Halloween, ci risiamo: concerto in onore del diavolo in chiesa
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Nella chiesa di San Dionigi a Vigevano, data dalla diocesi in comodato a una fondazione bancaria, la notte di Halloween si terrà un concerto in onore del diavolo con tanto di dress code diabolico. La curia, interpellata dalla Bussola, dice di non saperne nulla, ma farà verifiche. Si avvera la profezia del santo curato d'Ars.
Il Santo curato d’Ars diceva spesso: «Togliete le Messe dalle chiese e i diavoli balleranno sugli altari». Mai frase fu più vera se si guarda a quello che accadrà il 31 ottobre in quel di Vigevano. Nella cittadina lombarda, infatti, dal 2009, la chiesa di San Dionigi è stata data in comodato ad una Fondazione bancaria che la utilizza per scopi culturali. Quindi, da quella data la chiesa non viene più utilizzata per finalità di culto, ma non per questo smette di essere una chiesa e questo nonostante ci si nasconda dietro parole senza senso come “ex chiesa” o “auditorium”.
Ebbene: tolte le Messe, ecco che puntualmente sono entrati i diavoli. E pure le streghe e i fantasmi.
È questo, infatti, il senso di un evento che i giornali locali stanno incominciando a pubblicizzare e che sembra essere la principale attività culturale della cittadina in quel giorno, ormai dedicato da una mentalità sempre più consumista a celebrare Halloween.
«Un concerto di musica classica e arie d’opera dedicato ai demoni, ai fantasmi e alle streghe così come sono stati raccontati dal grande repertorio musicale ottocentesco romantico». Un programma decisamente diabolico, non c’è che dire. Prima si nascondeva tutto sotto la patina edulcorata dei bambini e del dolcetto o scherzetto… oggi siamo passati tranquillamente ai concerti in onore di Belzebù. Serve altro per capire?
Magari questo: il concerto si terrà, recita l’articolo «presso la suggestiva cornice dell’Auditorium San Dionigi di Piazza Martiri della Liberazione», ma non tragga in inganno la parola. Dicesi auditorium, in realtà è una chiesa vera e propria e pure molto bella. Chiesa che la diocesi ormai 15 anni fa diede in comodato d’uso alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, «ente privato no profit, di origine bancaria, la cui mission è promuovere il benessere sociale ed economico del territorio». Ecco il benessere sociale che l’ente promuoverà il 31 ottobre: un concerto a tema diavoli e streghe, con tanto di dress code d’ordinanza: «Si gradisce la presenza del pubblico abbigliato a tema: sono benvenute le streghe, i demoni, i vampiri, i fantasmi».
Il programma è raccattato su quanto la produzione musicale – peraltro anche di grande qualità – ha fatto sul tema del macabro e dell’orrorifico: dalla “Scena della Gola del Lupo” tratta dall’opera “Il Franco Cacciatore” (1821) di Carl Maria von Weber dove in un «bosco abitato da spiriti, sotto una luna che gronda sangue, si stringe un patto scellerato tra un uomo disperato e il Demonio: vengono forgiate le sette pallottole dannate che compiranno il maleficio».
Si prosegue con una grande «classico del repertorio “demoniaco”: “Una Notte sul Monte Calvo” di Modest Musorgskij (1867), eseguita dal vivo nella versione per pianoforte a quattro mani da Federica Casella e Antonio Bologna e in accompagnamento alle immagini del mitico capitolo finale del capolavoro d’animazione “Fantasia” di Walt Disney in cui vediamo un potente demone evocare a sé spiriti e demoni apparendo sulla vetta del Monte Calvo».
E ancora: «Il Diavolo è ancora protagonista della grande aria “Sono lo spirito che nega” tratta da “Mefistofele” di Arrigo Boito (1868)» e poi «Giuseppe Verdi» che «ci regala una pagina davvero suggestiva, eseguita dal coro Bottega dei Suoni insieme alla Corale Maestri Cantori, con il canto delle streghe “Che faceste? Dite su” tratto dal “Macbeth” (1847)».
E poi il mitico “Trillo del Diavolo” di Giuseppe Tartini (1713) che «leggenda vuole, sia stato eseguito dal Diavolo stesso». E ancora: l’aria “Quell’uom dal fiero aspetto” tratta dall’opera “Fra Diavolo” (1829) di Daniel Auber dove «un temutissimo brigante viene chiamato Fra Diavolo per via della fierezza del suo aspetto e il timore che incute al suo apparire». Non poteva mancare la notissima “Danza macabra” (1874) di Camille Saint-Saëns, eseguita al pianoforte da Antonio Bologna.
Insomma, opere di indubbio valore artistico, non c’è che dire, che prese singolarmente andrebbero inquadrate nel loro contesto, ma che proiettate volutamente dentro la cornice del demoniaco restituiscono l’effetto di quello che gli organizzatori a cui la Fondazione ha dato campo libero, hanno voluto appunto chiamare un concerto «in onore del diavolo».
Evidentemente qualche cosa deve essere sfuggito e non è escluso che la sciatteria con cui le diocesi concedono le chiese togliendole al culto abbia creato un comodo assopimento. Si comincia con un innocuo concerto di musica sacra e poi si finisce per assecondare tutto quello che passa il convento e oggi il convento passa anche le feste di Halloween, soprattutto in questi giorni.
Del resto, che l’edificio sia ancora una chiesa lo scrive la stessa fondazione nel definire il luogo come «Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano - Chiesa San Dionigi». Dunque, chiesa era e chiesa rimane perché una chiesa smette di essere tale solo dopo che si è proceduto con un apposito decreto vescovile che ne alieni le caratteristiche canoniche e architettoniche. A guardare anche solo la foto pubblicata sul sito della Fondazione, con tanto di quadri, balaustra, altare e tabernacolo non si può certo dire che siamo di fronte ad una ex chiesa.
E che la cosa sia sfuggita di mano a chi dovrebbe vigilare, la Fondazione e la curia, lo dimostra anche la violazione dell’articolo 4 del regolamento di utilizzo dell’auditorium-chiesa: «L’Auditorium è destinato allo svolgimento di conferenze, convegni, spettacoli teatrali e musicali manifestazioni di interesse collettivo, miranti a favorire la crescita culturale ed il confronto delle opinioni e delle idee, purché gli utilizzi siano compatibili con la struttura stessa».
Ora, che un concerto in onore del diavolo favorisca la crescita culturale della popolazione vigevanese è cosa più che discutibile, ma sicuramente l’utilizzo che ne verrà fatto il 31 ottobre non si può certo dire che sia compatibile con una struttura, che, lo ripetiamo resta una chiesa a tutti gli effetti.
Che cosa ne pensa la curia? «Lo imparo adesso da voi – ci risponde al telefono il vicario episcopale Monsignor Angelo Croera – ma io sono arrivato da poco. Però mi informerò e cercherò di capire la questione. Provi a chiamarmi giovedì».
È quello che faremo, intanto però sarà bene guardarci dentro e prendere una sola decisione: fermare tutto. Chissà che il vescovo non si decida a ricacciare diavoli e streghe ormai pronti a entrare con tutto il loro armamentario dentro la casa di Dio?
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