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APPROPRIAZIONE INDEBITA

Giro di vite islamico in Bagladesh

La Speciale Commissione parlamentare, incaricata dal governo del Primo Ministro Sheikh Hasina
di vagliare emendament
alla Costituzione, ha raccomandato
di mantenere l’islam come religione di Stato, di conservare l’esordio religioso nel preambolo della Carta costituzionale («nel nome di Allah, clemente e misericordioso»)
e di consentire la presenza di partiti religiosi nell’arco Costituzionale. Secondo le minoranze religiose cristiane, induiste e buddiste,
si tratta di un “cambio di rotta” dovuto alle pressioni dei gruppi fondamentalisti islamici.

Dacca (Agenzia Fides) - È una vera e propria “marcia indietro” quella operata nei giorni scorsi dal governo del Bangladesh, sul tema della laicità dello stato, riferiscono a Fides attivisti cristiani per i diritti umani che operano in loco. La Speciale Commissione parlamentare, incaricata dal governo del Primo Ministro Sheikh Hasina di vagliare emendamenti alla Costituzione, ha raccomandato di mantenere l’islam come religione di stato, di conservare l’esordio religioso nel preambolo della Carta costituzionale («nel nome di Allah, clemente e misericordioso») e di consentire la presenza di partiti religiosi nell’arco Costituzionale. Secondo le minoranze religiose cristiane, induiste e buddiste, si tratta di un “cambio di rotta” dovuto alle pressioni dei gruppi fondamentalisti islamici. Il governo, infatti, aveva annunciato nel suo programma di voler ripristinare la laicità dello stato, e di voler combattere l’estremismo religioso anche nella politica.

La mossa ha generato polemiche e disappunto nella società civile. Un’attivista cattolico di Dacca dichiara a Fides: «Il testo proposto per la modifica della Costituzione dichiara testualmente che "l’islam è religione di stato nella Repubblica, che assicura uguali diritti alle altre religioni": è una palese contraddizione e crea confusione. Intanto, come cristiani (lo 0,03% dei 160 milioni di abitanti, in larga maggioranza musulmani) ci ritroviamo a vivere diversi problemi sotto questo cosiddetto governo laico della Awami League». «Le minoranze religiose, gli intellettuali, gli attivisti della società civile – prosegue – oggi chiedono il ritorno alla Costituzione del 1972, che era di stampo laico. Il governo, che in un primo tempo si era detto disponibile, oggi ha paura delle reazioni degli islamici radicali e ha fatto un passo indietro”. Anche il governo di Hasina, rimarca, “sta facendo un uso strumentale dell’islam per assicurarsi legittimazione e consenso politico».

Il Bangladesh era stato dichiarato stato laico nel 1972, ma una serie di emendamenti costituzionali negli anni successivi e due dittature militari hanno abbandonato quel principio fino a dichiarare l’islam religione di stato nel 1988. Da quando ha assunto il potere, due anni fa, Sheikh Hasina ha pubblicamente annunciato una agenda per restaurare la laicità dello stato e reintrodurre gli originali "quattro principi" alla base della nazione: democrazia, nazionalismo, laicità e socialismo. (PA)

Agenzia Fides del 22 giugno 2011