Il Covid in Africa non ha fatto sparire le altre malattie
In Africa sono morte di Covid-19 mediamente molte meno persone che negli altri continenti. Eppure sono molti di più i morti causati indirettamente dalla pandemia: quelli che, a causa delle restrizioni dei movimenti, non si sono potuti curare per altre malattie e quelli morti per mancanza di risorse mediche, dirottate per combattere il Covid.
L’Africa è il continente finora meno colpito dal Covid 19. Dopo quasi tre anni di pandemia, i morti registrati sono 257.795 contro un totale mondiale di quasi 6,6 milioni, i casi sono 12,6 milioni contro gli oltre 634 milioni mondiali. Negli Stati Uniti, ad esempio, con quasi un quinto degli abitanti dell’Africa, i casi sono oltre 99 milioni e i morti più di 1 milione.
Ma in Africa, molto più che in altri continenti, oltre ai morti di Covid 19, per valutare l’impatto che la pandemia ha avuto sulla popolazione bisogna considerare quante persone si sono ammalate e sono morte a causa del Covid 19: per le limitazioni imposte agli spostamenti, che hanno impedito a tantissimi ammalati di raggiungere ambulatori e ospedali e ricevere le cure necessarie, per il dirottamento sulla gestione della pandemia di risorse destinate alla sanità, già sempre scarse, riducendo ulteriormente cure e assistenza ad altre malattie, per l’interruzione o la riduzione della maggior parte delle campagne di vaccinazione indispensabili per prevenire l’insorgere di altre epidemie, per l’impoverimento di chi per lunghi periodi non ha potuto lavorare.
A partire dal 2020 si è verificato un generale aumento dell’incidenza delle malattie che sempre minacciano la vita in Africa, alcune delle quali sono molto più letali del Covid 19. Nel 2020 si sono avuti quasi 230 milioni di casi di malaria e 602mila decessi, in gran parte di bambini di età inferiore a cinque anni. Nello stesso anno sono stati registrati 2,5 milioni di casi di tubercolosi e 549mila persone ne sono morte. Di Aids, sempre nel 2020, i morti sono stati 450mila e sono stati individuati 920mila nuovi casi. Per numero di morti la quarta malattia più temuta in Africa è la dissenteria di origine virale che uccide circa 400mila bambini ogni anno. Seguono, secondo i dati relativi al 2020 riportati dall’Oms, la meningite con 140mila decessi e l’epatite B e C con 125mila. Altre malattie infettive – colera, morbillo, febbre gialla, chikungunva, febbre di Lassa, febbre del Nilo occidentale… – provocano meno vittime, ma sommate fanno ammalare centinaia di migliaia di persone e ne uccidono decine di migliaia.
A causa della pandemia, le campagne di vaccinazione contro il morbillo sono state del tutto sospese nel 2020 e nel 2021. Il risultato è che dall’inizio del 2022 sono morti di morbillo più di 2.300 bambini, il doppio che nel 2021. Almeno 50 milioni di bambini non sono stati vaccinati contro la meningite e c’è il forte rischio di un ritorno della malattia che era stata quasi sconfitta negli anni scorsi. Adesso che finalmente esiste un vaccino efficace contro la malaria, la sua adozione è stata anch’essa rallentata o rimandata in molti Paesi: e ormai il 95% dei casi di malaria e il 96% dei morti sono in Africa.
Intanto però si riversavano nel continente centinaia di milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19, donati dai paesi ricchi e reclamati dai governi africani, per poi essere in molti casi mandati al macero: perche deteriorati per essere stati conservati male e soprattutto perché non utilizzati in tempo per insufficienza di strutture sanitarie e personale, per trascuratezza e anche per il rifiuto di molti africani a farsi vaccinare non ritenendo il Covid 19 una malattia così temibile.
Uno dei dati più allarmanti è il ritorno della poliomielite. In Africa, fino al 1996, la malattia uccideva e provocava paralisi a circa 75mila bambini ogni anno. Poi, grazie a una formidabile campagna di vaccinazioni lanciata da Nelson Mandela e finanziata dalle Nazioni Unite e da altri donatori, la polio è scomparsa in tutti i paesi salvo la Nigeria dove è rimasta endemica fino al 2020 quando, trascorsi tre anni senza che se ne registrassero casi, anche quest’ultimo paese è stato dichiarato libero dalla polio. L’Oms aveva quindi annunciato che la malattia era stata finalmente sradicata in tutta Africa. Ma nel 2021 dei casi sono stati denunciati in 19 Stati tra i quali l’Uganda dove la polio era scomparsa dal 2010, il Malawi, con il primo contagio dopo cinque anni, il Mozambico, che aveva sconfitto la malattia 30 anni prima.
Negli ultimi due anni sono scoppiate anche diverse epidemie di Ebola, una delle malattie più letali al mondo, e di Marburg, un filo virus simile all’Ebola e quasi altrettanto pericoloso: il tasso di letalità di entrambe non è mai inferiore al 40% e può arrivare al 90%. Nel 2021 c’è stata una epidemia nell’est della Repubblica democratica del Congo a febbraio, terminata a maggio, e nell’ovest del paese ad aprile, terminata a luglio. A marzo è toccato alla Guinea Conakry dove si sono verificati anche dei casi di Marburg. Nel 2022 il Marburg ha colpito il Ghana a luglio e l’epidemia è terminata a settembre. Una nuova epidemia di Ebola è scoppiata nell’est del Congo ad aprile, terminata a luglio, e un’altra ad agosto. Quest’ultima epidemia è stata sconfitta in meno di due mesi, ma nel frattempo un primo ammalato di Ebola è stato ricoverato nel vicino Uganda a settembre. L’epidemia è tuttora in corso, si sta diffondendo, ha raggiunto anche la popolosa capitale Kampala. Lo stato di allerta è altissimo nel paese e negli stati vicini perché, mentre tutte le epidemie precedenti erano causate da un ceppo del virus, lo Zaire, per cui ormai esiste un vaccino, e per questo hanno fatto poche vittime e si sono concluse in poco tempo, il virus che ha colpito l’Uganda è del ceppo Sudan per il quale un vaccino ancora non esiste. In Africa occidentale, una delle ultime epidemie di Ebola Zaire prima che fosse trovato un vaccino, ha ucciso più di 11mila persone e ci sono voluti due anni e mezzo per sconfiggerla.