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MESSICO

Il cardinale anti-aborto ‘osa’ parlare. Elezioni annullate

Città di Tlaquepaque, elezioni comunali di giugno 2021: una candidata vince di 2.520 voti sull’esponente di Morena, partito di governo pro-aborto. Ma le elezioni vengono annullate perché, per le contemporanee elezioni di medio termine, il cardinale Sandoval Íñiguez aveva esortato a non votare partiti anti-vita. Quale libertà per la Chiesa nel Messico dei Cristeros?

Libertà religiosa 13_10_2021

Il Messico è uno dei Paesi con il più alto numero di cattolici nel mondo ma è anche qui che vide la luce una delle più violente offensive anticlericali della storia con la promulgazione della famigerata Legge Calles contro cui si sollevò la resistenza dei Cristeros.

La Costituzione tuttora vigente nello Stato federale dell’America settentrionale è quella del 1917 che previde una separazione ‘ostile’ tra Stato e Chiesa d’impronta laicista e la cui rigida attuazione nove anni dopo per volontà del governo del generale Plutarco Calles portò alla persecuzione dei cattolici. Forse è in questo humus culturale che si potrebbe far risalire un episodio di questi giorni avvenuto nello Stato di Jalisco e che ha dell’incredibile. Nelle elezioni comunali di Tlaquepaque, tenutesi a giugno, la candidata del Movimiento Ciudadano, Citlalli Amaya de Luna, aveva prevalso di 2.520 voti sul suo rivale Alberto Maldonado Chavarín, esponente di Morena, il partito del presidente Andres Manuel Lopez Obrador.

Lo scorso 30 settembre, però, il Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario Federale ha annullato il risultato con quattro voti favorevoli e tre contrari, disponendo nuove elezioni straordinarie da tenere nell’arco di 60 giorni. Il motivo? Secondo il tribunale, la sconfitta di misura del candidato governativo sarebbe stata determinata da un video su Facebook del cardinale Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara. Durante la campagna elettorale, dunque, si sarebbe registrata una violazione del principio di separazione Chiesa-Stato tale da influenzare il risultato nelle urne e richiedere la ripetizione della tornata elettorale. Il porporato, 88 anni, in realtà, non aveva realizzato alcun comizio in favore di Citlalli Amaya de Luna, ma in occasione delle contemporanee elezioni di medio termine in Messico aveva invitato a non votare per “quelli che sono al potere” parlando del rischio di vedere il Paese diventare “povero come il Venezuela e Cuba” con l’avvento di “un sistema comunista-socialista che schiavizza”.

Il cardinal Sandoval Íñiguez aveva esortato i fedeli messicani a rifiutare l’astensionismo pensando a difendere “il bene della famiglia e della vita, perché questo governo ha adottato l’ideologia di genere, che porta a tutte le barbarie innaturali che possono distruggere la famiglia e quindi impedire la nascita e l’educazione dei figli”. Barbarie che l’arcivescovo emerito di Guadalajara aveva identificato nell’“aborto, il divorzio veloce e il ‘matrimonio’ tra coppie omosessuali”.

Dopo il ricorso dei rappresentanti di Morena, il partito di Obrador che si è dimostrato possibilista sulla legalizzazione dell’aborto, l’Istituto Nazionale Elettorale ha chiesto a Facebook di sospendere la diffusione del video e ha ordinato al cardinale di astenersi dal trasmettere messaggi nelle cerimonie religiose pubbliche, nei media e sui social network che possano condizionare il voto dei cittadini. Il cardinal Sandoval Íñiguez, in ogni caso, non ha fatto passi indietro di fronte alla decisione del Tribunale Elettorale e ha commentato l’annullamento delle elezioni rivendicando le parole pronunciate nel video incriminato. “Quello che ho detto lo posso ripetere sempre - si è difeso il porporato -, continuerò a dire di non votare per quei partiti che stanno al potere, o che cercano di arrivarci, che propugnano l’aborto e l’ideologia di genere”.

Contro l’arcivescovo emerito è arrivato nei giorni scorsi il fuoco amico del parroco di Chucandiro, don Michoacán Alfredo Gallegos, che gli ha rimproverato di aver registrato il messaggio nella consapevolezza di violare sia la Costituzione che il diritto canonico. Questo sacerdote, vicino alla Teologia della liberazione, è noto come “Padre pistolas” perché gira sempre armato. A chiedere rispetto per il suo predecessore ci ha pensato il cardinal José Francisco Robles Ortega, attuale arcivescovo metropolita di Guadalajara, che ha rimproverato don Gallegos per l’omelia critica verso il superiore. Sandoval Íñiguez, in ogni caso, non era stato l’unico alto prelato a lanciare un messaggio ai messicani poco prima delle elezioni di medio termine del 6 giugno: anche il cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Città del Messico molto vicino a papa Francesco e primate del Messico, aveva chiesto di votare per i candidati in grado di garantire “i valori fondamentali della nostra fede, come il diritto alla vita, il diritto alla famiglia, il diritto all’istruzione, il diritto alla libertà religiosa”.

L’ottantottenne arcivescovo emerito di Guadalajara, in ogni caso, non si è lasciato impressionare dall’ingiunzione arrivatagli dall’Istituto Nazionale Elettorale e ha continuato la sua campagna contro l’introduzione della legalizzazione dell’aborto in Messico dalla sua pagina Facebook con un video di settembre nel quale si è scagliato contro l’intenzione di una deputata di Jalisco di depositare una proposta di legge in tal senso nel Congresso locale. Tuttavia, la vicenda di cui è stato protagonista a suo discapito, e che ha finito per danneggiare i cittadini di Tlaquepaque, testimonia l’esistenza di un clima non favorevole alla libertà della Chiesa in Messico. Non a caso, un recente report della Christian Solidarity Worldwide ha documentato come nello Stato federale dell’America settentrionale siano in aumento le violazioni della libertà religiosa.