I giovani di Taizé contempleranno la Sindone
Dal 28 dicembre 2020 all’1 gennaio 2021, i giovani della comunità di Taizé potranno contemplare la Sindone nel Duomo di Torino. Prevista la partecipazione di 15.000 ragazzi, provenienti da 70 Paesi. Un’occasione unica perché, come dice mons. Nosiglia, l’incontro con il Sacro Lino «apre il cuore alla fede in Cristo morto e risorto».
L’anno appena terminato si è concluso con un importante annuncio arrivato dal raduno di Taizé tenutosi a Breslavia (Wroclaw), in Polonia: fra un anno la Sindone potrà essere contemplata dai giovani di quella fraternità che andranno a Torino per il loro annuale “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”. Questo è il dono che l’arcivescovo Cesare Nosiglia, presente all’incontro di Breslavia con 80 giovani torinesi, ha voluto fare a chi vivrà questa esperienza spirituale, per la prima volta prevista nel capoluogo piemontese.
La comunità internazionale di Taizé è stata fondata nel 1940 da frère Roger Schutz, un monaco svizzero di fede cristiana riformata, deceduto nel 2005. La sua sede è nel piccolo comune di Taizé, in Francia, che è celebre per la presenza del movimento ecumenico ormai conosciuto in tutto il mondo. Dal 1978 la comunità invita i giovani ad un incontro europeo annuale in una grande città europea.
L’attuale priore, frère Alois Lӧser, ha annunciato che dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 l’appuntamento è a Torino, dove si prevede l’arrivo di 15.000 ragazzi dai 18 ai 35 anni, provenienti da 70 Paesi, che saranno ospitati dalle famiglie della diocesi. Sarà un’occasione unica per i giovani di tutte le confessioni cristiane, che continueranno, anche davanti al Sacro Lino, quello stile di preghiera e contemplazione che caratterizza l’esperienza di Taizé.
L’Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Torino ha già iniziato a preparare, insieme alla Commissione diocesana per la Sindone, l’organizzazione dell’evento. Il direttore dell’Ufficio, don Luca Ramello, lavora in stretto contatto anche con i rappresentanti delle istituzioni, in primo luogo il Comune e la Regione Piemonte, per tutte le necessità logistiche e della sicurezza.
Durante la conferenza stampa, tenutasi il 3 gennaio nell’Arcivescovado di Torino, don Ramello ha sottolineato tre aspetti importanti di questo evento: il senso del pellegrinaggio di fiducia, ecumenismo, internazionalità e spiritualità; l’ospitalità delle famiglie e delle comunità, cuore dell’accoglienza; i protagonisti della preparazione, giovani, adulti e anziani, che verranno prima dell’inizio dell’incontro per aiutare come volontari.
Alcune importanti informazioni sono state fornite da don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone. “La contemplazione della Sindone - ha spiegato don Gottardo - è una possibilità offerta dalla Diocesi di Torino esclusivamente a quanti tra i partecipanti al pellegrinaggio organizzato dalla comunità di Taizé vorranno partecipare e che quindi al momento dell’iscrizione specificheranno la loro partecipazione. Oltre ai motivi di ordine pastorale voglio qui solamente aggiungere i motivi organizzativi che richiedono di poter gestire al meglio il passaggio dei giovani davanti alla Sindone. Sarà quindi importante offrire ai pellegrini la possibilità di una informazione corretta sia per quanto riguarda la conoscenza del telo nei suoi elementi essenziali, sia storici che scientifici, ma anche per un corretto approccio spirituale”.
Don Gottardo ha poi aggiunto: “Oltre a questa preparazione, che avverrà già a partire dai prossimi mesi, l’esperienza maturata in queste ultime esposizioni della Sindone ha fatto ben comprendere l’importanza di una preparazione che avvenga immediatamente prima del momento della contemplazione; tale ‘preparazione prossima’ dovrà aiutare a riconoscere con semplicità i vari segni presenti sul telo, distinguendo l’immagine dell’uomo della Sindone dai vari altri segni presenti quali ad esempio le bruciature, gli aloni e le lacune. Questo permetterà ai giovani di fissare il loro sguardo e la loro attenzione sull’elemento più importante: l’immagine di quell’uomo colpito e umiliato che ci rimanda al crocifisso e in lui a tutti i colpiti e umiliati della storia. Per questo l’altro aspetto che sarà curato per la preparazione prossima sarà quello spirituale al fine di favorire una visione che vada al di là della mera curiosità e sappia entrare nella profondità del segno lasciandosi provocare ed interpellare”.
L’arcivescovo Nosiglia, dal canto suo, ha precisato che la contemplazione della Sindone avverrà “con modalità analoghe a quelle di due anni orsono con i giovani piemontesi in pellegrinaggio verso l’incontro con Papa Francesco a Roma in preparazione al Sinodo sui giovani. I giovani che lo vorranno e comunque solo quelli che si saranno iscritti per l’intero svolgimento dell’evento nei 4 giorni previsti potranno sostare davanti alla Sindone per cogliere in essa quel segno dell’amore più grande che Cristo ha offerto a tutti gli uomini con la sua passione, morte e risurrezione. L’incontro con la Sindone infatti apre il cuore alla fede in Cristo morto e risorto e nello stesso tempo offre una visibilità al Vangelo della sua passione che conferma quanto grande sia stato e sia tutt’oggi l’amore di Gesù verso ogni uomo”.
Come ha sottolineato monsignor Nosiglia, “questa immagine affascinante e misteriosa che richiama e conserva nella nostra memoria i tratti del volto e del corpo del Signore risorto è un patrimonio dell’intera Chiesa che noi di Torino abbiamo l’onore di conservare e custodire. Anche l’immagine della Sindone si trova dappertutto, in rete e nelle fotografie. Ma poter contemplare il Telo così com’è, nella nostra cattedrale dove è custodito, è un’esperienza molto più ricca. Perché quei momenti di contemplazione si vivono insieme, perché fanno parte del pellegrinaggio comune dei giovani come dell’umanità intera. Perché, ancora, quell’immagine ci interroga direttamente, sul senso della nostra vita e su che cosa stiamo facendo di essa”.
Senza dubbio, quei brevi istanti di contemplazione della Sindone resteranno impressi per sempre nella memoria dei giovani che avranno l’opportunità di vivere quell’intenso momento di silenziosa riflessione. La loro spiritualità ne sarà profondamente arricchita.