Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Domenico Savio a cura di Ermes Dovico

Medicina

I danni dei trattamenti blocca pubertà

Sempre più medici prescrivono ai ragazzi che hanno problemi psicologici in merito all’accettazione del proprio sesso dei trattamenti che bloccano la pubertà. Gli esperti indicano i rischi di tali trattamenti.

Gender Watch 30_01_2020

Sempre più medici prescrivono ai ragazzi che hanno problemi psicologici in merito all’accettazione del proprio sesso dei trattamenti che bloccano la pubertà. In tal modo, così si argomenta, si parcheggia il bambino in un limbo di sviluppo sessuale, permettendogli di aver tempo sufficiente per riflettere in merito al sesso a cui vuole appartenere e rendendo altresì più agevoli eventuali operazioni chirurgiche per il “cambiamento di sesso”. Oltre al fatto che nella stragrande maggioranza dei casi queste problematiche si risolvono da sé senza intervenire sullo sviluppo puberale, tali trattamenti farmacologici presentano gravi effetti negativi.

Il pediatra endocrinologo Paul Hruz dichiara: «Piuttosto che affermare che il blocco della pubertà è reversibile, ricercatori e medici dovrebbero chiedersi se lo sviluppo fisiologico e psicosociale, che si verifica durante la pubertà, può riprendere in un modo simile a come sarebbe avvenuto normalmente, dopo che i trattamenti bloccanti della pubertà vengono sospesi». Pare di no. Infatti questi farmaci intaccano la densità ossea provocando rischi relativamente all’insorgenza dell’osteoporosi e fratture, inoltre per le femmine il bacino potrebbe non svilupparsi correttamente.

Ricerche dell’Università di Sunderland poi «hanno dimostrato che l'uso di farmaci per il blocco della pubertà può portare a deficit di memoria, tempi di reazione lenti, ridotta memoria spaziale a lungo termine, aumento dei sintomi depressivi, e un potenziale calo nel QI».

Alcuni dati del Tavistock Gender Identity Development Service del Regno Unito, elaborati dal professor Michael Biggs dell'Università di Oxford, avrebbero inoltre messo in evidenza che, dopo un anno di trattamenti, «i bambini hanno riportato un maggiore autolesionismo, e che le ragazze hanno sperimentato più problemi comportamentali ed emotivi».

In conclusione, oltre al giudizio etico che vieta il transessualismo, si sommano a questo anche considerazioni di carattere clinico che sconsigliano di intraprendere la strada del “cambiamento di sesso”.

https://www.lifesitenews.com/opinion/transgender-propaganda-hides-scary-truth-about-puberty-blockers

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2017.00044/full

https://www.provitaefamiglia.it/blog/che-succede-se-si-blocca-la-puberta