Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

Bloccante della pubertà

Il CNB sulla triptorelina

Il CNB in un suo parere è critico sull'uso della triptorelina. Manca però una critica alla transessualità in quanto tale.

Gender Watch 17_12_2024

Il Comitato Nazionale di Bioetica ieri ha dato risposta al quesito del Ministero della Salute sull’uso della triptorelina per la cosiddetta disforia di genere nei minori, farmaco usato per bloccarne la pubertà, al fine di, così si afferma, permettere loro di scegliere a quale sesso vogliono appartenere – ma senza la maturazione fisica viene a mancare un elemento determinante della maturazione psicologica –  e al fine di rendere più agevole la deturpazione dei loro corpi tramite interventi chirurgici e ormonali.

Riportiamo qui uno stralcio del comunicato stampa: «A seguito di audizioni di esperti e della valutazione della letteratura disponibile, il CNB ha evidenziato, in generale, l’insufficienza dei dati scientifici sull’uso dei bloccanti della pubertà e la necessità di irrobustirli. Di conseguenza, il CNB sottolinea la necessità che il Ministero della Salute si faccia carico di finanziare studi clinici indipendenti, finalizzati a ottenere dati dirimenti sull’efficacia e sui rischi della somministrazione del farmaco, di qualità superiore rispetto a quelli già realizzati, i quali non appaiono adeguati all’obiettivo. […] Il CNB raccomanda che le valutazioni cliniche siano multidisciplinari e la prescrizione della triptorelina avvenga esclusivamente a seguito della constatata inefficacia di un percorso psicoterapeutico/psicologico, ed eventualmente psichiatrico. Il processo decisionale deve essere sempre ampiamente documentato in tutti i suoi passaggi. Considerata l’incertezza sul rapporto rischi/benefici del blocco della pubertà con triptorelina, il CNB auspica che le prescrizioni avvengano solo nell’ambito delle sperimentazioni promosse dal Ministero della Salute».

Bene la critica alla mancanza di dati sull’efficacia di questo farmaco – che nel caso presente non è farmaco dato che il sesso biologico non è una patologia anche nel caso in cui non ci si riconosce in esso – male la presenza di una grave omissione: anche se il farmaco fosse efficace, ciò non legittimerebbe il “cambiamento” di sesso. Manca in sostanza il giudizio etico di fondo, ossia la critica alla transessualità.