Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

IRAQ

Gli Yezidi, il popolo dell'"Arcangelo Pavone"

Gli Yezidi sono poco noti in Europa, anche se una delle loro comunità più numerose, con 70 mila fedeli fuggiti dalle persecuzioni, vive in Germania. Oggi il Califfato di al-Baghdadi offre nuovamente loro l'antica alternativa: convertirsi all'islam o vedere i loro uomini fucilati.

Esteri 09_08_2014
Yezidi in fuga dall'Iraq

Gli Yezidi sono poco noti in Europa, anche se oggi una delle loro comunità più numerose, con sessantamila fedeli fuggiti dalle persecuzioni, vive in Germania. Ma sono molto studiati dagli storici delle religioni, che li considerano un museo vivente della cultura religiosa medio-orientale. Questo non significa che gli storici abbiano davvero dipanato la matassa che riguarda gli Yezidi, la cui origine rimane misteriosa e controversa. 

Si sa solo che in un'epoca imprecisata durante il Medioevo gli Yezidi emergono in una zona a cavallo fra l'attuale Iraq e la Turchia come una religione separata da tutte le altre, di natura sincretista ed esoterica, con elementi tratti dall'ebraismo cabalistico, dallo gnosticismo, dal sufismo islamico e dallo zoroastrismo. Venerano come loro fondatore - e come incarnazione di un angelo - il maestro sufi Adi ibn Musafir (?-1162), discendente dei califfi della dinastia omayade, il quale però probabilmente era un asceta musulmano morto decenni se non secoli prima della formazione della visione del mondo degli Yazidi. 

Quest'ultima ha al suo centro una cosmologia di sapore gnostico, dove Dio crea dapprima sette arcangeli incaricati di governare l'universo, il cui capo è Tawuse Melek, l'Arcangelo Pavone. Quindi crea Adamo, e ordina agli arcangeli d'inchinarsi a lui. Tawuse Melek rifiuta, ma l'atteggiamento di Dio nei suoi confronti è complesso: da una parte lo biasima per la sua disubbidienza, dall'altra lo loda per il suo spirito indomito e indipendente, e gli lascia il governo di tutto il bene e il male del mondo. Tawuse Melek parla per bocca dei profeti yezidi, e i loro libri sacri - su cui peraltro esistono controversie, perché sembra che le versioni note in Occidente siano falsi confezionati agli inizi del XX secolo per sviare gli studiosi occidentali troppo curiosi - considerano il califfo omayade Yazid I (647-683) e il già citato maestro sufi Adi ibn Musafir come incarnazioni dell'Arcangelo.

Il problema degli Yezidi è che i loro vicini ebrei, cristiani e soprattutto musulmani, sciiti e sunniti, hanno identificato Tawuse Melek - la cui storia ha elementi in comune con quella di Lucifero nella Bibbia e nel Corano, ma non fa dell'arcangelo, figura molto complessa, uno spirito del male - con il Diavolo, e li hanno quindi etichettati come adoratori del Diavolo, perseguitandoli duramente. Secondo alcuni studiosi il numero di Yezidi trucidati nel corso dei secoli supera i venti milioni. Secondo le scuole islamiche più estreme, agli Yezidi dev'essere offerta l'alternativa fra convertirsi all'islam ed essere uccisi. Ne hanno massacrati a migliaia in Iraq prima Saddam Hussein (1937-2006), poi al-Qa'ida durante la guerra civile seguita all'invasione americana. 

Oggi il Califfato di al-Baghdadi offre nuovamente loro l'antica alternativa: convertirsi all'islam o vedere i loro uomini fucilati e le loro donne vendute come schiave. I morti sarebbero già migliaia, i profughi decine di migliaia, e il rischio di un genocidio è alle porte, se si considera che dei settecentomila Yezidi sopravvissuti a secoli di persecuzioni oggi cinquecentomila vivono in Iraq e cinquantamila in Siria. La Chiesa Cattolica non apprezza particolarmente le visioni del mondo gnostiche, ma oggi è tra i pochi in Iraq a levare la sua voce contro il massacro degli Yezidi, che si accompagna a quello dei cristiani.