Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
L'esortazione

Giovani, accettate di poter fallire. E riscoprite la speranza

Ascolta la versione audio dell'articolo

Oggi molti problemi dei giovani nascono dalla fragilità delle famiglie e dall’assenza di paletti morali. I genitori devono insegnare ai figli che la vita reale è fatta di gioie e dolori, educandoli alla speranza e, perciò, a uno sguardo alla vita eterna.

Editoriali 22_11_2023
Cielo (foto licenza CCO da Pxhere)

«Io non voglio altro dai giovani, se non che si facciano buoni» (san Giovanni Bosco)

Novembre: mese dei morti. Novembre ci ricorda che la vita è necessariamente una “transizione” che riguarda tutti gli esseri viventi, anche se, forse, la stragrande maggioranza delle persone non ci pensa o, almeno, tende continuamente a glissare su questa realtà, nell’illusione di “eternizzare” l’oggi e piegarlo a nostro uso e consumo.

Vi invito a seguirmi possibilmente con uno sguardo lucido e profondo, in modo da riformulare, senza lasciarci prendere dall’angoscia, un percorso educativo che accompagni i nostri ragazzi a raggiungere gli obiettivi della vita, cosa oggi molto desueta. Credo sia di fondamentale importanza, per l’essere umano e per il “suo spirito”, pensare alla morte: non come a qualcosa che metta il punto finale e definitivo al suo vivere e al suo essere, bensì come un passaggio indispensabile alla vita vera, quella eterna: cioè ad una “nuova rinascita”.

Dobbiamo sforzarci, tutti quanti, di apprendere e consolidare “l’Arte della Ristrutturazione” della persona, dei nostri ragazzi, dei nostri giovani. Tutto questo richiede uno sforzo sincero da parte degli adulti, dei genitori, degli educatori, così da “ricostruire” e “riconvertire” gli obiettivi, lo spirito, la mentalità stessa dei nostri ragazzi.

Mentre cenavo con i miei graditissimi ospiti, che hanno partecipato all’incontro mensile con i genitori dei ragazzi/e, presenti in comunità, ho ricevuto terribili notizie, riferitemi dai volontari, quasi in simultanea, di tre ragazzi – ex nostri ospiti – usciti dalla Comunità anzitempo, morti! E un’altra notizia, che mi ha lasciata di stucco, riguarda una ragazza delle nostre zone, per la quale avevamo fatto e confezionato delle bellissime bomboniere per il giorno del suo matrimonio… e dopo soli tre mesi, si è impiccata! Scioccante.

A livello nazionale tutti conoscono la notizia dei due ex fidanzatini di ventidue anni, scomparsi per alcuni giorni; proprio mentre ero a tavola, un ospite mi ha dato la notizia che, da poco, era stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin, ritrovata morta.

C’è una reale “emergenza educativa” giovanile: è impressionante il numero elevato di giovani e giovanissimi che muoiono, settimanalmente, per incidenti, suicidi, risse, violenze di genere, etc.

Soprattutto è incredibile la fragilità morale, psicologica delle famiglie e l’assenza, quasi totale, dei paletti educativi familiari! Questo significa, sia per noi che per i nostri figli, che non dobbiamo accontentarci dell’usuale tran-tran e bla-bla quotidiano ma, senza presunzione, “puntare al meglio” per i nostri figli… ne va della loro vita! Non possiamo accontentarci del perenne e mero “desiderio di cambiamento” dei nostri figli, ma farlo divenire una realtà e, questo, comporta di “riconoscere” ciò che è mancato alla loro educazione, senza afflosciarsi nella frustrazione o nei sensi di colpa, e nemmeno lasciarci prendere dalla stanchezza, per quanto possa essere normale! Ma dobbiamo continuare con pazienza e semplicità di cuore, il “cammino” della vita.

