Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
vigevano

Il concerto in chiesa dedicato al diavolo si farà, il vescovo mente

Ascolta la versione audio dell'articolo

Dopo il nostro articolo sul concerto in onore del diavolo in San Dionigi, il vescovo ribadisce che «non è più una chiesa e non è un concerto in onore di Satana». Ma entrambe le affermazioni sono false. Il concerto di Halloween stasera si farà. 

Ecclesia 31_10_2024

Il concerto in onore di Satana previsto per questa sera nella chiesa di San Dionigi a Vigevano si farà. E il vescovo diocesano, monsignor Maurizio Gervasoni, sembra proprio che dia la sua benedizione a questa incredibile messinscena mascherata da Halloween. A nulla, infatti, sono valsi i chiarimenti resisi necessari dopo il nostro primo articolo.

Per la diocesi di Vigevano la questione non si pone nemmeno perché quello che andrà in scena questa sera con tanto di dress code di streghe e diavoletti, non è altro che un innocuo concerto in un luogo che non è nemmeno più una chiesa, per il semplice fatto che da qualche anno in San Dionigi hanno smesso di dirvi Messa e pertanto lo si può tranquillamente ribattezzare come auditorium.

I fatti però sono clamorosamente lì a smentire una posizione che oggi diventa quanto mai indifendibile.

Facciamo un passo indietro. Dopo il nostro articolo della scorsa settimana abbiamo cercato di nuovo il vicario generale don Angelo Croera, il quale ci aveva promesso che avrebbe fatto verifiche su quel concerto. «La partita è seguita direttamente dal vescovo – ci ha spiegato – quindi dovete sentire il portavoce diocesano». Eseguiamo. E al telefono troviamo don Emilio Pastormerlo, parroco in San Pietro e direttore del settimanale diocesano locale.

Il tono della telefonata è comprensibilmente nervoso. «Il vescovo ha sentito il presidente della Fondazione Piacenza e Vigevano, alla quale la diocesi ha dato in comodato l’auditorium per fare attività culturali», ci ha detto. Ribadiamo che quella dell’auditorium è una scusa un po’ pelosa: l’edificio appare a tutt’oggi come una chiesa fatta e finita, con tanto di altare, quadri, affreschi sacri alle pareti, balaustra, suppellettili e persino il tabernacolo al centro del presbiterio. In più per rendere la chiesa una “ex chiesa”, è necessario un decreto del vescovo che ne alieni in tutto e per tutto le caratteristiche del sacro, cambiandone la fisionomia sia dal punto di vista canonico che catastale e architettonico.

Insomma, quella di San Dionigi è ancora una chiesa. Semplicemente si è smesso di celebrarvi la Messa, ma questo non è un buon motivo per chiamarla “ex chiesa” o “auditorium”. Anzi: diciamo che è una comoda scusa per nascondere l’utilizzo di scopi che nulla hanno a che fare col sacro. Come, ad esempio, un concerto in onore di Belzebù. Ma il sacerdote è parso non volerci ascoltare: «Non è vero, è un auditorium».

A quel punto viriamo sul concerto e lui, quasi serafico ci spiega: «Voi non siete di Vigevano e dovete sapere che il programma che la Fondazione ha diffuso spiega che si tratta di un concerto e nulla più. Il diavolo non c’entra nulla». Ma anche qui ci tocca correggere il sacerdote e mostrargli il comunicato stampa che si può scaricare direttamente dal sito della Fondazione.

Tralasciando i brani che verranno eseguiti, i quali appartengono al repertorio della musica classica, ma che, inquadrati tutti insieme in un concerto in onore del diavolo acquistano un significato ben diverso, ben distante anche dalle intenzioni degli stessi compositori, da Verdi a Saint Saens, da Musorgskij a Von Weber, tutti figli dell’epoca romantica dove il misterico e l’occulto venivano evocati non necessariamente in chiave anticristiana.

Va da sé che, se nel comunicato si possono leggere frasi come queste: «Concerto di musica classica e d’opera dedicato ai demoni, ai fantasmi e alle streghe», oppure «classici del repertorio demoniaco» oppure ancora «si gradisce la presenza del pubblico abbigliato a tema: sono benvenute e streghe, i demoni, i vampiri e i fantasmi». E ancora: se nella scaletta del programma ad un certo punto si legge che «il Diavolo è ancora protagonista (la maiuscola non è nostra ndr.) oppure che «nel Mefistofele si elogiano le arti demoniache». Se infine si inserisce tutto dentro la notte di Halloween che, esorcisti insegnano, è la notte prediletta per rendere il culto al demonio, beh, diciamo che ce n’è abbastanza per far comprendere che non siamo di fronte ad un innocuo concerto, ma ad una vera e propria ode a Satana, mascherata da festa di Halloween.

Fortuna che il vescovo si è chiarito col presidente della Fondazione, sennò chissà che cosa succedeva, magari ce lo saremmo trovati persino tra gli ospiti. Appare chiaro che la Diocesi o mente o si è lasciata ingannare dalle spiegazioni che gli ha fornito la Fondazione bancaria promotrice dell’evento, che per l’occasione ha affittato all’associazione Diapason Consortium che ieri sul suo sito continuava a pubblicizzare l’evento come “concerto in onore delle streghe”. Oppure entrambe le cose: ha mentito nel ribadire che si tratti di un concerto in onore del diavolo, cosa smentita dalle stesse comunicazioni degli organizzatori e si è lasciata ingannare accettando per buone le spiegazioni della Fondazione, che in realtà non spiegano nulla se non confermare che il diavolo per una sera si prende una chiesa per i suoi sfizi. O almeno per chi ci crede e sperando che il vescovo sia tra questi.

E dire che a Vigevano, il tema del diavolo associato alla cultura popolare dovrebbero conoscerlo bene. Proprio nella cittadina pavese, da secoli si celebra una significativa ricorrenza chiamata il “rogo del diavolo berlic” che è uno scenografico rogo con il quale si brucia il fantoccio di un demone. La tradizione, che affonda le sue radici nel medioevo, risale ad una leggenda che vede protagonista San Bernardo, il quale in viaggio da Pavia a Vigevano, si trovò a combattere col diavolo – il demone Berlic, appunto – e una volta arrivato a Vigevano lo arrotolò come una ruota e gli diede fuoco. Da quel giorno a Vigevano ogni 7 di settembre, vigilia della Natività di Maria, i vigevanesi sono soliti fare questa pira per ricordare quel lontano episodio e ribadire chi comanda in casa cattolica, non certo il diavolo. Tranne stasera, dove invece che dargli fuoco, a satanasso gli si offre pure un concerto. O tempora O mores. O se preferite: sempre peggio.