Il Duomo di Santa Maria Assunta, Parma
Ha appena compiuto 900 anni, ma non ha perso tutto il suo splendore: il duomo di Parma. La cattedrale, oltre che per la facciata è nota per la cupola, affrescata (nel XVI Secolo) dal Correggio che vi rappresentò l'Assunzione.
Ha da poco compiuto novecento anni ma non ha perso il suo originario splendore. Anzi, gli interventi di cui è stato oggetto nel corso dei secoli hanno contribuito ad accrescerne la bellezza. Siamo a Parma, dove il Duomo, con il Battistero e il Palazzo Episcopale, rappresenta un vero e proprio capolavoro architettonico del nostrano Medioevo e una testimonianza ancora viva della fede della città.
Tutto ebbe inizio nel 1059, anno della posa della prima pietra in un punto, allora fuori dalle mura urbane, precedentemente occupato da una basilica paleocristiana. Consacrata nel 1106 da Papa Pasquale II, la chiesa venne dedicata a Santa Maria Assunta e affidata alla guida del vescovo Bernardo degli Uberti, poi santificato e oggi venerato quale patrono della diocesi.
L’ideazione originaria dello spazio e gran parte della sua decorazione scultorea si deve al maestro Nicolò, responsabile, nello stesso periodo, di altri importanti cantieri disseminati nella pianura padana. Sul finire del XII Secolo un altro grande artista venne coinvolto nella nuova campagna di lavori: Benedetto Antelami che per la cattedrale realizzò il pontile, di cui resta un unico pannello con la celeberrima Deposizione e la cattedra episcopale, interamente scolpita sui fianchi con le scene della Conversione di San Paolo e di San Giorgio e il drago.
Sulla facciata, in blocchi di pietra, a capanna, si aprono tre livelli di logge. Il portale centrale, strombato, è inquadrato in un protiro sorretto da leoni stilofori e decorato sul bordo inferiore dell’arco con la sequenza dei Mesi. Sul lato destro svetta la gotica torre campanaria, conclusa da cuspide piramidale sulla quale un angelo tiene tra le mani una croce. L’interno è a croce latina, a tre navate, transetto absidato e profondo coro. Tra il 1524 e il 1530 la grande cupola venne affrescata dal Correggio che vi rappresentò la Vergine Assunta tra Adamo, Eva e San Giuseppe, all’apice di una vorticosa spirale di nubi festosamente popolata da angeli, santi e patriarchi, immersa in una luce gialla, simbolo della presenza divina. Il ciclo rinascimentale degli affreschi, che mutò definitivamente la severità dell’impianto romanico, si completa con le scene cristologiche di Lattanzio Gambara (1567 – 1573) sulle pareti della navata centrale.
La visita al complesso episcopale deve includere anche il bellissimo Battistero ottagonale, in marmo rosa di Verona, commissionato nel 1196 all’Antelami che sviluppò nel corredo scultoreo il tema della vita umana e della sua redenzione.