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eminenze mancate

I non-cardinali del concistoro di oggi

Ad ogni infornata di nuove porpore riemerge la domanda sulle esclusioni eccellenti. E nel giorno di Sant'Ambrogio risalta ancor di più la berretta "negata" a Milano.

Borgo Pio 07_12_2024
IMAGOECONOMICA - CARLO LANNUTTI

Con il suo decimo concistoro Papa Francesco aggrega al sacro collegio 21 nuovi porporati, di cui 20 elettori (l'unico non elettore a ricevere oggi la berretta è il 99enne Angelo Acerbi). Con loro, aggiunti ai 120 elettori già presenti, un eventuale conclave raggiungerebbe la cifra record di ben 140 cardinali chiamati a eleggere il successore di Francesco. E mentre l'attenzione si concentra, com'è giusto che sia, sulle nuove porpore, riemerge sempre la domanda sulle eminenze mancate: anche le esclusioni con Francesco sono divenute una prassi, in Italia e all'estero.

Le esclusioni riguardano Bruxelles, Lione, Cracovia (già sede di Wojtyla), Parigi, dove il Papa sarà il grande assente alla riapertura di Notre Dame, e persino la sua Buenos Aires. Tra i capi-dicastero della Curia romana, escluso ovviamente il laico Ruffini, l'unico non-cardinale è mons. Filippo Iannone, prefetto del Dicastero per i Testi Legislativi.

Parziale inversione di rotta nella sistematica esclusione delle sedi "cardinalizie" italiane. Continuano a restare senza porpora Palermo, Genova, Firenze e Venezia. Ma la riceveranno gli arcivescovi di Torino e (ripescato last minute) di Napoli, oltre al Vicario di Roma.

Infine, un concistoro nel giorno di Sant'Ambrogio fa risaltare ancor di più la mancata porpora all'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini – il cui suffraganeo comasco, Cantoni, è invece cardinale dal 2022. Per inciso, anche se Delpini è il primo non-cardinale da ben oltre un secolo, l'ultima creazione cardinalizia di un arcivescovo ambrosiano risale al 1983 con Carlo Maria Martini: i successori Tettamanzi e Scola arrivarono infatti a Milano già rivestiti di porpora dalle precedenti sedi di Genova e Venezia.