Accettare di sbagliare, accettare di fallire e perciò ricominciare, può essere un’ottima grande opportunità! Quando soffri, quando ti senti ferito, colpito e angosciato… quando sembra che non si possa più fare nulla e siamo convinti dell’assolutezza delle nostre (sbagliate) decisioni: non possiamo rassegnarci! Se riusciamo, superando questi limiti, a sconfiggere i nostri mali interiori, allora più nessuna fatica, nella vita, ci farà paura! Diceva Oscar Wilde: «Nella vita ci sono due grandi tragedie: una è non ottenere ciò che si desidera... l’altra è ottenerlo». È indispensabile, oggi più che mai, insegnare ai nostri giovani ad accettare lo sbaglio, il fallimento; l’importante è non tralasciare mai, però, di instillare e fortificare in loro il concetto della “speranza”. C’è sempre una via di superamento della sofferenza: la stessa natura ci insegna che, dopo ogni notte, c’è sempre un’alba nuova! Quindi, ricominciare, rinascere e rinsavire è possibile se si trova il coraggio di cambiare rotta, di cambiare modo di vedere le cose della vita.

La speranza è quel dono straordinario che permette di reagire di fronte alla sofferenza, all’angoscia, alle ferite, ai tormenti e alle sconfitte della vita! La speranza è quella cosa che, anche quando tutto sembra finito, irrecuperabile, dà la forza di reagire per non rassegnarsi: consente di superare paure, fatiche e limiti (proprio le stesse che hanno fatto inciampare, sbagliare e fallire) regalando una visione di vita nuova e aiutando ad affrontare le insidie del malessere odierno, con uno spirito completamente nuovo!

Ma, purtroppo, stiamo assistendo ad un continuo INDEBOLIMENTO della famiglia e della sua capacità educativa: molti, troppi genitori hanno abdicato a trasmettere ai loro figli riferimenti educativi e morali fondamentali! Di fronte ai nostri ragazzi, magari feriti, tormentati, angosciati, non siamo più capaci di insegnare “la vita reale” (e non quella virtuale del Web), quella in cui si alternano momenti dolci e sereni, con i cuori colmi di gioia, a momenti di vera e propria crocifissione e di dolore, sia esso indotto o ricevuto.

Assistiamo ad una “debolezza genitoriale” che rende tutti più vulnerabili, traducendo il ruolo educativo in un esagerato stile tollerante e concessivo. Dobbiamo eliminare dalle nostre vite discussioni e stili di vita “inutili e sognanti” che finiscono per alimentare nei nostri figli solamente il culto del “narcisismo”! Sapete, vero, che quando si parla di “narcisismo” s’intende, per il soggetto che ne soffre, un alto grado di attenzione e di amore solo per sé stesso... al punto che la persona è totalmente indifferente non solo ai bisogni degli altri, ma pure a quelli della sua famiglia!

Chiudo col rimarcare che molti problemi dei nostri ragazzi hanno origine nell’ambito familiare: gli adulti, cioè noi, siamo i principali responsabili delle angosce e dei fallimenti dei nostri figli. E, purtroppo, anche talvolta della loro morte! Non ricordo il nome, ma qualcuno scriveva che i nostri ragazzi appartengono a «una generazione che soffre di scarsa tolleranza alla frustrazione, bassa resistenza e minime capacità di adattamento. In poche parole, una generazione che faticherà a vedersela da sola col mondo là fuori, perché la verità è che, piaccia o no, la vita è per tutti una corsa ad ostacoli». Capito? Perciò, è importante, che noi educatori, genitori, adulti, ritorniamo a svolgere i nostri interventi educativi per dare una base sicura ai nostri ragazzi, per dare loro un futuro realmente più sereno! «Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare (…). Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà dispiaceri. (...) Educa tuo figlio e prenditi cura di lui, così non dovrai affrontare la sua insolenza» (Siracide 30, 2.9.13).

Troppe volte ho assistito alla prepotenza dei figli nei confronti dei genitori e altrettante volte ho assistito al silenzio dei genitori, che, invece di redarguirli e correggerli, cioè “raddrizzarli”, si sono sentiti offesi se invitati dalla sottoscritta a prendere una netta e chiara posizione di censura nei riguardi dei figli! Semplicemente invitati a “non consentire” loro di essere così maleducati, bulli e sprezzanti verso i genitori stessi.

Vuoi vedere che, ancora una volta, ha ragione l’antica saggezza biblica del Siracide? Eh sì, è proprio vero: tutto passa nella vita, eccezion fatta per la Parola di Dio.

* Suora, fondatrice della Comunità Shalom