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IL VIAGGIO APOSTOLICO

Guerra, aborto, migranti: Malta "fredda" per il Papa

Si conclude la visita apostolica di Francesco a Malta segnata dall'assenza della presidente del Parlamento Ue, la maltese Metsola, dagli sbarchi vietati proprio mentre parlava di accoglienza, dal viaggio a Kiev "sgradito" a Mosca e da un messaggio anti-aborto.

Ecclesia 04_04_2022

Si è conclusa ieri la visita apostolica in cui la parola d'ordine è stata "accoglienza", sebbene Malta forse avrebbe potuto impegnarsi di più per accogliere il terzo Pontefice a mettere piede sull'isola. Sabato, infatti, nelle stesse ore in cui Bergoglio ricordava ai maltesi di trovarsi in "una posizione geografica cruciale, che si affaccia sul Mediterraneo come polo di attrazione e approdo di salvezza per tante persone sballottate dalle tempeste della vita che, per motivi diversi, arrivano sulle vostre sponde", le autorità di La Valletta hanno negato lo sbarco a 106 migranti a bordo della Sea Eye 4 che a quel punto si è diretta verso le coste siciliane.

Così come è da rilevare nella due giorni papale l'assenza della presidente del Parlamento europeo, la maltese e cattolica Roberta Metsola. Nelle stesse ore in cui il Papa rivolgeva un appello all'Ue perché "non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l'intero problema nell'indifferenza di altri" proprio dalla sua Malta, l'esponente popolare succeduta a David Sassoli era reduce dal successo internazionale del suo pit-stop a Kiev che ha messo persino un po' in ombra la due giorni papale.

E a proposito del conflitto in corso, sul volo che lo portava all'aeroporto di Luqa, Francesco ha spiegato che l'idea di un suo viaggio nella capitale ucraina è "sul tavolo". Un colpo di scena visto che solamente pochi giorni fa il gesuita Michael Czerny, uno dei due cardinali inviati al confine con la Polonia in segno di solidarietà della Chiesa cattolica con il popolo ucraino, aveva bocciato l'ipotesi, dicendo che "il Papa non fa passerelle" e che "prima che si arrivi a gesti clamorosi si deve lavorare per un cessate il fuoco immediato".  

Nell'intervista a Giovanni Panettiere del Quotidiano Nazionale, il prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale aveva anche detto che il Papa "non si muove facendosi tirare per la tonaca da uno o dall'altro".

L'invito a visitare Kiev era stato recapitato a Santa Marta dal sindaco Vitalij Klyčko, dall'ambasciatore straordinario ucraino presso la Santa Sede Andriy Yurash e dal presidente Volodymyr Zelenskyj. Tuttavia, un simile scenario potrebbe non far piacere a Mosca se è vero, come riportato dall'autorevole firma del Corsera Massimo Franco, che le autorità russe avrebbero fatto sapere alla Segreteria di Stato di essere pronte a considerare un eventuale viaggio papale nella capitale ucraina come "un favore agli Stati Uniti". Difficile pensare che Francesco possa sbarcare a Kiev senza far saltare al tempo stesso l'incontro - ancora dato per probabile - con il Patriarca moscovita, Kirill. Considerata l'importanza degli equilibri ecumenici in ballo, è presumibile immaginare che per vedere il Papa in Ucraina debba prima cadere la contrarietà dei vertici della Chiesa ortodossa russa. 

La guerra non è stato l'unico argomento al centro della due giorni papale: il tema dei migranti, già prioritario nell'agenda prima di partire, si è preso drammaticamente la scena con la notizia della morte nel Mar Mediterraneo di più di 90 migranti partiti dalla Libia. Francesco ha pregato per loro ieri al centro "Giovanni XXIII Peace Lab" di Hal Far e qui ha espresso l'auspicio che i migranti "diventino testimoni dei valori umani essenziali per una vita dignitosa e fraterna (...) una volta rimarginata la ferita dello strappo, dello sradicamento". Parlando ai migranti presenti nel centro maltese, il Papa ha accostato la loro esperienza a quella che stanno vivendo i profughi ucraini a causa di una guerra definita "ingiusta e selvaggia".

In uno degli ultimi Paesi che non ha depenalizzato l'aborto, il Pontefice ha difeso questa legislazione, incoraggiando i maltesi a "continuare a difendere la vita dall'inizio fino al suo termine naturale" invitandoli, però, "anche a custodirla in ogni momento dallo scarto e dalla trascuratezza". Questo implica, quindi, preservare la "dignità dei lavoratori, degli anziani e dei malati" e proteggere i giovani da "miraggi che lasciano dentro tanto vuoto": ovvero, secondo Francesco, "il consumismo esasperato, la chiusura alle necessità degli altri e la piaga della droga, che soffoca la libertà creando dipendenza". 

La politica maltese si ricorderà del messaggio pro-life del Papa? Lo scorso anno è stato depositato da una deputata indipendente un disegno di legge per la depenalizzazione dell'aborto: l'opposizione nazionalista è nettamente contraria, la maggioranza laburista anche, ma con più sfumature mentre il presidente della Repubblica George William Vella ha già annunciato che mai firmerebbe un provvedimento simile, preferendo piuttosto dimettersi.