che prevede il ritiro del Libano dal Tsl. In un primo momento, pare che Hariri abbia dato alla fine il suo consenso a tale soluzione in cambio di vantaggi politici, prima di sconfessarla in occasione della sua visita negli Stati Uniti. Per tutta risposta, 11 ministri che fanno capo all'opposizione hanno presentato le loro dimissioni provocando la caduta del governo e l'avvio di nuove consultazioni.

Manovre e passi falsi.
Hezbollah è convinto che gli americani stiano cercando di screditarlo attraverso il Tsl e cerca di difendersi al meglio. Anche con “l'arma istituzionale” dei numeri. I sunniti libanesi, orfani di Hariri, rivendicano invece il diritto di scoprire e assicurare alla giustizia i colpevoli. Quelle che sembrano due posizioni inconciliabili hanno creato forti sospetti reciproci, alimentati da diversi passi falsi. A creare un forte disagio tra i sunniti libanesi è stato il fatto che la candidatura di Mikati alla carica di premier, tradizionalmente riservata a un membro della loro comunità, sia stata fatta proprio da Hassan Nasrallah, segretario di Hezbollah. Al Parlamento si contano 27 deputati sunniti, 20 dei quali si trovano proprio nel gruppo di Hariri. Candidare altri nomi suona così come un “affronto” alle preferenze della comunità. Per Hezbollah, invece, l'ipotesi Mikati voleva essere una soluzione di compromesso dopo il ritiro di Omar Karame dalla competizione. Mikati, infatti, aveva dato prova di moderazione quando ha guidato il governo che ha indetto le elezioni legislative del 2005 che hanno dato la vittoria proprio a Hariri e al campo anti-siriano.

Libano sotto Hezbollah?
Hezbollah disponeva di 2 ministri su 30 nel vecchio governo e nella migliore delle ipotesi ne potrà avere tre nel prossimo. Sostenere che il Libano sarà “governato” da Hassan Nasrallah e che il Libano assomiglierà a Gaza è fuori luogo. Certamente il Partito di Dio potrà contare sul sostegno dei suoi alleati, in primo luogo di Amal, il movimento sciita guidato dal presidente della Camera Nabih Berri, e anche della Corrente nazionale libera (cristiani) di Michel Aoun. Mikati cercherà sicuramente di evitare ogni strapotere da una parte e dall'altra e potrebbe, in caso di impossibilità di formare un nuovo governo di unità nazionale, optare per un governo di tecnocrati in grado di ricucire le divisioni.
Quale che sia la forma del nuovo governo, si tratta di vedere in che modo saranno trattate le richieste di Hezbollah volte a sconfessare il Tsl: ritrattare il Protocollo d'intesa con il Tribunale, tagliare i fondi e ritirare i giudici libanesi che vi operano. Ciò non significa che il Tsl dovrà interrompere il suo lavoro, ma che il Libano si riserva di accettare o meno le sue conclusioni. E soprattutto smette, per una volta, di essere il terreno su cui si affrontano le diverse potenze regionali e internazionali.