ZAGABRIA
Il diritto di chiamare i genitori "mamma" e "papà"
«Abbiamo diritto e vogliamo che i figli possano chiamare i propri genitori con i nomi naturali di 'mamma' e 'papà'». Lo ha detto il vescovo di Veglia salutando il Papa.
Attualità
06_06_2011
Al termine della Santa Messa presieduta all’Ippodromo di Zagabria da Papa Benedetto XVI in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate, mons. Valter Župan, vescovo di Veglia e Presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza Episcopale croata, ha indirizzato al Santo Padre un breve saluto, ringraziandolo per la sua presenza a questo incontro.
Mons. Župan ha anzitutto ricordato come le famiglie cattoliche siano in Croazia portatrici di credibili messaggi di vita, speranza e amore. La comunione matrimoniale di un uomo e di una donna “ha dato un’impronta speciale all’Europa e alla nostra Croazia” e ha costruito “l’umanità e una cultura di vita e di progresso”. Nella sua storia di tredici secoli, il popolo croato ha vissuto lunghi difficili periodi, ma ha saputo resistere “perché le nostre famiglie erano fondate sulle forti fondamenta del vangelo, ed eravamo simili alla casa che fondata sulla roccia che non crolla quando giungono le tempeste – e di tempeste, nella nostra storia, ve ne sono state davvero molte”.
Il vescovo di Veglia ha in seguito rilevato come oggi il matrimonio e la famiglia siano minacciati dall’erosione della loro stabilità con il favorire “la convivenza senza ordinamento legale nonché forme di unione che non hanno alcun fondamento nella cultura europea e nel patrimonio legale”, sebbene la costruzione dell’Europa civilizzata e quindi anche della nostra Croazia “sia avvenuta proprio sulla stabilità della famiglia e sui valori cristiani”, e solo su questi valori si fondi anche il nostro futuro.
Il messaggio del Presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza Episcopale croata ha in seguito condannato con forza il tentativo di snaturare la struttura naturale della famiglia: “Se oggi si riconosce a tutti il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, anche noi, che rappresentiamo la maggioranza del popolo croato e dei cittadini della Repubblica di Croazia, affermiamo che abbiamo il diritto inalienabile di vivere, esprimere pubblicamente e annunciare con chiarezza i valori per i quali ci è stata donata la vita. Abbiamo diritto e vogliamo che i figli possano chiamare i propri genitori con i nomi naturali di 'mamma' e 'papà'. Essi hanno il diritto naturale di testimoniare davanti a tutti che hanno un padre e una madre che hanno fatto loro il dono della vita“. Con riferimento alla legge sull'aborto - in Croazia è ancora in vigore la legge emanata nel 1978 al tempo dell’ex-Jugoslavia – il vescovo di Veglia ha aggiunto che “abbiamo il diritto e desideriamo che coloro che ci governano favoriscano la vita e che finalmente si riveda la legge appartenente a tempi che vorremmo credere fossero passati, sull’interruzione della vita umana, e che non si chiami progresso ciò che conduce alla morte“.
In conclusione mons. Župan ha chiesto a Benedetto XVI di benedire il popolo croato: “Santo Padre! Il 7 giugno 879 il Suo predecessore Giovanni VIII scrisse una lettera al nostro principe croato Branimir, nella quale fra l'altro gli comunicava che quel giorno, in occasione della festa dell'Ascensione al Cielo di Gesù, aveva elevato le braccia e benedetto lui e il suo popolo. Anche Lei, Santo Padre, elevi le braccia verso il Cielo e benedica le persone che ci governano, portatori del potere statale; benedica la nostra Chiesa e suoi pastori, benedica le nostre famiglie e questo popolo, benedica la nostra amata patria, la Croazia“.