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TE DEUM

«Il bene vince sempre sulla prepotenza del male»

Alla celebrazione del Te Deum - preghiera in cui si riconosce la presenza amorevole di Dio nella storia - papa Francesco ha ricordato che il 2015 è stato un anno difficile, costellato da violenze, da morte e dofferenze indicibili di tanti innocenti; ma ci sono stati anche segni di amore che non possono e non devono essere oscurati dalla prepotenza del male.

Ecclesia 01_01_2016
Il Papa al Te Deum

Il Papa al Te Deum

Il 31 dicembre 2015 Papa Francesco ha presieduto in San Pietro la celebrazione del Te Deum, rilevando che la prepotenza del male si è manifestata particolarmente nel corso del 2015 ma, su questa prepotenza, il bene vince sempre.

Il Te Deum, ha detto il Papa, è la preghiera in cui il popolo riconosce «la presenza amorevole di Dio negli avvenimenti della nostra storia» e chiede «l’aiuto agli Angeli, ai Profeti e a tutta la creazione per dare lode al Signore». Con questo inno «ripercorriamo la storia della salvezza dove, per un misterioso disegno di Dio, trovano posto e sintesi anche le varie vicende della nostra vita di quest’anno trascorso».

Sì, l'anno è stato difficile. Ma «la compagnia della misericordia è luce per comprendere meglio quanto abbiamo vissuto, e speranza che ci accompagna all’inizio di un nuovo anno». Il 2015 diventa ora «un ricordo di fatti e avvenimenti che riportano a momenti di gioia e di dolore». E noi siamo «interpellati a verificare se le vicende del mondo si sono realizzate secondo la volontà di Dio, oppure se abbiamo dato ascolto prevalentemente ai progetti degli uomini, spesso carichi di interessi privati, di insaziabile sete di potere e di violenza gratuita».

Il Papa invita a non «dimenticare che tante giornate sono state segnate da violenza, da morte, da sofferenze indicibili di tanti innocenti, di profughi costretti a lasciare la loro patria, di uomini, donne e bambini senza dimora stabile, cibo e sostentamento». Ma dobbiamo essere capaci di vedere anche la «bontà, amore e solidarietà» che «hanno riempito le giornate di quest’anno» ma «non sono diventate notizie dei telegiornali! Le cose buone non fanno mai notizia».

Ma questi «segni di amore» ci sono e «non possono e non devono essere oscurati dalla prepotenza del male. Il bene vince sempre, anche se in qualche momento può apparire più debole e nascosto».

La città di Roma «non è estranea a questa condizione del mondo intero». Qualche volta sono mancati «i valori fondamentali di servizio, onestà e solidarietà» e «le gravi incertezze che hanno dominato la scena di quest’anno sono sintomi di scarso senso di dedizione al bene comune».

«Non manchi mai - ha concluso Francesco - l’apporto positivo della testimonianza cristiana per consentire a Roma, secondo la sua storia, e con la materna intercessione di Maria Salus Populi Romani, di essere interprete privilegiata di fede, di accoglienza, di fraternità e di pace».