L'APERITIVO
Il compito del Papa
Gesù non ci ha dato Pietro e i suoi successori come esempio di vita ma come custodi e maestri della fede. E anche i più incoerenti come vita morale non sono mai venuti meno a questo compito
A TAVOLA
12_01_2011
Nella cittadina sul lago di Garda, dove vivo, un giovane prete veronese, don Andrea Brugnoli sta sperimentando nuove forme di apostolato: una di queste, che ha avuto successo e si sta esportando in altri luoghi d’Italia, è il «caffè teologico». Ci si incontra alla sera e si ascoltano dei buoni oratori sorseggiando caffè, tisane e assaggiando qualche pasticcino.
Ieri al «caffè teologico» è intervenuto Gianpaolo Barra, direttore del Timone. Sono andato ad ascoltarlo, c’era molta gente. Barra ha tenuto una conversazione molto lucida e molto apologetica su quale sia la vera Chiesa di Cristo. Ha ricordato, ad esempio, la frase di Gesù rivolta a Simone: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa».
Questa espressione è una pietra d’inciampo per tutti coloro che negano il primato del vescovo di Roma e ci sono fior di teologi protestanti, presi sul serio dai loro colleghi accademici, i quali dicono: «In realtà Gesù addita Simone quando gli dice “Tu sei Pietro”, poi gira la mano e addita se stesso quando dice “e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”». Una trovata a dir poco buffa, che dimostra quanto pesi quel passo evangelico.
Vorrei aggiungere un’altra argomentazione, che ieri sera per motivi di tempo non è emersa. Si tratta della frase di Gesù a Simone riportata dal Vangelo di Luca: «Simone, Simone, io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede e tu conferma nella fede i tuoi fratelli». Qui viene dato a Pietro un incarico molto importante, utile per rispondere a chi critica il papato dicendo: ma guardate che persone immorali e spregevoli sono state sedute sul trono di Pietro lungo la storia. Pensiamo ad esempio ad Alessandro VI, Papa Borgia, quasi un’icona della dissolutezza papale.
Dobbiamo però riconoscere che Gesù non ci dà Pietro e i suoi successori come esempio di vita ma come custodi e maestri della fede. Nella storia dei Papi c’è tutto e il contrario di tutto: Papi santi e Papi mascalzoni. Ce ne dispiace. Li avremmo voluti più coerenti al messaggio evangelico, ma ciò che conta è la loro dottrina, visto che il compito del Pontefice è di essere la roccia che sorregge il credo. Anche il beato Newman riconosceva che nell’elenco dei 264 Papi anche quelli più scandalosi come vita, dal puno di vista dottrinale hanno sempre confermato il credo cristiano nella coerenza con la tradizione precedente.
Ci piacerebbe davvero che tutti i Papi fossero stati coerenti anche come stile di vita, e dobbiamo riconoscere che grazie a Dio negli ultimi secoli, almeno dalla caduta di Napoleone in poi, sul trono di Pietro abbiamo sempre avuto Pontefici ammirevoli anche per la loro vita morale. Ma non dimentichiamo che il loro compito è quello di confermarci nella fede, anche se essi non ne vivessero le esigenze morali. Una incoerenza dolorosa ma che Gesù stesso sembra aver previsto quando, proprio parlando dei sacerdoti del suo tempo, ha dato prevalenza al comando di "fare quanto dicono", senza scandalizzarsi troppo se quello che fanno non è in accordo con la dottrina.
(testo raccolto dalla redazione e non rivisto dall’autore)