Giornalismo a testa bassa
Le inchieste sugli affari ecclesiastici, chissà perché, riescono sempre a sollevare scandalo. È stato così anche per quanto proposto nell’ultima puntata di “Gli intoccabili” (La7)...
Le inchieste sugli affari ecclesiastici, chissà perché, riescono sempre a sollevare scandalo. È stato così anche per quanto proposto nell’ultima puntata di “Gli intoccabili” (La7, mercoledì ore 21.10), programma a cura di Gianluigi Nuzzi. L’inviato di “Libero” ha pubblicato nel 2009 il libro “Vaticano S.p.a.” e da allora non perde occasione, sul suo giornale o in tv, di tornare sull’argomento.
Stavolta Nuzzi ha proposto "un’inedita indagine sul Vaticano, tra cronaca attuale e intrighi passati”, a partire dalla testimonianza di mons. Carlo Maria Viganò, incaricato nel 2009 dal Papa di controllare tutti gli appalti e le forniture della Santa Sede nel suo ruolo di Segretario generale del Governatorato. L’alto prelato è oggi nunzio apostolico a Washington, negli Stati Uniti; la tesi del giornalista è che sia stato rimosso dal precedente incarico per impedirgli di scoprire o rivelare presunti segreti economico-finanziari gelosamente custoditi nelle stanze vaticane.
Quando è realizzata non per cercare verità ma per confermare una tesi precostituite, un’inchiesta è già viziata all’origine per poter risultare efficace e interessante. E la struttura narrativa del lungo servizio mostrato mercoledì lasciava molti spazi aperti a insinuazioni e sospetti tanto accattivanti quanto da dimostrare.
La Santa Sede ha minacciato di ricorrere alle vie legali contro “alcune accuse, anche molto gravi, fatte nel corso della trasmissione”. Quest’ultima, peraltro, ha raccolto un modesto 3,42% di share, al di sotto del 4,46% che segna la media di La7 in prima serata. Già questa, in fondo, è una risposta chiara.