Gran Bretagna, la piaga dei matrimoni forzati
Migliaia di ragazzine ogni anno in Gran Bretagna "spariscono" e abbandonano la scuola perché sono costrette a tornare nei paesi d'origine per i matrimoni forzati. Lo denuncia l'associazione Karma Nirvana, secondo cui il numero è in costante aumento. E le istituzioni locali sono restie a collaborare per mettere un freno alla piaga.
Il numero di ragazze costrette al matrimonio prima delle vacanze estive è aumentato di oltre un terzo negli ultimi anni. Siamo in Gran Bretagna e i dati arrivano direttamente dall'organizzazione britannica 'Karma Nirvana', che si occupa esclusivamente di delitti d'onore, matrimoni forzati e servizi sociali.
L'organizzazione, in vista dell'estate, si era preoccupata di rivolgere un appello al Ministero dell'Interno affinché si occupasse della pratica dei matrimoni forzati, sempre più diffusa in Inghilterra, e attivasse quanto meno una campagna di sensibilizzazione sulla pratica. Quello delle vacanze estive resta, per ovvie ragioni, il periodo in cui i dati subiscono una forte impennata. Solo da fine maggio a luglio l'organizzazione ha rivelato di essere venuta a conoscenza di ben 150 nuovi casi di matrimoni forzati. Si tratta di un aumento di oltre il 33% rispetto al medesimo periodo nel 2015. Ma dall'inizio delle vacanze estive 2018 ad oggi i casi di matrimoni forzati sono aumentati di ben il 40%. A luglio, addirittura sono stati segnalati casi al ritmo di due al giorno.
Ad agosto, Jasvinder Sanghera, fondatrice dell'organizzazione, avvertiva che a settembre migliaia di ragazze non sarebbero tornate a scuola, e così è stato. La Sanghera rimprovera il governo britannico di trascurare vergognosamente una delle numerose piaghe aperte in seno alla società multiculturale, e parla con cognizione di causa essendo scappata da un matrimonio forzato all'età di 16 anni. Il Ministero dell'Interno ha anche accantonato la campagna di sensibilizzazione in merito. Anche perché le cifre in circolazione non sono in grado di riflettere l'intera portata del problema, dal momento che il matrimonio forzato continua ad essere sottostimato visto e considerato che si tratta di un "crimine forzato".
E' certo, intanto, che migliaia di ragazzine in tutta la Gran Bretagna, hanno trascorso l'estate in viaggi verso paesi in cui il matrimonio forzato non è reato. E nella maggior parte dei casi le ragazze non sono state neanche avvisate di ciò a cui sarebbero andate incontro: gli viene solo e sempre detto che stanno tornando nel loro paese d'origine.
E quando a settembre le campanelle hanno suonato nuovamente, e gli insegnanti hanno notato i posti vuoti, la faccenda è stata risolta in breve e senza storie perché, trattandosi di minorenni, sono stati sentiti solo i genitori ed è facile giustificarsi con il fatto che i loro pargoli "sono tornati ad essere educati nel paese d'origine". Sanno bene come muoversi sotto banco, i genitori, visto e considerato che le norme che hanno reso illegale l'obbligo al matrimonio in Inghilterra e Galles sono state implementate nel 2014 e prevedono fino a sette anni di carcere.
La Sanghera, fondatrice di 'Karma Nirvana', ha anche riferito che le scuole sono spesso restie a collaborare e lavorare sulla problematica. A Luton e a Tower Hamlets - borgo di Londra - ci sono scuole che si sono apertamente rifiutate di prendere parte a programmi di sensibilizzazione. In una scuola a Birmingham, invece, è successo, rivela la direttrice di 'Karma Nirvana', che "in sette giorni ci siamo occupati di oltre undici casi".
Ma le storie che emergono sono tantissime e ugualmente terribili. Come quella di Rubie - nome di fantasia - portata in Bangladesh proprio durante l'estate e costretta a sposare uno sconosciuto che aveva il doppio dei suoi anni. "Sono stata stuprata numerose volte, ma in Gran Bretagna, dal mio presunto marito e fino alla gravidanza. Un figlio che nasce qui è una garanzia per venire a vivere nel Regno Unito".
Per le adolescenti somale britanniche la procedura è un po' diversa. Vengono riportate in Somalia con la scusa di una vacanza, ma lì ad attenderle ci sono veri e propri centri di detenzione, dove vengono rieducate ai valori non occidentali e costrette a sposarsi. La pratica, nota come dhaqan celis - da tradurre genericamente come 'comunità di riabilitazione' - consiste proprio nell'allineare i giovani ai valori islamici. Lo scopo è quello di far dimenticare ai più giovani lo stile di vita europeo e disegnare le differenze che corrono con la religione musulmana.
Il Ministro dell'Interno britannico, però, è certo che si tratti in realtà di centri di detenzione dove le ragazzine vengono sottoposte ad abusi e violenze fisiche e mentali. In alcuni casi, l'unica via d'uscita è proprio il matrimonio forzato.
Gli ultimi dati mostrati dal Ministero dell'Interno rivelano anche l'aumento di matrimoni forzati rispetto allo scorso anno: si parla di una crescita del 100%. David Myers, capo dell'unità dei matrimoni forzati del Ministero dell'Interno, ha voluto puntualizzare che "il caso Somalia è insolito. Tradizionalmente, quando si guarda a questi fenomeni si pensa sempre alle comunità dell'Asia meridionale, ma la comunità somala è una comunità nuova ed emergente nel Regno Unito e la seconda generazione sta diventando maggiorenne". "E' solo un modo per proteggere i nostri bambini. E spesso il matrimonio è organizzato, è vero". Replicano dall'altro canto i genitori delle ragazze da rieducare. L'importante è che, con i nuovi valori, ritornino in Gran Bretagna con sposo al seguito. E ricomincia il giro.