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Islam

I rifugiati musulmani Rohingya impediscono la sepoltura di un cristiano

È già successo che i rifugiati musulmani minacciassero la minoranza cristiana del campo profughi di Cox’s Bazar, in Bangladesh, ma è la prima volta che impediscono la sepoltura di un cristiano

Cox’s Bazar, nel Bangladesh, è l’enorme complesso di campi profughi, il più grande del mondo, che dal 2017 ospita circa un milione di rifugiati Rohingya, fuggiti dal vicino Myanmar a causa del conflitto tra le milizie antigovernative dell’Arsa, Arakan Rohingya Salvation Army, ed esercito governativo scoppiato nel Rakhine dove vivevano. Sono in gran parte di fede islamica, ma ci sono delle piccole comunità Rohingya cristiane. A Cox’s Bazar ne vivono 200 famiglie. Finora i musulmani avevano permesso che i cristiani fossero seppelliti nello stesso cimitero con i loro defunti, ma il 29 agosto invece per la prima volta non hanno consentito l’inumazione di un cristiano, Mohi Uddin. I suoi resti sono rimasti privi di sepoltura per 30 ore finché la chiesa battista di Patiya ha proposto che fossero portati nel camposanto cristiano di Chattogram, una città vicina. “Il responsabile del campo e il personale Onu hanno provato a risolvere il problema, ma non ci sono riusciti – ha spiegato all’agenzia AsiaNews Peter Saiful, pastore della Bethel Church del campo profughi – per la prima volta abbiamo seppellito il cadavere di un cristiano Rohingya in un altro distretto per l'opposizione dei musulmani, anche se per anni i corpi di tutti i fedeli sono stati sepolti insieme”. Rashedul Islam, il responsabile del campo profughi, ha confermato l’episodio di intolleranza: “i musulmani – ha spiegato – hanno fatto barriera e siamo stati constretti a contattare un’altra chiesa”. La minoranza cristiana del campo profughi ha subito in passato minacce e attacchi da parte dei rifugiati musulmani. Uno degli episodi più gravi si è verificato nel gennaio del 2020 quando 25 famiglie cristiane sono state attaccate da una folla composta da almeno 400 persone che oltre a infierire sui cristiani inermi, li hanno derubati e hanno distrutto l’unica chiesa del campo, già demolita una prima volta da un gruppo di integralisti islamici nel 2019.