Haiti. Padre Noah è riuscito a mettersi in salvo
Era stato rapito il 7 febbraio da una delle bande armate che controllano la capitale Port-au-Prince e per lui era stato chiesto un ingente riscatto
Il missionario Clarettiano di origine camerunese, padre Antoine Macaire Christian Noah, che svolge la sua missione ad Haiti, è riuscito a fuggire dai suoi rapitori e a mettersi in salvo. Era stato sequestrato da una banda criminale il 7 febbraio mentre in macchina rientrava nella sede della sua comunità a Kazal, un villaggio a circa 70 chilometri da Port-au-Prince,dove si trova la parrocchia di San Michele Arcangelo di cui è vicario. Stava attraversando la periferia nord della capitale che da metà gennaio è sotto il controllo di una banda armata, la Izo, ma non si sa se a rapirlo sia stata questa o un’altra delle tante bande armate che imperversano nel paese. Per la sua liberazione era stato chiesto un riscatto ingente alla Chiesa locale. Il superiore maggiore dei Clarettiani delle Antille, padre Fausto Cruz Rosa, nel dare la buona notizia ha ringraziato tutti per la solidarietà dimostrata: “siamo grati a tutti per esservi uniti a noi nella preghiera e per la solidarietà che ci avete dimostrato in questo contesto di violenza e incertezza che sta vivendo il popolo haitiano. Da parte nostra continueremo nel nostro impegno a servire”. La violenza che dilaga nell’isola non risparmia neanche chi si prodiga per alleviare le sofferenze della popolazione, nemmeno i religiosi sono al sicuro, per quanto siano ben voluti dalla gente comune. Spesso sono anche loro vittime di furti, rapine e, come nel caso di padre Noah, sequestri a scopo di estorsione. I rapimenti in particolare sono diventati frequenti e rappresentano un importante mezzo di finanziamento delle bande armate. Padre Noah per fortuna sta bene. È stato trasferito nella Repubblica Dominicana.