Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Il coraggio della fede

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte (Mc 10, 46-52)

Schegge di vangelo 28_10_2018

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10, 46-52)

Bartimeo grida a Gesù: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Ma l'invocazione di Gesù come salvatore dà fastidio a molti e infatti lo sgridano affinché taccia. Questa situazione si verifica anche oggi quando si vuole impedire ai cristiani di affermare pubblicamente e in ogni luogo (lavoro, scuola, ospedali, ecc.) la loro fede in Cristo. Come il cieco Bartimeo anche noi dobbiamo, non solo continuare ad invocare il Suo nome, ma gridare ancora più forte e senza rispetto umano.