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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

L’intervento

Il card. Zuppi e la sua strana concezione di democrazia

Il discorso del cardinale Zuppi alla Settimana sociale di Trieste contiene diversi punti critici. Vediamoli in sintesi.

Dottrina sociale 05_07_2024
Card. Zuppi, foto d'archivio (ImagoEconomica)

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, parlando alla Settimana sociale di Trieste, ha difeso la Costituzione italiana e si è detto europeista, come se la democrazia imponesse di non modificare la Costituzione né di criticare il processo di unificazione europea, quando invece si può essere democratici, e forse di più, proprio facendo quello che Zuppi condanna. Poi ha detto che bisogna abolire i confini e i muri e aprire ai migranti. Ha poi lamentato la diminuzione della partecipazione al voto che, però, non è di per sé indice automatico di disimpegno ma magari di disgusto e disperazione. Ha detto che la Chiesa si impegna per proposte positive, consapevoli, condivise e possibili. Ma questi aggettivi non sono né democratici né antidemocratici, dipende dal loro contenuto, quindi assumere questi impegni vuol dire assumere il vuoto.

Il cardinale si è detto preoccupato per una serie di problemi di oggi e li ha elencati, ma li ha anche messi tutti sullo stesso piano – la difesa della vita insieme alla transizione ecologica – sicché non ha fornito nessun criterio di valore e nessuna priorità. Non potevano mancare le attenzioni politicamente corrette (le donne vittime della violenza maschile, la transizione ecologica, i feriti della malattia psichiatrica) con esclusione di quelle politicamente scorrette (nessun accenno diretto ad aborto, eutanasia, suicidio assistito, unioni omosessuali, utero in affitto). Ha lamentato le contrapposizioni amico-nemico, ossia la logica degli Orazi e dei Curiazi, coprendo il fatto che ci sono assoluti morali negativi che impongono questa logica nell’impossibilità del compromesso. Ha parlato di partecipazione senza mai dire quando non si deve partecipare, con chi non si deve partecipare, per cosa non si deve partecipare. Il che significa che si può partecipare sempre, con tutti e per qualsiasi obiettivo.

Stefano Fontana