I Pride antagonisti
I Pride antagonisti sono quei pride che criticano i pride istituzionali o ordinari perché troppo commerciali e poco rivoluzionari.

Maggio non è più il mese di Maria ma dei Pride. Accanto ai pride ordinari sono fioriti i pride antagonisti. Il sito Gay.it ci spiega cosa sono: «Negli ultimi anni, sempre più città italiane hanno visto fiorire cortei del Pride “alternativi” o “antagonisti”, organizzati da collettivi queer, transfemministi e soggettività LGBTQIA+ critiche verso l’evoluzione dei Pride ufficiali. Questi nuovi Pride “laterali” non si oppongono alla celebrazione dell’orgoglio queer, ma mettono in discussione l’attuale assetto istituzionale e commerciale delle parate tradizionali.
A preoccupare i collettivi è la trasformazione del Pride in un grande evento promozionale, dove sponsor, brand e politici sfilano in prima linea, spesso senza un reale impegno verso le cause LGBTQIA+. I Pride antagonisti denunciano in particolare il rainbow washing: quella strategia di marketing con cui le aziende si appropriano dei simboli LGBTQIA+ durante il mese del Pride per costruirsi un’immagine inclusiva, pur mantenendo pratiche interne spesso contrarie ai valori di equità e giustizia sociale.
In molti casi, la nascita di Pride antagonisti, autonomi, anticapitalisti e autogestiti è strettamente connessa alla necessità di volersi riappropriare del senso politico e rivoluzionario del Pride, nato dai moti di Stonewall. Sono sempre più, in Italia, i gruppi orizzontali, autogestiti e politicamente radicali, che puntano il dito contro i Pride istituzionali, accusandoli di aver perso la carica rivoluzionaria propria delle origini».
C’è sempre qualcuno più sinistra di te. C’è sempre qualcuno più rivoluzionario di te.