Il bluff immigrazione: i veri rifugiati sono pochissimi
Il rapporto dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ribadisce la natura economica dell'emigrazione dall'Africa all'Europa. Sono pochissimi, in percentuale, quelli che fuggono da guerra, repressione e povertà estrema. Il 93% degli emigranti si muove per motivi economici e non ha diritto all'accoglienza.
Mentre continua a infuriare il dibattito sull’ambiguo ruolo di molte Ong nel trasferimento in Italia di decine di migliaia di migranti illegali (quasi 181.400 solo nello scorso anno, il 18% in più rispetto al 2015) un rapporto Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) conferma come la quasi totalità di coloro che raggiungono le coste italiane dopo aver pagato organizzazioni criminali di trafficanti sono migranti economici e quindi del tutto privi di ogni diritto all’accoglienza.
Il 93% dei migranti che si trovava negli ultimi mesi in Libia ha detto di aver lasciato il paese di origine per fuggire la povertà e l'assenza di opportunità di ottenere migliori condizioni di vita, mentre il 5% lo ha fatto per scappare da guerre, conflitti e condizioni di insicurezza e l'1% per la mancanza di servizi primari in patria.
Il “Libya Migrant Report” si basa su 1.314 interviste sul campo compiute tra dicembre e marzo scorso in Libia e i dati sono emersi dal Displacement Tracking Matrix, sistema usato dall'OIM e cofinanziato dalla Ue e dal Department for International Development britannico per monitorare i movimenti dei migranti presenti in Libia, e sono stati raccolti con interviste in nove diverse regioni del Paese. Il 68% dei migranti illegali intervistati ha riferito che era disoccupato nel Paese di origine. Per quanto riguarda il restante 32%, nel 70% dei casi i principali settori di impiego erano agricoltura, pastorizia, pesca e industria alimentare, nel 9% i settori di costruzioni, fornitura di acqua, energia.
Il 64% dei migranti ha dichiarato che la Libia era il Paese di destinazione a conferma di come l’ex colonia italiana rappresenti anche oggi, che è sprofondata nel caos istituzionale, un miraggio per le popolazioni di Sahel e Africa Nera, come ai tempi del regime di Gheddafi. Il 16% vuole raggiungere l'Italia, l'8% la Francia e il 5% la Germania. In particolare, il 42% dei nigeriani punta all'Italia come prima destinazione. La scelta è soprattutto legata alle condizioni socio-economiche del Paese di arrivo (83%), mentre l'11% ha scelto in base alle condizioni di accesso all'asilo, ed il 4% in base alla presenza di parenti in un determinato Paese europeo.
Secondo l'indagine dell’OIM il 53% di chi sceglie l'Italia come destinazione lo fa per motivi economici, il 40% per chiedere asilo, un dato quest'ultimo cresciuto rispetto al 22% del 2016. Solo il 18% degli intervistati ha preso in considerazione l'idea di tornare nel proprio Paese di origine. La nazionalità principale tra i migranti intervistati è il Niger con il 33% di persone, seguita dall'Egitto con il 19%, e da Sudan, Mali, Nigeria, Ciad. La maggioranza dei migranti intervistati è di sesso maschile (98%) e di età compresa tra i 20 e i 29 anni (62%), dato che rispecchia la gran parte di coloro che vengono fatti sbarcare in Italia. Il 52% sono single e nel 76% dei casi hanno completato un percorso di studi: il 25% presso una scuola coranica, il 22% ha frequentato la scuola primaria, il 12% quella secondaria, il 17% un corso professionale mentre solo l'1% è laureato.
Per quanto riguarda i viaggi, il 70% degli intervistati ha dichiarato di essere partito da un Paese al confine con la Libia. Nel 90% dei casi il viaggio è stato compiuto illegalmente e il 96% degli intervistati ha riferito di essere entrato in Libia via terra. Per il 67.4% il costo per raggiungere la Libia è stato di meno di mille dollari a persona, mentre il 31.7% ha riferito di un costo tra i mille i 5 mila dollari. Per quanto riguarda la stima dei migranti ora in Libia, tra gennaio e febbraio 2017 l'OIM ha rilevato la presenza di 381.463 migranti sul territorio del Paese, di cui 7.197 in stato di detenzione presso diverse milizie libiche. Le principali regioni in cui si concentrano sono quelle di Misurata (dove ha sede la missione militare sanitaria Ippocrate), Tripoli e Sebha. Di questi, il 96% sono adulti, dei quali l'87% uomini e il 13% donne. I minori sono il 4%, il 38% dei quali (uno su tre) non è accompagnato. Sono 38 le nazionalità rappresentate fra le quali la maggioritaria è quella egiziana (18%) seguita dal Niger con il 17% e dal Ciad con l'11%.
Come ha rivelato l’agenzia europea per le frontiere Frontex nei primi tre mesi del 2017 sono giunti in Italia via mare 24.515 migranti illegali, di cui 11.075 nel solo mese di marzo (+29% rispetto allo stesso periodo del 2016) mentrei dati aggiornati al 20 aprile riferivano di quasi 37 mila sbarcati (+40% circa).