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anestesia della fede

Il Cardinale Sarah e l’ateismo anonimo nella Chiesa

Il porporato denuncia la paralisi di molti prelati occidentali che "sognano di essere amati dal mondo". Alla radice di questo atteggiamento c'è una filosofia incapace strutturalmente di pensare Dio

Dottrina sociale 18_04_2024

Nei giorni scorsi abbiamo letto un intervento del Cardinale Sarah dedicato all’ateismo nella Chiesa. Un intervento impressionante, che mi ha fatto tornare alla mente un mio recente libro dal titolo ingombrante: Ateismo cattolico? Quando le idee sono fuorvianti per la fede (Fede & Cultura, Verona 2022). Sia il mio libro sia l’intervento del Cardinale toccano una questione delicatissima e centrale nella vita della Chiesa di oggi, ossia la possibilità reale che il cattolico ritenga di pensare e agire da cattolico mentre invece pensa e agisce da ateo, inconsapevolmente. Ciò vale, naturalmente non solo per i laici ma anche per gli ecclesiastici fino ai massimi livelli.

Il Cardinale Sarah, come illustrato da ACI Africa, rivolgendosi ai membri della Conferenza episcopale nazionale del Camerun (NECC) il 9 aprile, secondo giorno della loro 49a Assemblea plenaria a Mvolyé, nell'arcidiocesi di Yaoundé, ha detto che la Chiesa sta sperimentando quello che ha descritto come “ateismo pratico”. “Molti prelati occidentali sono paralizzati dall’idea di opporsi al mondo. Sognano di essere amati dal mondo; hanno perso il desiderio di essere un segno di contraddizione”, ha lamentato il cardinale guineano. “Credo che la Chiesa del nostro tempo stia sperimentando la tentazione dell'ateismo”, ha affermato. “Non l’ateismo intellettuale, ma quello stato d’animo sottile e pericoloso: l’ateismo fluido e pratico. Quest’ultima è una malattia pericolosa, anche se i suoi sintomi iniziali sembrano benigni”. “Dobbiamo esserne consapevoli; questo ateismo fluido scorre nelle vene della cultura contemporanea. Non dice mai il suo nome ma si infiltra in tutto, anche nel discorso ecclesiastico. Il suo primo effetto è una sorta di letargo della fede. Anestetizza la nostra capacità di reagire, di riconoscere l'errore e il pericolo; si è diffuso in tutta la Chiesa”, ha detto.

L’impostazione data dal Cardinale fa riferimento ad un “ateismo pratico”, nel mio libro, invece, cercavo di mostrare l’origine teoretica dell’”ateismo cattolico”, per capire come sia stato possibile giungere a pensare e agire da atei ritenendosi comunque credenti. Una specie di ateismo anonimo. A mio avviso ciò è dovuto alla progressiva assunzione dell’ateismo filosofico, per il tramite del protestantesimo, nella teologia cattolica. Per ateismo filosofico si intende una filosofia incapace strutturalmente, dati i suoi punti di partenza, di pensare Dio. Il percorso, vorrei dire al Cardinale, è stato prima di tutto teoretico. Sono comunque d’accordo con lui che ora si sia manifestato come “pratico”, ma la prassi era già virtualmente presente nel momento iniziale della filosofia moderna con Cartesio, come ha messo in evidenza Padre Cornelio Fabro. All’origine del pensiero moderno sta il “porre” della coscienza, sicché alla fine tutto è “posto” in modo immotivato e senza ragioni. Se ci fossero ragioni non sarebbe “posto”. La prassi come giustificatrice di se stessa – quello che il Cardinale Sarah chiama “ateismo pratico” – è l’esito dell’assunzione da parte della modernità di un ateismo filosofico.