I vescovi scozzesi si allineano alla narrazione sul clima
Mentre è in corso la Cop 29, la Conferenza episcopale della Scozia ha pubblicato una nota in cui si assumono in modo acritico le posizioni – nocive – dell’ideologia ambientalista, in particolare sul clima.
Anche la Conferenza episcopale della Scozia si allinea in tema di clima [vedi qui]. Bisognerebbe fare un’analisi approfondita del motivo per cui tanti vescovi cattolici, e anche Francesco, sposino acriticamente le politiche del Deep State globalista. Come sappiamo, è in corso a Baku, in Azerbaigian, la Cop 29, ossia la conferenza dell’Onu sui “cambiamenti climatici”. Ora, i vescovi scozzesi pubblicano una loro nota [leggi qui] in cui sollecitano la transizione verso l’eliminazione dei combustibili fossili.
Le parole e le immagini da loro adoperate sono le solite, assunte in modo completamente acritico: la transizione è “essenziale per affrontare le urgenti necessità del nostro pianeta e della sua gente”, deve avvenire “secondo giustizia”, deve garantire posti di lavori sicuri “nell’economia post-carbonio”, il clima è “un bene comune dell’umanità” e oggi è messo in pericolo dall’uso eccessivo dei combustibili fossili che creano il riscaldamento globale. È come una lezioncina scolastica imparata a memoria. È difficile e forse impossibile rassegnarsi a comunicati episcopali di questo genere, che fanno proprie tesi e ideologie discutibili, posizioni scientifiche non confermate, dicerie messe volutamente in orbita da poteri occulti… il tutto senza un esame almeno minimale alla luce dei principi della Dottrina sociale della Chiesa. Da dove nasce questo desiderio impellente di “piacere” alle narrazioni imperanti? Tra l’altro proprio nel momento in cui esse vengono criticate sempre di più e nei loro confronti si sta mobilitando a livello mondiale un processo di liberazione. Non vedono, i vescovi scozzesi, che l’ideologia green sta producendo povertà, ingiustizia e limitazioni alla libertà e che ormai ha i giorni contati: l’élite europea che l’ha voluta è politicamente in gravissime difficoltà e dal basso emergono contestazioni da guerra civile? Non ho grande simpatia per la dottrina dei “segni dei tempi”, ma è evidente che i segni dei tempi stanno contestando posizioni come quelle assunte dai vescovi scozzesi. Quantomeno, diciamo così, essi arrivano in ritardo.
Del resto, anche Francesco ha chiesto solennemente durante la Liturgia Penitenziale dell’1 ottobre scorso di uscire in fretta dall’era dei combustibili fossili e ha domandato una rivoluzione finanziaria per combattere il riscaldamento climatico [vedi qui], mentre nell’Esortazione apostolica Laudate Deum del 4 ottobre 2023 aveva accolto e benedetto tutte le ideologie oggi correnti e prevalenti sulla cosiddetta crisi climatica.
Stefano Fontana