Grazie a Obama i diritti Lgbt finiscono nel water
Il governatore del North Carolina ha ratificato la legge che vieta l'uso dei bagni pubblici in base alla percezione soggettiva del sesso. Obama, dopo aver minacciato di tagliare i fondi federali, ha raccomandato a ogni scuola di consentire il libero accesso ai bagni degli studenti transgender, sennò saranno guai.
Da tempo l’amministrazione Obama era in rotta di collisione con lo stato del North Carolina per questione di latrine. Una vera e propria Wc War. Infatti quest’ultimo – a differenza dei desiderata presidenziali - aveva imposto alle persone transessuali di accedere solo a quei bagni pubblici e spogliatoi corrispondenti al sesso biologico, cioè al sesso registrato all’atto di nascita, e non a quello anagrafico. Questo per un motivo di ordine pubblico e ancor prima di buon senso.
Pensate a un transessuale maschio e non operato che entra in uno spogliatoio femminile, oppure una transessuale che si fa un giro nel bagno dei maschi. Obama, invece, vuole che la persona transessuale possa recarsi nel bagno o nello spogliatoio che più gli aggrada. Se si volevano eliminare situazioni in cui un transessuale potesse essere discriminato, questa è una soluzione che invece creerà circostanze assolutamente favorevoli al dileggio, alle provocazioni, alle intimidazioni e agli insulti, se non alle aggressioni fisiche. Come buttare un cerino in un pagliaio.
Ora Obama ha deciso di chiudere definitivamente la questione e lo ha fatto per tramite di una lettera firmata dal Dipartimento della Giustizia e dell’Educazione inviata a tutti i distretti scolastici. Tale missiva non impone in punta di diritto nulla, ma sostanzialmente fa comprendere che quegli istituti e quegli Stati che non si conformeranno alle direttive del governo perderanno le sovvenzioni federali, nonostante il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest venerdì scorso abbia tentato di buttare acqua sul fuoco.
Nella circolare si fa riferimento al dovere di parità di trattamento degli studenti transessuali «al fine di garantire la non discriminazione sulla base del sesso», questo in rispetto del Titolo IX dell’Emendamento sull’educazione del 1972. Poi si scende nel dettaglio e i dettagli riguardano orinatoi e spogliatoi. Il ragazzo transessuale può recarsi nelle toilette e spogliatoi corrispondenti al sesso biologico o a quello anagrafico? La circolare scavalca questi due criteri e ne offre un terzo: il ragazzo potrà accedere a quei bagni e spogliatoi che corrispondono al sesso cui si sente di appartenere, al di là del sesso indicato sull’atto di nascita, sulla carta di identità o sui registri scolastici. Si tratterà sostanzialmente di un’autocertificazione prodotta dai genitori, qualora lo studente non sia maggiorenne, la quale farà fede per aprire le porte di qualsivoglia wc.
Non servirà quindi nessun altro documento, nemmeno certificati medici. Basta un pezzo di carta (non igienica) e cambi sesso secondo Obama. Ovviamente, le scuole possono anche creare bagni e spogliatoi transessuali, ma questa soluzione – fanno sapere da Washington – potrebbe portare a ghettizzare il/la transessuale che invece deve essere libero/a di porre in essere la sua minzione dove gli/le pare e piace. Va da sé che qualsiasi ragazzotto molto etero e molto pieno di testosterone potrà, spinto anche da una certa dose di goliardia, farsi passare ad interim come ragazza e avere libero accesso agli spogliatoi femminili. Quello che fine a ieri sarebbe stato una condotta che avrebbe portato all’espulsione, ora addirittura è un diritto.
Il governatore del North Carolina Pat McCrory, nel difendere la propria legge, faceva notare che tale norma voleva rispettare «il senso comune della privacy». Ad esempio, le ragazze che si denudano nei loro spogliatoi non lo faranno più davanti ad un corpulento “ex maschio” che, nonostante chilate di estrogeni, continuerà a sprizzare virilità sotto la mastoplastica additiva, ancor più se non operato. Non è forse un atto di poco rispetto nei confronti delle vere donne, si domanda il governatore McCrory? Il Dipartimento di Giustizia ha qualificato l’uscita del governatore come «sfacciata e priva di fondamento». Anzi, la circolare inviata a tutte le scuole Usa va ben oltre: «come riconosciuto in modo consistente dalla giurisprudenza in tema di diritti civili, il desiderio di porre rimedio al disagio altrui non può giustificare politiche che discriminino o svantaggino una particolare classe di studenti».
Dunque, se un transessuale si sente a disagio perché a qualcuno pare strano che una quarta di seno possa abbinarsi a bicipiti da culturista, il suo disagio è giustificabile perché nasce da atto discriminatorio. Se all’opposto qualche donna si sente a disagio perché non vuole spogliarsi davanti ad un uomo che si pensa donna, tale imbarazzo non solo non è legittimo, ma esso stesso configura atto discriminatorio verso le persona transessuale. Insomma come la girate bisogna dare sempre ragione ai transessuali.
Alla circolare federale si accompagneranno delle linee guida dal titolo "Esempi di politiche e pratiche emergenti per il sostegno agli studenti transgender", – composte da domande e risposte – che aiuteranno studenti e insegnanti a mettere a loro agio i ragazzi transessuali (che sono meno dell’1% della popolazione) offrendo consigli pratici su cosa fare nei bagni e negli spogliatoi. Obama ha offerto, nel vero senso della parola, alcuni preziosi servizi alla causa gender. Anzi, ne ha scoperto platealmente la cloaca maxima che stava sotto perché non ha voluto istituire toilette per coloro i quali hanno fatto un salto da una sponda sessuale all’altra, ma ho offerto il passepartout per entrare in qualsiasi wc. Ricaduta pratica di un principio che sta a monte: basta il pensiero per cambiare sesso, vera essenza della teoria gender.
La rivoluzione antropologica passa quindi anche dai sifoni dei bagni pubblici, perché niente è squallido e misero per il vero ideologo. Il Dipartimento di Giustizia e quello dell’Istruzione si sono voluti sporcare le mani entrando nei cessi, prova evidente che alla questione gender ci tengono moltissimo. La guerra ideologica non è cosa per schizzinosi. Gli stati come il North Carolina e il Texas, comunque, hanno fatto sapere che almeno le toilette devono rimanere fortino inespugnabile alle armate del pensiero gender. Almeno lì la plastica evidenza della differenza sessuale tra uomo e donna dovrà essere difesa a denti stretti (o con gli scopini in mano). La Trans War continua e non è ancora tempo per tirare l’acqua.