Gesù non dixit? Allora anche Napoleone e Maometto...
Povero Cristo, poteva usare un po’ più di «discernimento». Ha voluto affidarsi alla sola testimonianza orale? Ben gli sta. Macché, ha soffiato in faccia agli Apostoli lo Spirito Santo, affinché trascrivessero con precisione. La Chiesa è sempre stata un faro, ma se il faro diventa una boa disancorata a che serve? Bella domanda.
Com’è noto, al tempo di Gesù non c’erano i registratori, perciò non sapremo mai che cosa abbia veramente detto. Per lo stesso motivo non sapremo mai se davvero sia esistito Alessandro Magno o se Giulio Cesare fosse un mito solare. Non c’era nemmeno la fotografia, a quei tempi.
E, anche se ci fosse stata, gli ebrei non avrebbero potuto usarla, stante il divieto mosaico di raffigurare esseri viventi. Stanti le conoscenze scientifiche del tempo, melegrane e foglie di fico erano considerate natura morta, talché le riproducevano in oro perfino nel Tempio. Oggi, invece, sappiamo che i vegetali sono vivi. In fondo, che cosa abbiamo di Napoleone? Testimonianze orali e scritte, più qualche quadro oleografico e qualche statua nuda.
Tutto roba falsificabile. Il Corano? Mica l’ha scritto Maometto, ma è stato messo insieme, a memoria, dopo la sua morte, da discepoli. Infatti, le «sure» sono compilate in ordine di lunghezza, tanto per dargliene uno, di ordine. Perciò, non sapremo mai che cosa ha veramente detto il Profeta. Ma chi glielo dice ai musulmani? Comunque, a noi interessano i cristiani; anzi, i cattolici.
Il capo dei gesuiti ha in pratica detto che il re è nudo, e non sapremo mai come vestirlo con esattezza. Anche la faccia di Gesù è probabile, tant’è che la Bbc qualche tempo fa ci mostrò una ricostruzione «palestinese» (sapete, quella disciplina modernissima che, partendo da un cranio, ricostruisce con molta approssimazione le fattezze del volto) che somigliava a un neanderthaliano. Gesù patì sotto Ponzio Pilato? Boh.
Nemmeno Giuseppe Flavio è chiaro sul punto, tant’è che si parla di pia interpolazione. Anzi, a dirla tutta, non abbiamo prove che Gesù sia morto in croce. Mi voglio rovinare: non si sa nemmeno se sia esistito veramente. Eh, non c’erano i registratori né le telecamere. Di più: se ci fossero stati, che cosa avrebbero «provato»? Come tutti sanno, le registrazioni, le foto e le immagini riprese possono essere tranquillamente falsificate. Perciò, ha ragione Umberto Eco e, prima di lui, Guglielmo di Occam: nomina nuda tenemus, e niente altro.
Se Cristo aveva voluto evitare che finissimo sotto schiaffo di una casta autocooptata ha fallito in pieno. Povero Cristo, poteva usare un po’ più di «discernimento». Ha voluto affidarsi alla sola testimonianza orale? Ben gli sta. Macché, ha soffiato in faccia agli Apostoli lo Spirito Santo, affinché ricordassero (e trascrivessero) con precisione.
Miracolo per miracolo, poteva dotarli di un registratore all’adamantio (il metallo che rende indistruttibile Wolverine) che avrebbe sfidato i millenni e ci avrebbe riportato le sue esatte parole riguardo al divorzio, risparmiandoci duemila anni di faticoso «discernimento». Ma chissà se davvero Gesù è esistito, e non sia invece una «rielaborazione tardiva della comunità». Tanto tardiva che ancora oggi dibatte e si dibatte. La Chiesa è sempre stata un faro, ma se il faro diventa una boa disancorata a che serve? Bella domanda.