Hollande, ma che ipocriti quei librai della "rive gauche"
Le scandalose memorie di Valerie Trierweiler, l’ex compagna del presidente Francois Hollande, scuotono non solo mondo politico francese, ma anche quello di carta dei librai. Le intimità erotico-politiche, raccolte nel libro Merci pour ce moment, provocano le proteste (ipocrite) di alcuni librai parigini.
Anche i librai, come i bancari, hanno un’anima: sta a sinistra, ben distinta e lontana da portafogli e registratori di cassa che prendono posto, invece, rigorosamente a destra. Almeno in Francia dove le scandalose memorie di Valerie Trierweiler, l’ex compagna sedotta e abbandonata del presidente Francois Hollande, stanno scuotendo non solo mondo della gauche di governo, ma anche quello di carta dei librai. I racconti e le intimità erotico-politiche tra Valerie e Francois sono già l’evento editoriale dell’anno: il libro che li raccoglie, Merci pour ce moment, in pochi giorni è già arrivato alla quarta ristampa con decine di migliaia di copie già prenotate. Un best seller che rischia però di bruciare quel che resta della credibilità di Monsieur le President. Una manna per i francesi che non ne possono più di un sovrano finto popular, indegno esponente di una sinistra snob e spocchiosa, messo a nudo da una donna tradita e decisa a sollevare il coperchio su imbarazzanti ipocrisie presidenziali. Hollande, il sedicente giustiziere dei ricchi ma che chiama sprezzantemente i poveri “sans dents”, sdentati (è l’hashtag più popolare di Twitter), il cinico che disprezza amici e collaboratori, il capo dell’Eliseo che fonda sulla bugia le sua politica di convenienza.
Una goduria anche per i librai che mai come in questi giorni hanno visto tanti clienti aggirarsi tra gli scaffali dei negozi e per un settore fortemente in crisi, che ha costretto molte librerie a chiudere. L’uscita di Merci, invece, ha avuto l’effetto di un tornado, come si trattasse non di un libro ma dell’ultimo modello di smarphone: scene di panico nei book store, con gente che chiama all’alba per prenotare una copia del libro proibito. Eppure, da un paio di giorni, accanto ai numerosi cartello del “sold out”, ne sono apparsi altri, decisamente diversi e in controtendenza. “Desolati, ma non abbiamo il libro di Valerie”, c’è scritto sui più ironici e divertenti, “restano comunque disponibili i capolavori di Victor Hugo e Albert Camus”. Altri sono meno gentili e vietano senza mezzi termini l’ingresso ai consumatori di gossip e romanzi trash. "Siamo librai”, si legge sulle vetrine di questi moralizzatori della pagina stampata, “abbiamo migliaia di titoli, ma non abbiamo ancora la vocazione per diventare il cesto della biancheria sporca di Hollande e della signora Trierweiler". Il messaggio è chiaro: un vero libraio vende le opere di Balzac e Maupassant, non i raccontini sexy di una Trierweiler qualunque. Chi non capisce, torni nelle banlieu e al diavolo libertè, fraternitè e laicitè.
Esagerazioni a fin di bene? Ma va, qui gatta ci cova e già qualcuno avanza l’ipotesi di una manovra per salvare una sinistra già fallita, ma che oggi si trova pure con un leader cialtrone che sghignazza sul proletariato “sans dents”. Non una difesa delle belle e pure lettere, dunque, ma un diversivo per salvare l’anima e anche qualche parte (meno nobile) del corpo del presidente Hollande. Ci si chiede, ad esempio, perché a nessuno di questi zelanti librai, era mai venuta l’idea di esporre cartelli del genere quando a scalare la top ten erano le celebri Cinquanta sfumature della trilogia (versione rosso, grigio e nero) porno-soft della scrittrice britannica Erika Leonard, in arte E. L. James. Il romanzo infarcito di scene di esplicito erotismo e dalla descrizione di pratiche sessuali sadomaso, ha venduto quasi 100 milioni di copie nel mondo, mentre in Francia ha polverizzato tutti i record storici dei best seller, superando il Codice da Vinci e le avventure di Harry Potter. Allora, gli indignati guardiani della letteratura non ebbero niente da eccepire e nessun cartello da innalzare in difesa di Balzac e Maupassant, mentre oggi sono al boicottaggio dell’ex amante dei capataz dell’Eliseo. L'ex première dame Valeriè più oscena della “Mommy Porn” inglese delle Sfumature?
