Gonfiato del 20% in Uganda il numero dei rifugiati
Una inchiesta in Uganda su casi di corruzione nel sistema di accoglienza profughi ha rivelato che i rifugiati assistiti dall’Unhcr sono 300.000 meno di quelli ufficialmente dichiarati dal governo
L’Uganda nel 2017 è stata eletta dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il miglior paese in cui chiedere asilo, portata ad esempio di generosa accoglienza. In realtà gran parte dei fondi necessari ad accogliere i rifugiati, in Uganda come in altri stati, provengono dalle Nazioni Unite e da contributi pubblici e privati per lo più provenienti da paesi occidentali, gli stessi accusati di cinismo e indifferenza nei confronti dei rifugiati. Lo scorso marzo sulla gestione di quei fondi da parte delle istituzioni ugandesi è stata avviata una inchiesta in seguito alla denuncia della rappresentante Onu per l’Uganda, Rose Malango, di falsi documenti relativi a consegne di generi alimentati mai arrivati a destinazione, estorsioni ai danni dei rifugiati, tratta di donne e bambini, il numero degli ospiti di alcuni campi profughi gonfiato per giustificare l’ammontare di risorse chiesto. L’inchiesta ha confermato che il numero dei rifugiati è stato “sovrastimato” di ben 300.000 unità, il 20% in più. Sono infatti 1,1 e non 1,4 milioni come risultava da precedenti calcoli. Quattro dipendenti del dipartimento ugandese per i rifugiati sono stati sospesi. Tuttavia con un comunicato congiunto l’Unhcr e l’ufficio del primo ministro ugandese hanno dichiarato che la discrepanza si spiega con la difficoltà di gestire l’enorme numero di rifugiati entrati in Uganda dal Sudan del Sud tra il 2016 e il 2017… una svista, dunque, e non una truffa?