Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni Damasceno a cura di Ermes Dovico
SUOR EMMANUEL

"Il dolore è la porta al Cielo. Non fuggite, ma offrite!"

"Di fronte al dolore non c'è alternativa: o scegli Dio o scegli Satana. Ma se ti fidi completamente di Gesù, la sofferenza può diventare l'occasione per vivere un pezzo di Paradiso sulla terra e collaborare al piano di Salvezza di Cristo sul mondo intero". Suor Emmanuel di Medjugorje assicura: "La battaglia è furiosa, ma il Suo Cuore Immacolato trionferà. E noi possiamo aiutare Maria ad accelerare i tempi".

- LA MADONNA "APPARE" AL CINEMA, di Chiara Pajetta

Attualità 06_12_2018
Suor Emmanuel

“Preparatevi perché arriverà un futuro bellissimo, un tempo di Pace e di Grazia incredibile che Dio, attraverso la Madonna, sta preparando per noi. La prova e la sofferenza finiranno ed il Suo Cuore Immacolato trionferà. Ma vi supplico con tutto il mio cuore: abbandonate il peccato, lasciate il peccato e rimanete nella Grazia di Dio!”. Mentre suor Emmanuel ripete con solenne dolcezza le parole che la Madonna, da Fatima a Medjugorje, ha rivolto al mondo intero, il santuario di Santa Rita a Milano è gremito di una folla silenziosa e sembra di poter toccare con mano la tensione di centinaia di cuori tutti rivolti al Cielo.

Suor Emmanuel Milliard è una religiosa francese della Comunità delle Beatitudini che vive a Medjugorje da circa trent’anni e gira per il mondo testimoniando la sua miracolosa conversione e invitando gli uomini a seguire Gesù, mettendosi alla “scuola di Maria”. In questi giorni si trova a Milano per una serie di incontri tra cui, appunto, quello che si è svolto martedì sera presso il Santuario agostiniano con una catechesi dal titolo: “Consolare il dolore con Maria”. “Ho scelto questo tema perché non esiste uomo al mondo che non sia stato toccato dalla sofferenza e dal dolore. Tutti lo siamo”. Non solo: Suor Emmanuel spiega come sia stata la Madonna stessa, circa un anno fa, a iniziare una sorta di "catechesi" sul dolore: “Cari figli, chi potrebbe parlarvi meglio di me dell’amore e del dolore di mio Figlio? Ho vissuto con lui, ho patito con lui. (…) Voi invece avete tante domande perché non comprendete il dolore, non capite che per mezzo di Dio le vostre sofferenze diventeranno Gloria e Luce. Figli miei, sappiate che mentre patite un dolore, mentre soffrite, il Cielo entra in voi.” (Messaggio, 2 settembre 2017)

La suora, che dagli anni novanta diffonde in tutto il mondo i messaggi delle presunte apparizioni mariane nel paesello bosniaco, sottolinea come, da quel momento in poi, la Madonna per certi versi abbia cambiato il suo modo di parlare: “Il messaggio è scioccante, profetico e straordinario: viene direttamente dalla Madonna! Perciò occorre ascoltarlo e comprenderlo bene perché Lei ci sta preparando a un tempo nuovo, vuole che siamo pronti. “Siate pronti!”, continua a ripetere negli ultimi tempi”. Ma pronti a che cosa? E soprattutto: cosa significa che, con il dolore, il Cielo entra dentro di noi?

IL DOLORE E’ UNA SCELTA: DIO O SATANA?

Per comprendere dove ci portano le parole della Madonna, partiamo proprio da qui. Il dolore: quell’esperienza che il mondo tanto odia, ma che tutti ci rende fratelli. “Quando ci si presenta una sofferenza morale, una malattia, un tumore, uno choc, un lutto - spiega la religiosa - in quel momento si apre in noi una ferita; è una ferita che fa male, che sanguina e che ci rende vulnerabili. Ebbene, in quel preciso momento due persone si avvicinano a noi. Satana arriva subito, perché lui gode nel vederci deboli, e ne approfitta con un solo scopo: infettare la ferita. E’ abilissimo e lo fa in modo molto sottile perchè suggerisce alla nostra coscienza i suoi pensieri e i suoi sentimenti e ci porta, lentamente, alla disperazione. Per esempio inizia a ripeterci: “Hai già sofferto abbastanza, questo nuovo colpo è troppo, non ce la fai più! Basta!”. Ci deprime, ci fa disperare, fino a convincerci che piuttosto che la sofferenza, è meglio togliersi la vita. Oppure ci inietta l’odio: “Questa persona ti ha fatto soffrire troppo, basta! Non merita il tuo amore!”. O ci insinua il dubbio sull’amore di Dio: “Ma chi è questo Dio che ti dà tutto questo dolore? E tu che pensavi che Dio ti amasse! Guarda come sei conciato, smetti di pregare a che serve? Tanto il tuo Dio non ti ascolta!”. E via dicendo… Carissimi mai ascoltare questa voce! Perché se la ascoltiamo soffriamo di più e perdiamo completamente la pace: Satana così è vittorioso”.