Difficile da credere, anche perché proprio a Parigi, solo due mesi fa, era scoppiato il caso di La voie du musulman ("La via del musulmano"), libro dello sheikh algerino Abu Bakr al-Jazairi in vendita in tutti i grandi supermercati francesi della catena Carrefour e Fnac. Nel libro ci sono frasi del tipo: «Il jihad ha come scopo quello di reprimere i miscredenti, nemici dell’islam e della comunità musulmana»; «I musulmani devono organizzarsi con ogni sorta di mezzo per fabbricare ogni tipo di armi in uso nel mondo». Insomma, un’anticipo di quell'orrore che poi tutto il mondo vide in diretta con le decapitazioni e le deportazioni di cristiani e yazidi da parte dei tagliagole del Califfato islamico di Iraq e Siria. Il libro non è stato ritirato, né i librai si sono rifiutati di venderlo. Massì, vive la France, il paese di Voltaire che ha mandato i suoi caccia Mirage a dare una mano alle bande dei guerriglieri islamici a fare la festa a Gheddafi (e a prendersi il suo petrolio).
Curioso poi, che i cartelli contro la Trierweiler siano apparsi il giorno dopo della pubblicazione su Libération, quotidiano della gauche radical- chic, di un lungo articolo dedicato a smontare le accuse più brucianti contenute nel libro. “Cynique, menteur , antipauvres… Vraiment?”, (Cinico, bugiardo, contri i poveri. Ma è davvero così?), si chiede il titolo del pezzo. Facile immaginare la risposta. No, che non è così, scrive il reporter di Libé, che va a chieder il parere anche agli avversari di Hollande, tutti (stranamente) d’accordo nel dire che il presidente non è sempre una pasta d’uomo, però Valerie ha esagerato. Beh, oggi a lui, domani potrebbe toccare a loro: meglio mettere le mani avanti.
E in Italia? Epica e convinta, fino a sfiorare lo spezzo del ridicolo, è invece la versione che il corrispondente da Parigi di Repubblica offre della rivolta dei librai francesi. «Con scarso spirito commerciale», scrive il tipo, «ma nobile passione professionale, alcuni librai stanno schifando il best- seller per difendere un’altra concezione di letteratura». E che dire, infine, del settimanale cugino l’Espresso, che si occupa del libro della Trierweiler «nonostante una buona dose di disgusto, perché con tutti i suoi difetti questo libro è destinato a rimanere un simbolo dell’epoca politica che la Francia sta vivendo. Un simbolo dalla violenza, a suo modo, “estrema” e dal quale nessuno esce rinvigorito… Questo in onore di una rivincita esibizionista esposta ad un voyerismo volgare… Gli elementi sono spesso inverificabili, alcuni volutamente falsi, altri verosimili o “choc”, frasi estrapolate dal contesto e pubblicate soprattutto quando in lampante contrasto con l’immagine politica del presidente». Basta così, dopo tutto meglio i cartelli dei librai parigini che di un Espresso schifato dal guardonismo mediatico, della rivincita esibizionistica e delle frasi estrapolare dal contesto. Dopo migliaia di pagine zeppe di intercettazioni, di telefonate spiate, di messaggi rubati alle olgettine e a Ruby Rubacuori, quello dell’Espresso merita il premio per il romanzo più porno dell’estate. Ma Berlusconi non è Hollande, con lui si può e con l’altro no. Gli edicolanti sono avvisati: espongano pure i loro cartelli.