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emergenza sociale

Il 19 marzo non c'è aria di festa per i padri separati

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Per 4 milioni di papà oggi non è un giorno di gioia ma di amarezza tra difficoltà economiche e progressiva emarginazione dal rapporto con i figli. Perché la separazione non è solo una questione legale ma una ferita profonda.

Attualità 19_03_2025
Carino - imagoeconomica

Nel giorno della Festa del Papà, per molti padri separati non c'è nulla da festeggiare, perché la loro realtà è fatta di difficoltà economiche, solitudine e, troppo spesso, di una progressiva emarginazione dal rapporto con i propri figli. In Italia, i padri separati sono circa quattro milioni, e di questi ben 800.000 vivono sulla soglia della povertà, con il 66% che non riesce a sostenere le spese per i beni di prima necessità.
Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, che ha trasformato questi uomini nei “nuovi poveri”, vittime di un sistema che li penalizza non solo sul piano economico, ma anche affettivo e psicologico. 

La separazione non è solo una questione legale, ma una ferita profonda che mina la stabilità emotiva e il diritto alla genitorialità, lasciando molti padri in una condizione di sofferenza e marginalizzazione. L’attuale normativa, pur affermando il principio di pari dignità tra i genitori, viene spesso disattesa nei tribunali, dove la prassi giudiziaria continua a favorire in modo sproporzionato il collocamento dei figli presso le madri, relegando i padri a ruoli secondari e, in molti casi, limitando drasticamente il loro tempo di frequentazione con i figli. Il risultato è che l’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa per il diritto alla bigenitorialità, con oltre il 95% delle separazioni che non garantiscono un affido equo e realmente condiviso.
Questa situazione è stata più volte oggetto di condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha sanzionato l’Italia per la sistematica violazione del diritto dei minori a mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori. 

Nonostante la legge 54 sull’affido condiviso, la realtà mostra uno scenario ben diverso, dove i padri separati diventano spesso “genitori di serie B”, costretti a lottare per poter trascorrere anche solo poche ore con i propri figli. Questa ingiustizia ha ricadute drammatiche non solo sui padri, ma anche sui minori, che crescono privati di una relazione significativa con entrambi i genitori, con effetti negativi sul loro sviluppo psicologico ed emotivo. Secondo recenti studi, i figli dei separati in Italia risultano essere tra i più infelici d’Europa, proprio a causa della scarsa applicazione della bigenitorialità.

Le difficoltà economiche, inoltre, aggravano ulteriormente la condizione dei padri separati: il 72% subisce un drastico abbassamento del tenore di vita e il 30% scivola sotto la soglia di povertà relativa. Molti di loro si trovano impossibilitati a sostenere un affitto e sono costretti a dormire in auto o in sistemazioni di fortuna, mentre devono comunque versare l’assegno di mantenimento, spesso senza poter contare su adeguati strumenti di supporto economico o assistenziale.

La solitudine e il senso di impotenza in cui precipitano tanti padri separati porta, in alcuni casi, a esiti tragici: secondo i dati Istat, circa 10.000 uomini ogni anno si tolgono la vita, e una percentuale significativa di questi è composta da padri separati. La Società Italiana di Psichiatria ha evidenziato che il rischio di suicidio per loro è tre volte superiore rispetto alla popolazione maschile generale, un dato che riflette il profondo disagio psicologico che vivono, spesso senza ricevere il sostegno di cui avrebbero bisogno. In questo scenario, l’associazione Codici, impegnata energicamente da anni nella tutela dei diritti dei consumatori, si batte per il riconoscimento dei diritti dei padri separati e per un cambio di rotta nel sistema giuridico e sociale che oggi li penalizza. Con la campagna “Voglio papà”, Codici denuncia le ingiustizie subite dai padri separati e chiede interventi concreti per garantire un’equa ripartizione delle responsabilità genitoriali e un supporto economico per chi si trova in difficoltà. 

Recentemente, è stata depositata in Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a regolare il rapporto tra genitori nella separazione, ponendo al centro il benessere dei figli e garantendo il pieno rispetto della bigenitorialità. Questa proposta è frutto del lavoro di un Comitato costituito in onore di Roberto Castelli (presidente dell’associazione Genitori sottratti, morto nel maggio 2024), che riunisce numerose associazioni impegnate da oltre vent’anni nella tutela dei diritti dei padri separati. L’obiettivo è superare la distorsione applicativa della legge 54 e rendere effettivo il principio di equa responsabilità genitoriale, eliminando le disparità di trattamento che oggi penalizzano i padri e, di conseguenza, i loro figli. 

La Festa del Papà, che dovrebbe essere un giorno di gioia e celebrazione, per molti padri separati diventa invece un momento di dolore, in cui il senso di esclusione e ingiustizia si fa ancora più acuto. “Essere padri è un diritto, non un privilegio”, sottolinea Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, ricordando che la società ha il dovere di tutelare questo diritto anche nelle situazioni più difficili. L’emarginazione dei padri separati non è solo un problema giuridico, ma un grave squilibrio culturale che deve essere affrontato con urgenza.

È necessario un cambiamento radicale nella mentalità di giudici e istituzioni, per garantire che i figli possano avere entrambi i genitori nella loro vita e che nessun padre sia costretto a scegliere tra la propria dignità e l’amore per i propri figli. 
Non basta più celebrare la paternità un solo giorno all’anno: servono riforme concrete per restituire dignità e diritti ai padri separati, permettendo loro di essere davvero presenti nella vita dei loro figli.



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