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SPIONAGGIO

Günter Grass agente involontario della Stasi comunista

Il noto scrittore tedesco liberal, oramai avviato sul viale
del tramonto, oltre ad avere fatto parte delle Waffen SS
in gioventù, è stato per decenni un grande amico dei servizi segreti della Germania totalitaria di Erich Hoenecker. A sinistra, tutto si tiene.

Cultura 21_04_2012
DDR

 

Esaurita ormai da tempo la sue vena narrativa, da quando ha confessato la propria appartenenza alle Waffen SS Günter Grass non perde occasione per cercare di passare come "vittima", come "voce critica", come scrittore "pericoloso". L’ultimo atto della polemica sollevata con la cosiddetta poesia «Quello che deve essere detto» è stato il suo paragone tra Israele e la DDR: dichiarandolo «persona non grata» il governo di Gerusalemme si sarebbe messo sullo spesso piano di Erich Mielke).

Citando il divieto d’ingresso nella Germania comunista impostogli dall’allora capo della Stasi, ancora una volta Grass ricorda solo un pezzo di storia. In realtà lo scrittore è stato considerato nemico della DDR solo fino a un certo punto e da quando gli fu concesso di oltrepassare il Muro fu lo stesso Mielke a definirlo "Bolzen" (perno), perché, seguendo lui, l’informatore ufficiale Karlheinz Schädlich poteva scoprire quali fossero gli scrittori tedesco orientali da lui frequentati e dunque in odore di tradimento della causa. Come risulta dagli att (pubblicati in Günter Grass im Visier. Die Stasi-Akte, a cura di K. Schlüter, 2010), erano quegli stessi scrittori a collocare politicamente Grass «a sinistra della SPD». Come si può ragionevolmente pensare che sia stato davvero ritenuto un "nemico" della DDR?

Tanto più che dopo anni di incontri a Berlino Est, per così dire, "clandestini" (in realtà tutti ben noti alla Stasi), il 17 giugno 1987 Grass poté tenere un incontro pubblico davanti a più di 500 persone addirittura nel berlinese Palast der Republik, il palazzo del governo tedesco-orientale: la caduta del Muro era lontana (e inimmaginabile), eppure lo scrittore, come recitano ancora gli atti, per il regime dittatoriale di Erich Honecker «non rappresentava più un rischio per la sicurezza». Altro che vittima. Grass si è prestato piuttosto al ruolo di "specchietto per le allodole": ogni volta che passava la cortina verso di lui convergevano scrittori che in buona fede cercavano appigli occidentali credibili e leali. Questi in realtà, così facendo, non facevano altro che esporsi al controllo della Stasi e dunque alla sua repressione. È possibile credere che Grass non ne fosse cosciente?

Abbiamo chiesto a Susanne Schädlich, nipote della spia che seguiva Grass, se questi sia mai stato davvero una "vittima" di Mielke & Co.: «Grass vittima della Stasi? Lo è stato piuttosto chi allora veniva minacciato e pregiudicato nella sua salute, nella sua libertà. E questo non è certo avvenuto per Grass».