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Ora di dottrina / 153 – Il supplemento

I punti chiave del dissenso di Lutero

Il cuore della dottrina luterana riposa sul modo di intendere la salvezza e, quindi, la giustificazione del peccatore. Per Lutero, esiste un insanabile conflitto tra grazia e merito, tra azione divina e libertà dell’uomo. Autorità della Chiesa, sola Scriptura e sacramenti: le altre deviazioni. Le “correzioni” di Melantone. E la dottrina cattolica.

Catechismo 02_03_2025

Per evitare di perdersi in questa lunga serie di articoli dedicati allo scisma di Lutero, può essere utile presentare brevemente i punti chiave del suo dissenso, richiamando nel contempo la dottrina cattolica su ciascun punto.

Il cuore della dottrina luterana, la quale – giova ricordarlo – si ritrova per lo più in esortazioni, lettere, pamphlet, discorsi e praticamente mai in veri e propri trattati (eccettuato il De servo arbitrio), riposa sul modo di intendere la salvezza. La giustificazione è, nella prospettiva luterana, sostanzialmente un atto della volontà divina che decide misericordiosamente di non imputare all’uomo il peccato, ma di ricoprirlo della giustizia di Gesù Cristo, così che Dio non vede più in lui un peccatore, ma i meriti del suo Figlio unigenito incarnato. La natura umana, del tutto corrotta dal peccato originale, rimane tale anche quando l’uomo viene giustificato, essendo egli non trasformato interiormente, ma come rivestito esteriormente.

L’insegnamento della Chiesa cattolica riconosce non una radicale corruzione, ma una ferita che il peccato originale ha inferto alla natura umana e che si trova fondamentalmente nella concupiscenza, la quale ha indebolito la nostra natura e la rende incline al peccato; e tuttavia, la concupiscenza è qualcosa che si avverte, che si sperimenta, ma che non costituisce di per sé peccato. La concupiscenza viene dal peccato (originale), inclina al peccato, ma non è peccato, come invece voleva Lutero. L’uomo è così chiamato ad abbracciare le armi dell’ascesi, sostenuto dalla grazia, per dominare la concupiscenza, e ad accostarsi frequentemente ai sacramenti per essere incessantemente purificato e reso cristiforme.

Lutero si distacca dall’insegnamento della Chiesa anche relativamente alla fede, affermando che, per la giustificazione del peccatore (intesa come appena spiegato), non è richiesto null’altro che la sola fede, intesa come fiducia nella misericordia di Dio di essere stato salvato. È la cosiddetta “fede fiduciale” (fides fiducialis), che sottostima il fatto che l’assenso della fede si volge anche alla verità che Dio ha rivelato, ossia la fede dogmatica o retta fede. Nella prospettiva di Lutero troviamo inoltre l’esplicita esclusione della volontà umana nell’opera della giustificazione. La giustificazione non solo è dono gratuito, come afferma anche la Chiesa cattolica, ma è “dono imposto”, di fronte al quale l’uomo è sostanzialmente passivo e “corrisponde” solamente con la fiducia che i suoi peccati siano stati rimessi. Per Lutero, esiste un insanabile conflitto tra grazia e merito, tra azione divina e libertà dell’uomo: la grazia esclude decisamente il merito, laddove nella prospettiva cattolica è proprio la grazia, che agisce nell’uomo e che lo trasforma, ad essere principio del merito, in sinergia con la libera volontà dell’uomo. La grazia purifica e sostiene la libertà, così che l’uomo possa compiere atti veramente responsabili nell’ordine della salvezza (e non solo nell’ordine temporale, cosa che anche Lutero ammette), e dunque realmente meritevoli sia di un ulteriore aumento della grazia che della vita eterna.

Grazia e merito che viene dalle buone opere sono i due elementi costitutivi del percorso di santificazione del cristiano, che nella prospettiva di Lutero perde di fatto di significato, dal momento che la giustificazione è concepita come opera esclusiva di Dio, la fede è fiducia di esser stati giustificati e le opere sono semplicemente l’effetto del perdono di Dio.

Estremamente importante è anche la deviazione luterana relativamente alla Chiesa e ai sacramenti. Lutero non negava del tutto una certa visibilità della Chiesa, la quale però resta sostanzialmente una realtà interiore, e pertanto invisibile; la Chiesa, nella sua prospettiva, si manifesta esteriormente nella predicazione dei pastori e nei sacramenti (che per Lutero sarebbero solamente due, ossia il battesimo e l’eucaristia), ma questi ultimi non sono, come insegna la Chiesa, segni efficaci della grazia, ma segni esterni che manifestano la fede e che la edificano. Più specificamente sull’Eucaristia, Lutero critica esplicitamente la conversione della sostanza del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, detta transustanziazione, e abbozza una spiegazione secondo la quale Cristo è realmente presente insieme al pane e al vino, distanziandosi in questo modo anche dalle altre correnti riformate. Ancora, Lutero negava apertamente che la Messa fosse un vero sacrificio propiziatorio, memoriale del sacrificio di Cristo sulla croce per la nostra salvezza, ritenendolo un rito nel quale Cristo si fa presente (nel modo detto sopra), ma non è offerto in sacrificio dal sacerdote. Sacerdozio che, com’è noto, in Lutero non ha natura propriamente sacramentale, ossia non differisce per essenza dal sacerdozio comune o battesimale.

