I vescovi nigeriani chiedono al governo di combattere la tratta di esseri umani
Nel corso di una conferenza dedicata alla tratta di esseri umani i vescovi nigeriani hanno proposto una collaborazione con il governo per prendere in carico le vittime dei trafficanti
Il 28 novembre la Sancta Marta Group African Regional Conference e la Catholic Caritas Foundation of Nigeria hanno organizzato ad Abuja, la capitale della Nigeria, una conferenza dal titolo“Chiesa e Stato lavorano per ripristinare la dignità delle vittime della tratta”. Nel suo intervento, monsignor Augustine Obiora Akubeze, Arcivescovo di Benin City e Presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana, ha spiegato che la collaborazione della Chiesa con il governo mira a prendere in carico le vittime fornendo loro supporto finanziario, morale, spirituale e legale. “Contribuire a perseguire i responsabili del crimine del traffico di esseri umani – ha aggiunto – è anche un modo per ripristinare la dignità delle vittime. Le nostre leggi devono essere abbastanza forti da far sì che le persone direttamente e indirettamente responsabili della tratta di persone siano perseguite dalla giustizia". Il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, ha quindi preso la parola per ricordare le responsabilità del governo, l’impegno che dovrebbe mettere nel migliorare l’economia nazionale. Se le condizioni di vita dei nigeriani fossero migliori – ha detto – molti non tenterebbero di emigrare illegalmente, spesso finendo vittime della criminalità organizzata: “la forma più atroce di profitto della tratta degli esseri umani è lo sfruttamento sessuale di bambini e minori. Queste attività sono sotto il controllo di bande criminali spietate, che ricavano guadagni enormi a spese delle vittime indifese”. Monsignor Matthew Ndagoso, arcivescovo di Kaduna e Presidente della Catholic Caritas Foundation of Nigeria ha commentato a questo proposito che “sfortunatamente, alcuni membri delle forze di sicurezza sono compromesse con i trafficanti che commettono questo crimine efferato contro i nigeriani”.