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APERITIVO

Guai di famiglia e celibato sacerdotale

Pensavo ai preti in queste settimane, dopo aver letto fino alla nausea delle vicende familiari di Gianfranco Fini, tra cognati birichini...

A TAVOLA 14_12_2010



Devo ammettere che a volte mi vengono strane idee. Pensavo ai preti in queste settimane, dopo aver letto fino alla nausea delle vicende familiari di Gianfranco Fini, tra cognati birichini e suocere intraprendenti. Al di là delle vicissitudini di questo o quel politico, la cronaca quotidiana è piena di problemi familiari: figli drogati, litigi tra marito e moglie che degenerano…

Insomma, la famiglia è fonte di grandi soddisfazioni me anche di problemi. Perché pensavo ai preti? Beh, perché, pur sapendo bene che la ragione profonda del celibato ecclesiastico è escatologica e teologica, e non è legata ai guai che l’avere una famiglia può comportare, mi chiedevo – sempre rifacendomi alla grande virtù cristiana del realismo – che cosa accadrebbe se oltre che del prete dovessimo preoccuparci della suocera del prete o delle birichinate dei suoi figlioletti.

È vero che il celibato non appartiene al depositum fidei, e so bene che ci sono sacerdoti cattolici sposati, nelle Chiese orientali in comunione con Roma e ora nel clero ex anglicano approdato al cattolicesimo, ma di fronte ai problemi che riportano le cronache non posso non rallegrarmi del fatto di non doverci preoccupare della suocera del parroco.

 

(testo raccolto dalla redazione e non rivisto dall’autore)