Suor Emmanuel prosegue e ci presenta subito la seconda persona che ci viene incontro nel dolore. E’ una voce discreta che non si può sentire nel caos e nella confusione, ma solo nel silenzio del nostro cuore. “E’ Gesù! E' Gesù stesso che ci dice una cosa semplicissima: Figlio mio, figlia mia non avere paura, Io sono con te! Guarda come ho sofferto io: guarda le mie mani, i miei piedi, il mio costato…guarda la corona di spine. Io capisco la tua sofferenza: non avere paura, io soffro con te! Io e te insieme ce la facciamo!”. Ma la cosa più sconvolgente la spiega suor Emmanuel quando dice che: “Se noi ci fidiamo, ci abbandoniamo completamente a questa Presenza, Gesù capisce che può chiederci un favore bellissimo. Lui dice: “Dammi la tua ferita, offrimi la tua sofferenza, dai coraggio, dalla a me!”. Se noi accettiamo di dare la nostra sofferenza a Gesù, Lui la prende come un regalo preziosissimo e la mette nel Suo Cuore trafitto affinché, la Sua ferita e la tua diventino una sola realtà. Sapete allora cosa succede? Dal momento dell’offerta in poi la tua ferita appartiene a Dio, è diventata divina, dunque: tu e Gesù siete diventati una cosa sola!”.

IL DOLORE E’ LA PORTA DELL’AMORE ETERNO

Padre Pio diceva che il dramma dell’umanità è la sofferenza che non viene offerta. Perché: se è vero che non esistono alternative intermedie tra Dio e Satana, di fronte al dolore questa verità diviene ancora più lampante. Infatti, nel momento stesso in cui si sceglie di offrire a Dio il proprio dolore la vita si capovolge, il Cielo - appunto – scende sulla terra e si apre la porta di un giardino pieno di Luce e di Frutti succosi. Viceversa, chi si vuole opporre ad ogni costo alla sofferenza cade, presto o tardi, nella totale disperazione.

Il primo frutto che nasce dall’offerta del dolore è la profonda gioia che inizia a sgorgare dal cuore. La suora di Medjugorje lo spiega attraverso il racconto di un frammento della vita di Vicka, appunto, una dei veggenti del paesello bosniaco: “Vicka – racconta -  ha avuto molte sofferenza che continuano tutt’ora. Tempo fa venne operata per l'asportazione di un tumore alla gola e perciò andai a trovarla. Vidi subito la grande cicatrice sul collo e le manifestai il mio dispiacere per il dolore che, sicuramente, aveva sofferto. Lei mi guardò e con due occhi pieni di luce, di gioia, di amore mi dsse: “Oh, è stato bellissimo!”. Io non non capii: "Vicka che succede?", le chiesi. Allora lei mi spiegò: “Vedi suor Emmanuelle, quando ami tantissimo una persona, tu non vedi l’ora di potergli fare un regalo, giusto? Ecco: lo stesso vale con Gesù! Tu lo ami così tanto che non vedi l’ora di potergli fare un regalo, ma ti accorgi che, in realtà, è sempre e solo Lui che continua a farli a te. E così quando nella vita ti capita di avere una sofferenza, un dolore, un dispiacere, tu gioisci perché finalmente hai trovato qualcosa da poter offrire al tuo Gesù!”.

C’è poi un altro frutto dell’offerta della sofferenza che è la gratitudine. Ancora una volta è la Madonna, con semplicità, ad insegnarci la via. Suor Emmanuel riferisce di un messaggio in cui la Mamma Celeste corregge i suoi figli esortandoli a non lamentarsi di fronte al dolore, ma con amore li invita a ringraziare così: “Oh Signore, ti ringrazio per il regalo che mi fai! E se hai un altro regalo per me sono pronto!”. A tal proposito racconta di quando, sempre Vicka di Medjugorje, si prese una doccia di olio bollente sul capo per salvare una bambina piccola che era inciampata in una padella. E di come, poi, nel lungo viaggio verso l’ospedale, la veggente con la testa e il viso pieni di ustioni, abbia ininterrottamente lodato il Signore così: “Oh Gesù, Grazie! Grazie mio Gesù!”.

IL DOLORE RIVELA LA VERA VOCAZIONE CRISTIANA

Ma come è possibile vivere così? Come è possibile avere la gioia nel cuore quando il dolore lo trafigge? Come si può lodare Dio anche nelle piccole o grandi sofferenze quotidiane? “Vicka – spiega Emmanuel – poteva dire “Grazie” perché sapeva che in ogni secondo di quelle sue “tortura”, c’erano anime che dalla disperazione, dalle tenebre, dal male potevano trovare la Luce di Gesù! E lei si sentiva grata a Dio per il fatto di poter essere lo strumento per la salvezza di queste persone! E sapete perché poteva essere certa di questo? Perché questa è esattamente la vocazione cristiana che ognuno di noi riceve nel battesimo: Poter collaborare con Gesù e Maria alla Salvezza del mondo. Nel sacerdozio dei fedeli, col Battesimo, riceviamo questo dono incredibile: poter aiutare il Salvatore a salvare le anime! Ma capite che immensità? Quale privilegio abbiamo nell'essere cristiani! E noi cosa ne facciamo di questa nostra chiamata? La vita oggi è dura per tantissime persone, troppo dura. Questa guerra in corso l'ha ingaggiata Satana, lui sta lavorando molto ed è molto aggressivo perché sa che il suo tempo di libertà sta per finire. Il suo piano principale è la distruzione delle famiglie e della Chiesa, specialmente dei sacerdoti. E infatti, quante persone oggi sono nel buio, nella disperazione, nelle tenebre e aspettano. Cosa aspettano? Aspettano noi! E noi possiamo fare tanto per loro! Ecco perché la Madonna a Medjugorje ripete che Lei ha bisogno di noi: perché noi, con l’offerta a Dio del nostro dolore, delle nostre ferite, della nostra sofferenza, con l'offerta al Padre della nostra vita, possiamo collaborare al piano della Salvezza del mondo e accelerare il trionfo del Suo Cuore Immacolato”.  Insomma, basterebbe che ciascuno prendesse sul serio il proprio battesimo e questo mondo si cangerebbe in un Paradiso.