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I Normanni e il ritorno di Cristo in Sicilia

L’abbazia di Santo Spirito a Caltanissetta è una testimonianza della volontà normanna non solo di riconquistare la Sicilia ma di riportarvi il Cristianesimo, riaffermandone la Verità attraverso la costruzione di splendidi edifici per il culto.

Cultura 29_04_2017

Una fortificazione araba sorgeva, almeno dal 900 d.C., sul luogo in cui i Normanni eressero l’abbazia di Santo Spirito, la chiesa più antica di Caltanissetta. Probabilmente quest’ultima era stata già preceduta da un luogo di culto bizantino, ma il passato militare dell’edificio è ancora riscontrabile in alcuni dettagli architettonici, quali le possenti mura, le feritoie da cui si scagliavano le frecce e la torre quadrangolare. 

Il conte Ruggero e sua moglie Adelasia furono i patrocinatori della nuova costruzione di cui, però, s’ignora la data esatta di fondazione mentre è certo che la sua consacrazione avvenne nel 1153, come riportato dall’iscrizione sul pilastro sinistro dell’abside maggiore. Nel 1178 il complesso fu affidato ai Canonici Regolari Agostiniani, cui successero i padri cappuccini qui chiamati nel corso del XVIII secolo.  

La struttura dell’edificio è molto semplice: un parallelepipedo di pietra nuda, sormontato da un tetto a capanna, che si conclude in tre absidi di forma semi cilindrica. Gli corrisponde, all’interno, un ambiente a navata unica cui si accede tramite un portale sormontato da una lunetta affrescata con l’immagine di Cristo benedicente. Un altro Salvator Mundi campeggia nella calotta dell’abside centrale: Egli tiene nella mano sinistra un libro aperto su cui si legge, da un lato l’iscrizione “Ego sum lux mundi” e, dall’altro, “Qui sequitur me non ambulat in tenebris". 

Ai primi secoli dell’era cristiana appartiene il fonte battesimale ad immersione, intagliato in un blocco di tufo. I rilievi decorativi delle palme e degli archi a sesto acuto fanno presumere che si tratti di manufatto di maestranze arabe. Lo sormonta un’altra opera, altrettanto pregevole: il Crocefisso dello Staglio, risalente al XV secolo, dipinto con tempera grassa su tavola. In chiesa si conservano anche frammenti di affreschi risalenti al XV secolo: l’effigie di sant’Agostino, la visione di un incredulo durante l’Eucarestia celebrata da San Gregorio Magno e il Cristo che esce dal sepolcro e si presenta per la salvezza delle anime.  Il simulacro in terracotta policroma della Madonna delle Grazie, datato al XVI secolo, è la più antica icona mariana in terra nissena.

L’abbazia di santo Spirito è una testimonianza della volontà normanna non solo di riconquistare la Sicilia ma di riportarvi il Cristianesimo, riaffermandone la Verità attraverso la costruzione di splendidi edifici per il culto.