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DELITTO D'IMMAGINE

Ideona per Pisapia: una tassa Kabobo su tutti i criminali

Adam “Mada” Kabobo, il ghanese che a Milano uccise a colpi di machete tre personei, oltre a scontare 20 anni di carcere, dovrà risarcire il Comune di Milano per il danno arrecato all’immagine della città. Una sentenza che potrebbe far comodo alla giunta di sinistra di Pisapia: una tassa speciale sulla criminalità.

Politica 06_02_2015
Adam Kabobo

Assassini, ladri, stupratori e furfanti di ogni risma e crisma sono avvertiti: se mai avessero intenzione di combinare qualche malefatta, magari solo un borseggio o un furto con  destrezza, stiano lontani da Milano. Almeno fino al 31 ottobre quando si chiuderà l’Expo, il circo globale messo in piedi per cercare di capire se è possibile sfamare il mondo. Per il momento, pare abbia sfamato solo mafia e tangentari, ma questo c’entra niente.

La notizia dice che alle pene già previste per i crimini perpetrati, verranno aggiunti quelle accessorie per lesa immagine alla metropoli lombarda. La prima sentenza in questo senso è già stata pronunciata: contro Adam “Mada” Kabobo, il ghanese fuori di testa che l’11 maggio 2013 ha ucciso tre persone a Milano a colpi di piccone.  Il tipo è stato condannato a 20 anni di galera (meno di sette per ogni omicidio) ma dovrà poi affrontare un altro processo con il Comune parte offesa perché gli «è stato riconosciuto un risarcimento per danni non patrimoniali da liquidarsi in separato giudizio civile». Il danno, hanno scritto i giudici, «va ravvisato nel grande clamore mediatico su giornali e tv, anche straniere, della notizia dell’omicidio di tre milanesi, colpiti a picconate in piena città».

Non si capisce come faranno gli zelanti giudici a convincere il disgraziato ghanese pluriomicida a risarcire il Comune, dato che è nullatenente e non tiene un becco di un centesimo. Lo metteranno ai lavori forzati (col piccone ci sa fare) o a quelli socialmente utili? Oppure chiederanno il risarcimento direttamente al Ghana? Il Paese africano è presente all’Expo con quella che è la sua principale ricchezza: il cacao. Sul sito, si dice, che il paese garantisce il 20% del miglior cacao all'industria cioccolatiera e delle confezioni dolciarie a livello globale. Vuoi vedere che la giunta arancione di Pisapia si farà consegnare dai produttori ghanesi il rinomato “nettare degli dei” per almeno tre anni. Intanto, la figura dei cioccolatai l’han fatta i giudici della Corte d’Appello di Milano che con sommo sprezzo del ridicolo hanno firmato l’umoristica sentenza. Passino (o forse no) i soli 20 anni per Kabobo, ma qui al danno si aggiunge pure la beffa: il danno all’Expo vale di più della vita di quei tre poveretti massacrati a colpi di machete. Come se Milano fosse Disneyland e la città più immacolata d’Italia.

Eppure, dicono i giudici, Kabobo ha contribuito «all’azzeramento degli effetti auspicati in conseguenza della costosa attività di promozione dell’immagine della città all’estero».Insomma, se qualcosa andrà storto o non si venderanno abbastanza biglietti, sappiamo a chi consegnare la parcella finale. Grottesco. Se c’è qualcuno che è responsabile dei danni collaterali arrecati dall’africano, questo è lo Stato italiano. Prima di arrivare a Milano, infatti, il machetista aveva partecipato alle rivolte nei campi d’accoglienza, preso a pietrate i poliziotti, arrestato per furto aggravato, sfasciato la cella dov’era rinchiuso e, infine, scarcerato per decorrenza termini. Beh, le toghe della Corte d’Appello di Milano dovrebbero fare una telefonatina al collega che ha firmato quell’ordine di scarcerazione.  E chiedere, se proprio insistono, un congruo risarcimento al suo datore di lavoro, cioè lo Stato. 

L’ideona magistrale, tuttavia, potrebbe fornire al sindaco Pisapia una grande chance: pareggiare i conti di un bilancio perennemente in rosso e assicurare nuove e provvidenziali entrate alle casse comunali. L’industria del crimine è la sola che non registra crisi e anche dal punto di vista dell’occupazione, sono sempre di più quelli che “lavorano” nel ramo. Del resto, anche prostituzione e contrabbando sono entrati nel computo del Pil nazionale e dunque, dopo Kabobo , Milano potrebbe introdurre una speciale “tassa” sulla criminalità. Salvando capra (il sindaco) e cavoli (i danè).  E Pisapia potrebbe piantarla di perseguitare gli automobilisti con l’Area C, gli autovelox a tradimento, i semafori intelligenti e le multe imbecilli per sosta vietata. Si sa, Milano è la maglia nera d’Italia per reati, prima di Roma e di Napoli: potrebbe far di questi vizi privati, pubbliche virtù. 

Lo scorso anno i reati denunciati in tutta l’area metropolitana milanese sono stati più di 240mila, più di 5.500 persone sono state  arrestate e 14.044 denunciate in stato di libertà. Ducentocinque le rapine e 18.515 i furti all’interno delle case. Buoni risultati anche sugli omicidi: 27, contro i 22 dell’anno precedente. Alcuni, particolarmente sanguinosi, hanno avuto una risonanza mediatica nazionale. Mica è finita: sono poi stati arrestati oltre 800 spacciatori e sequestrati 938 chili di hashish, 241 di eroina, 139 di marijuana, 45 di cocaina e 114 di altre droghe sintetiche. Sempre su livelli ragguardevoli anche le quotazioni di ‘ndrangheta e mafia in Borsa e nei settori strategici dell’economia milanese, con forti incrementi dopo l’apertura dei cantieri per l’Expo. Insomma, un bendidio che è peccato lasciarlo marcire. Non tutti i criminali sono disgraziati e poveri in canna come Kabobo: così la tassa di risarcimento per l’immagine rovinata darebbe un gettito milionario. Mai più sfregio risulterebbe provvidenziale. E se vent'anni di galera vi sembran pochi, dopo la trovata del "delitto di immagine", l’assassino con il machete s’è meritato pienamente il super sconto di pena.