Il 70% delle riserve d’acqua in India non sono potabili
Ogni giorno nei fiumi si riversano acque di scarico non trattate. A Chennai le acque tossiche del fiume Adyar hanno contaminato la costa ricoprendola di uno spesso strato di spuma bianca
Le riserve d’acqua in India stanno diventando tossiche. Si stima che circa il 70% delle acque di superficie non siano potabili. Ogni giorno quasi 40 milioni di litri di acque di scarico si riversano nei fiumi e in altre riserve d’acqua e solo una percentuale minima è stata prima adeguatamente trattata. L’inquinamento idrico comporta ingenti perdite economiche e di vite umane. La Banca mondiale ha calcolato che ogni anno 1,5 milioni di bambini di età inferiore a cinque anni perdono la vita e 200 milioni di giornate lavorative vengono perse a causa di malattie legate all’acqua non potabile. All’inizio di dicembre a Marina Beach, località turistica di Chennai, il capoluogo del Tamil Nadu, diversi chilometri di costa sono stati completamente coperti da uno spesso manto bianco di schiuma tossica che ha reso impraticabili mare e spiagge. È la seconda volta che succede nel giro di un mese. Si ritiene che il fenomeno sia causato dai rifiuti che aziende e ospedali gettano nel fiume Adyar il cui estuario sfocia a Marina Beach. La schiuma, secondo gli esperti, può provocare serie lesioni e infezioni cutanee. Le autorità hanno diramato un allarme e hanno ordinato ai pescatori di non prendere il mare. Si teme che, anche finita l’emergenza, la tossicità delle acque comporti delle perdite per l’industria ittica locale. L’organizzazione non governativa South Indian Fisher Welfare Federation ritiene che, anche se il ripetersi di episodi di inquinamento così gravi non dovesse avere conseguenze di rilievo sull’attività della pesca, la vendita di pesce pescato nella zona potrebbe diminuire per paura che sia contaminato. Inconsapevoli del pericolo, molti bambini sono stati visti giocare nelle acque inquinate.