Infine, affermando il principio della “sola Scrittura”, ossia della sostanziale coincidenza della Rivelazione con la Bibbia e della Scrittura come unica e ultima autorità per la comunità cristiana, Lutero respingeva sia il senso vincolante della Tradizione della Chiesa, che l’esistenza di un vero e proprio Magistero autentico, con l’autorità di definire le verità della fede e della morale cristiana.

Sarà poi Filippo Schwarzerdt, più conosciuto come Melantone (1497-1560), a rivedere alcuni punti dell’insegnamento di Lutero: per l’eucaristia, preferì appoggiare l’idea di una presenza del Signore nel pane e nel vino che vengono distribuiti nella santa Cena, allargando le maglie della spiegazione luterana che suonava ancora troppo cattolica per essere accettata dagli altri riformatori; riguardo alla fede e alle opere, dopo la morte di Lutero, propose una dottrina detta “sinergista”, che in qualche modo cercava di recuperare la risposta della libertà umana, che si riconosceva svolgere un ruolo reale nel rifiutare o accogliere la grazia, di fronte al rigido determinismo di una predestinazione in qualche modo imposta all’uomo giustificato e che poteva pericolosamente “giustificare” condotte di vita poco cristiane, rassicurate dal fatto che Dio imputa la salvezza a prescindere dalla corrispondenza dell’uomo. Posizione che diede origine alla “controversia sinergista” e che di fatto continua a segnare un importante punto di divergenza tra luterani e riformati provenienti dal calvinismo.



Ora di dottrina / 153 – Il video

I misteri della Nascita

02_03_2025 Luisella Scrosati

La nascita di Gesù non è stata manifestata a tutti, per preservare il merito della fede, cioè di coloro che avrebbero creduto ai testimoni prescelti da Dio. È la stessa logica per la Risurrezione e gli altri misteri della fede. Una logica in cui rientra la mediazione della Chiesa.

Ora di dottrina / 150 – Il supplemento

Lutero e gli effetti del rifiuto dell’autorità della Chiesa

09_02_2025 Luisella Scrosati

L’aspetto centrale della contesa tra i “riformatori” e la Chiesa cattolica riguarda il tema dell’autorità della Chiesa. Il criterio del “sola Scriptura” è di fatto contraddetto dall’enorme frammentazione del mondo protestante, conseguenza della separazione tra Scritture, Tradizione e Magistero.

Ora di dottrina / 148 – Il supplemento

Lutero e la sua Theologia crucis, origine di tante lacerazioni

26_01_2025 Luisella Scrosati

La “Teologia della croce” di Lutero è fondamentale per capire ogni affermazione dell’ex monaco. Il quale si erse come difensore della conoscenza rivelata contro quella filosofica, della fede contro la ragione, della grazia contro le opere. Invece di armoniche sintesi, teorizzò contrapposizioni artificiose, con conseguenze nocive.

Ora di dottrina / 146 – Il supplemento

Il culto “puro”, come Lutero si sbarazzò dei sacramenti

12_01_2025 Luisella Scrosati

Basandosi sulla sua errata idea della giustificazione, Lutero demolì il sistema sacramentale cattolico, mantenendo solo Battesimo ed Eucaristia, ma svuotati del loro significato. In particolare, l’attacco alla Messa era necessario per il decollo della sua “riforma”.

Ora di dottrina 145 / Il supplemento

Lo svilimento del matrimonio nella dottrina di Lutero

05_01_2025 Luisella Scrosati

Lutero riteneva che il matrimonio fosse l’unica forma di vita voluta da Dio e che non fosse un sacramento. In particolare negava che esso sia segno dell’unione indissolubile Cristo-Chiesa. Il suo pensiero in breve impoverisce la vocazione matrimoniale.

Ora di dottrina / 144 – Il supplemento

Le rivolte dei contadini che Lutero fece soffocare nel sangue

29_12_2024 Luisella Scrosati

L’attacco sistematico di Lutero al papato e la diffusione della sua riforma dipendevano dal sostegno dei principi, suoi protettori. E quando i contadini protestarono per la perdita dei diritti sotto il nuovo ordine, Lutero istigò i principi al massacro. In linea con il suo assolutismo di Stato.