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MORTE DI STATO

I dati sull'eutanasia che non può avere limiti

Il Dutch News riporta le stime sulla morte procurata, dimostrando che non c'è paletto che possa ostacolare la diffusione della piaga. Infatti, aumentano gli omicidi su richiesta per i motivi più vari, mentre la legge non può che allargare le maglie concedendo la morte di Stato anche ai dementi. Così si diffonde una cultura macabra, di violenza e solitudine dove ci si sente quasi in dovere di "togliere il disturbo".

Editoriali 19_04_2017
Eutanasia

E’uno spaccato glaciale quello emerso dagli ultimi dati relativi ai casi di eutanasia nei Paesi Bassi, con numeri che dal 2002 (anno della legalizzazione della morte di Stato) continuano a crescere. Basti pensare che negli ultimi 10 anni l’incremento percentuale è stato del 317 per cento. Ma le cifre sull’anno 2016, riportate settimana scorsa dal Duch News parlano di un incremento in un solo anno del 10 per cento, con 5.561 casi riportati nel 2015 e ben 6.091 nel 2016 (ben il 4 per cento di tutti i casi di morte del paese).

NUMERI NASCOSTI- Ma non è tutto perché, tenuto conto degli episodi non riportati, si potrebbe raggiungere anche una cifra pari circa 7.500 morti. Infatti il Lancet nel 2012 pubblicò uno studio, redatto ogni cinque anni sui casi di eutanasia non inseriti nelle stime ufficiali, da cui emergeva che nel quinquennio analizzato il 23 per cento di tutti le morti procurate nei Paesi Bassi non erano stati riportati: applicando questa percentuale anche al 2016 si arriva a 1.400 casi in più. 

"STO BENE MA UCCIDETEMI" - Fra tutti crescono le concessioni di eutanasia per problemi psicologici e con un 32 per cento di omicidi richiesti in seguito a diagnosi di demenza (141 casi, 32 in più del 2015). In un caso addirittura a una donna è stata concessa la morte di Stato perché il marito era morto e lei sentiva che la vita non aveva senso, sebbene “non fosse depressa. Mangiava, beveva e dormiva bene. Seguiva le notizie e svolgeva attività”. Un’altra donna invece è stata uccisa perché voleva morire in seguito a violenze sessuali subite da bambina ed è stata accolta anche la richiesta di un alcolizzato. Ovviamente questa prassi legale e diffusa non ha potuto che avere effetti su una mentalità individualista e feroce per cui è diventato normale, negli ospedali, hospice o case di riposo, sedare o sospendere i trattamenti a persone anziane o prive di coscienza anche quando non richiedono di essere uccise. 

ARGINI INCONSISTENTI - Eppure, si legge sul Duch News, la normativa dei Paesi Bassi varata nel 2002 era molto restrittiva permettendo l’eutanasia solo in alcuni casi estremi. E’ evidente, invece, come dimostrano i numeri, che una legge che pone come principio una menzogna non può avere limiti: una volta che si sancisce l’autodeterminazione, come se la persona potesse vivere a prescindere dalle norme naturali (date all’uomo come aiuto necessario per vivere bene) e dalle relazioni di dipendenza reciproca, non c’è più limite. Come giustificare, ad esempio, l’omicidio di un malato di cancro e non quella di un depresso se entrambi decidono che non vogliono più vivere? Se il criterio è l’autodeterminazione non si può. Non a caso, nel 2016 i Paesi Bassi hanno legalizzato l’eutanasia anche anche nell’ambito della demenza. 

BASTA POCO - E’ così che un paese si trasforma in una società di morte, dove anche chi vorrebbe vorrebbe vivere si sente quasi spinto a uccidersi dalle leggi e da una mentalità che fa sentire di peso chi non è più “utile” o “produttivo”. Proprio come dice la normativa quando ammette l’eutanasia "nel caso di mancanza di terapie alternative" che guariscano il malato. Basta poco.