Green Pass a 12 mesi, l'ennesima presa in giro
A metà ottobre cominceranno a scadere i Green Pass dei primi vaccinati, per Natale tre milioni di vaccinati si troverebbero esclusi dalla vita sociale come i non vaccinati. Così il governo pensa di prolungare la validità del Green Pass a 12 mesi, ma è una mossa solo politica che alimenterà la pandemia che a parole si vuole combattere.
Allungare la validità del Green Pass da 9 a 12 mesi. Questa misura che il governo starebbe valutando e che è data ormai per certa è l’ennesima dimostrazione che vaccinazione e Green Pass hanno più a che fare con calcoli politici che non con la sanità e la tutela della salute pubblica.
In questo caso si tratta di disinnescare una vera e propria “bomba sociale”. Come avevamo già scritto, fissando a 270 giorni la validità dei vaccini (a partire dalla seconda inoculazione) e tenendo conto che in Italia le seconde dosi sono iniziate il 17 gennaio, già da metà ottobre molti vaccinati si sarebbero trovati esclusi dalla vita sociale come i non vaccinati: e per Natale sarebbero stati oltre tre milioni. Persone che, volontariamente o meno, si sono sottoposte alla inoculazione credendo alla propaganda “vaccinatevi e torneremo alla normalità”, si sarebbero improvvisamente risvegliate alla realtà. Vaccinati con due dosi, magari soffrendo pesanti reazioni avverse, per essere trattati come dei "no-vax". Intollerabile. Una presa in giro colossale che non potrebbe non provocare reazioni dure.
Come uscirne? Ci sono solo due strade: la terza dose o il prolungamento del “bonus” vaccino. Nel primo caso però ci sono due ordini di problemi: il primo è di natura tecnica, perché il governo è ancora impegnato nella caccia al non vaccinato per raggiungere l’obiettivo dell’80% di vaccinati con due dosi; il che vuol dire che non c’è tempo per una terza dose che garantisca ai vecchi vaccinati di non rimanere scoperti. Il secondo problema è di comunicazione: a chi pensava di aver risolto il problema con la doppia dose non è semplice spiegare che adesso ce ne vuole una terza – e perché no poi una quarta ecc. – mentre peraltro i contagi crescono anziché diminuire.
Il problema è che il prolungamento della validità del Green Pass non ha alcuna giustificazione sanitaria. Malgrado la stampa di regime immediatamente abbia spiegato che ci si è accorti che effettivamente il vaccino ha una copertura temporale più ampia di quanto previsto, in realtà è esattamente il contrario. Mentre è impossibile dimostrare empiricamente che il vaccino copre per 12 mesi (ne sono trascorsi appena nove dalle prime applicazioni) ci sono invece diversi studi che dimostrano come i vaccini perdano efficacia già dopo 5-6 mesi rendendo oltretutto più vulnerabili alle varianti. Il che spiegherebbe ad esempio come mai attualmente in Israele (paese primo al mondo per velocità di vaccinazione) la maggioranza dei ricoverati in ospedale per Covid sia costituita da vaccinati. E non a caso lì si sta per iniziare il giro della terza dose.
Dunque siamo all’ennesima furbata del governo che, con tutta probabilità, avrà il risultato di peggiorare la situazione dei contagi (e dei ricoveri). Perché si darà libertà di circolazione e di assembramento a persone che hanno la falsa sicurezza di essere immuni mentre invece possono essere contagiate e contagiare. È peraltro ciò che sta già accadendo con il Green Pass già oggi, ma con l’aggravante che probabilmente dopo i nove mesi l’efficacia del vaccino è estremamente ridotta.
È tutto parte di una follia ideologica che nel nome della lotta alla pandemia la sta in realtà alimentando: il 26 agosto di un anno fa, con un’estate senza restrizioni e senza alcun vaccinato, si registravano 20.753 positivi, 1.055 ricoveri e 69 persone in terapia intensiva (13 i morti registrati in quella giornata). A ieri, invece, e dopo un’estate di restrizioni, con 76 milioni di dosi di vaccino inoculate, il 62,2% della popolazione con entrambe le dosi previste, avevamo 137.057 positivi, 4.059 ricoverati, 503 terapie intensive (e 43 decessi nella giornata). Numeri che giustificano domande e perplessità e chiedono una risposta scientificamente consistente. Ma è inutile chiederla al governo, troppo impegnati a dare la colpa ai non vaccinati per raggiungere l’obiettivo di vaccinare quanta più gente possibile.