Green pass e obbligo, l’Italia guida la linea dura nell’Ue
Il nostro governo ha fatto un nuovo passo sulla strada illiberale indicata da von der Leyen. Negli altri Paesi europei la situazione è diversa, ma in evoluzione. Misure dure in Austria e Grecia, più blande nel resto dell’Ue, dalla Spagna alla Finlandia. E il Regno Unito esclude il vaccino obbligatorio.
Un mese fa Ursula von der Leyen aveva chiesto ai governi di prendere in considerazione la vaccinazione obbligatoria. Allora, a ‘stoppare’ le illiberali dichiarazioni della presidente della Commissione europea aveva pensato il capo dell’Oms Europa Hans Kluge, che il 7 dicembre diceva che le vaccinazioni obbligatorie contro il coronavirus debbano essere considerate solo “l’ultima risorsa assoluta”. L’Italia - dopo gli obblighi per sanitari, personale scolastico e forze dell’ordine - con l’ultimo Decreto (obbligo vaccinale per over 50 dal 15 febbraio) ha continuato sulla strada illiberale indicata dall’Ue, non dall’Oms, cedendo alle pressioni della sinistra centralista nell’esecutivo.
Negli altri Paesi del continente europeo la situazione, seppur in evoluzione, è diversa ed è la seguente. In Austria dal 1° febbraio, la vaccinazione sarà obbligatoria dai 14 anni in su e chi sarà senza certificato pagherà una multa di 3600 euro. Secondo il cancelliere austriaco Schallenberg questo è l’unico modo per uscire da un circolo vizioso di ondate del virus. In Grecia, si inizierà a multare (100 euro al mese) le persone oltre i 60 anni che non si vaccinano entro il 15 gennaio. Nessun altro Paese europeo segue pedissequamente i desiderata di Bruxelles. In Germania, i deputati tedeschi dovrebbero approvare a breve la proposta del governo rosso-verde di rendere obbligatoria la vaccinazione nelle prossime settimane, ma pare che solo i lavoratori negli ospedali, medici e infermieri, avranno l’obbligo di vaccinazione dal prossimo marzo.
In Lituania il ministro della Salute Arūnas Dulkys ha detto di voler proporre la vaccinazione obbligatoria Covid-19 ma “solo per alcune professioni del sistema sanitario, l’istruzione, l’assistenza sociale”. In Estonia, l’esecutivo ha ribadito che “il governo non ha intenzione di rendere la vaccinazione obbligatoria”, anche se rimane necessaria per alcune categorie di lavoratori. In Lettonia sono in vigore misure che limitano la libertà per le persone non vaccinate, ma con un tampone negativo e/o una vaccinazione si può far tutto. In Slovenia, non ci sono vaccinazioni obbligatorie per il coronavirus generalizzate, anzi nei giorni scorsi gli epidemiologi dell’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica hanno respinto all’unanimità la vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19; sono in vigore norme specifiche per categorie di lavoratori. In Bulgaria non ci sono vaccinazioni obbligatorie se non per gruppi professionali o per certe fasce d’età, ma solo una vaccinazione o un certificato di guarigione per accedere ad alcuni servizi.
In Polonia, il Ministero della Salute si sta preparando a introdurre la vaccinazione obbligatoria per i lavoratori medici a partire dal 1° marzo; la misura potrebbe essere estesa anche agli insegnanti, i militari e la polizia. In Ungheria, la vaccinazione è richiesta per gli operatori sanitari, gli insegnanti delle scuole pubbliche e le persone che lavorano nelle istituzioni statali. In Croazia, il governo non ha nessuna intenzione di imporre l’obbligo vaccinale e la Corte Costituzionale sta valutando la legittimità delle motivazioni dell’esecutivo nell’imporre i test vaccinali a tutti i lavoratori pubblici a rischio. In Repubblica Ceca l’obbligo di vaccinazione è per alcune categorie di lavoratori pubblici, ma scatterà l‘obbligo per tutti i cittadini dai 60 anni in su dal marzo prossimo. La Slovacchia ha dichiarato uno stato di emergenza e relativo coprifuoco sino al 9 gennaio, non c’è vaccinazione obbligatoria generalizzata ma obblighi ‘solo’ per alcune categorie di lavoratori. In Romania, il governo ha allentato alcune delle restrizioni anti-Covid dallo scorso mese, ma permane l’obbligo di presentare il certificato di vaccinazione o la non contagiosità nei luoghi di lavoro.
In Francia c’è il vaccino obbligatorio per alcune categorie e, secondo le misure recenti proposte dal Governo Macron e approvate per ora solo dall’Assemblea nazionale, le persone sopra i 12 anni saranno tenute a dimostrare il loro stato di vaccinazione per accedere a ristoranti, bar e mezzi di trasporto pubblico interregionale; il tampone negativo non basterà più, eccetto che per i servizi sanitari. In Spagna non c’è obbligo vaccinale generalizzato, anche se diverse regioni hanno introdotto l’uso del certificato Covid-19 per entrare in luoghi pubblici. In Belgio, per ora non esiste obbligo vaccinale se non per categorie di lavoratori ritenute a rischio, ma il primo ministro Alexander De Croo ha detto di considerare l’ipotesi della vaccinazione obbligatoria.
In Portogallo, le persone dovranno risultare negative al virus o vaccinate per accedere ad alcuni eventi fino al 9 gennaio. Non c’è obbligo generalizzato. In Olanda, non c’è obbligo vaccinale generalizzato (solo per alcune categorie di lavoratori). In Lussemburgo, la Commissione Nazionale di Etica (CNE) è favorevole all’attuazione di obblighi passivi o indiretti di vaccinazione, come le misure restrittive sui non vaccinati, ma il governo non ha ancora deciso a favore di obblighi generalizzati per fasce di età. In Finlandia, il Parlamento il 29 dicembre ha approvato misure per rendere le vaccinazioni Covid obbligatorie ma solo per gli operatori sanitari. In Danimarca, mentre è obbligatorio indossare le mascherine, non c’è obbligo vaccino generalizzato. In Svezia, sin dal 21 dicembre sono state introdotte nuove misure, incluso l’uso esteso dei pass per i vaccini, ma il governo non ha intenzione di introdurre la vaccinazione obbligatoria. In Irlanda, è in vigore sino al 30 gennaio un coprifuoco ma non c’è obbligo vaccinale generalizzato. A Cipro, il ministro della Salute ha ribadito recentemente che il governo non sta pensando alla vaccinazione obbligatoria generalizzata contro il coronavirus.
E fuori dall’Ue? Nel Regno Unito, oltre al premier Boris Johnson anche Sajid Javid, il segretario alla Salute, ha dichiarato che mai verrà imposta la vaccinazione obbligatoria tra la popolazione, forse solo per i lavoratori della sanità e dell’assistenza sociale dal 1° aprile. In Bosnia Erzegovina, Paese che spera di entrare nell’Ue, pochissimi credono all’efficacia dei vaccini e il governo non ne prevede l’obbligatorietà.