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svolta politica

Germania, la CDU sui migranti sceglie il ritorno al realismo

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Respinta per pochi voti la legge restrittiva sull'immigrazione, il leader democristiano Merz si attira una pioggia di critiche da sinistra e dalla Merkel per l'apertura alla destra di AfD. Ma a poche settimane dal voto prevale nei sondaggi.

Esteri 01_02_2025
La Presse (AP Photo/Michael Sohn, pool)

In Germania si è vissuta una settimana al cardiopalma con i partiti di centrodestra contro il resto dei partiti tradizionali sull’immigrazione: i democristiani della CDU/CSU hanno approvato mercoledì e con il voto favorevole dell’AfD (Alternativa per la Germania), dapprima una risoluzione per inasprire le norme sull’immigrazione e i rimpatri salvo poi vedersi bocciare la nuova legge restrittiva, solo per un pugno di deputati, ieri, a 4 settimane dalle elezioni politiche. Pochi voti, qualche assenza di troppo e la ripicca di Angela Merkel hanno frenato temporaneamente il successo della nuova collaborazione CDU/CSU e AfD sulle emergenze del paese. 

In ogni caso, al di là delle tensioni interne e delle polemiche tra i partiti tedeschi, la CDU/CSU di Merz pare aver capito di non poter governare con i fallimentari Socialisti di Scholz, né con i sinistri Verdi di Annalena Baerbock e dunque, ci si prepara a un possibile governo di minoranza a maggioranze variabili che su alcuni temi, tra cui l’immigrazione e le modifiche all’estremismo ambientalista, possa concordare tacitamente decisioni e provvedimenti con la destra patriottica di AfD.

Il voto di ieri era stato chiesto dal leader CDU Friedrich Merz, che ha ribadito anche nel dibattito al Bundestag come la nuova stretta legislativa fosse una risposta necessaria a una serie di omicidi e alla diffusa insicurezza nei luoghi pubblici da parte di immigrati. Una mozione non vincolante che ne riassumeva i contenuti era stata invece approvata dal parlamento mercoledì scorso 29 gennaio, grazie al sostegno dei parlamentari di AfD, provocando un'ondata di proteste da parte delle sinistre di piazza, dei politici dei partiti tradizionali di sinistra e persino di Angela Merkel.

Andiamo con ordine. Il voto di mercoledì scorso ha segnato un cambiamento significativo nella politica tedesca, poiché è la prima volta che un partito tradizionale collabora con il partito di destra, accettandone i voti a sostegno della mozione in risposta al tragico attacco con coltello in cui sono rimasti uccisi un bambino di 2 anni e un uomo di 41 anni la scorsa settimana nella città di Aschaffenburg. Per inciso, l'autore dell'attacco di Aschaffenburg era un richiedente asilo afghano che avrebbe dovuto essere deportato.

Mercoledì erano stati 348 parlamentari a sostenere la proposta, 345 vi si erano opposti e dieci si erano astenuti, su 703 presenti al voto. Nel testo si chiedevano controlli permanenti alle frontiere e il respingimento di migranti illegali e richiedenti asilo alle frontiere. Nel dibattito il cancelliere Olaf Scholz (SPD) aveva criticato la CDU/CSU per aver commesso un errore «imperdonabile» e richiamato il leader democristiano Friedrich Merz per aver infranto la sua precedente promessa di non collaborare con l’AfD. Stessi strilli da parte dei Verdi che evidentemente immaginavano di poter congelare il voto del prossimo febbraio, impedendo ai vincitori della CDU/CSU di poter costituire maggioranze alternative ai propri desideri particolari.

Alle strumentali accuse rivoltegli, Merz aveva risposto con chiarezza che ogni tentativo di cercare una mediazione con i partiti al governo era fallito e, come ha ribadito ieri, pur non volendo collaborare permanentemente con l’AfD, non vuole «ignorare in modo permanente la volontà della maggioranza della popolazione". Infatti, un recente sondaggio di DeutschlandTrend dimostra che il 67% dei tedeschi è d'accordo con il respingimento dei migranti alla frontiera e ritiene importante affrontare con decisione il problema dei crimini commessi dagli stranieri».

Dopo questo voto favorevole di mercoledì, come accennato, era scesa in campo Angela Merkel che aveva criticato la scelta di accogliere i voti della destra sulla mozione, e aizzando così le polemiche anche da parte di altri esponenti democristiani, tra cui il sindaco di Berlino Kai Wegener. Non si può dimenticare però che proprio le politiche migratorie tedesche dell'ultimo decennio si sono rivelate disastrose, sia per le decisioni del governo guidato dalla CDU/CSU di Angela Merkel nel 2015 e poi l’esecutivo di sinistra di Scholz, da noi descritte su queste pagine e che hanno concesso l'ingresso a milioni di migranti da tutto il mondo, molti dei quali non avevano documenti per dimostrare di essere veri richiedenti asilo.

A favore del leader democristiano Merz oltre alle consolidate previsioni elettorali che vedono al 30% la CDU/CSU, al 23% l’AfD ed in caduta libera i Socialisti al 15%, anche un recente sondaggio dimostra che ben il 48% degli intervistati è d'accordo con la partecipazione dell'AfD nel promuovere leggi migratorie più severe, mentre solo un terzo afferma che la cooperazione dovrebbe essere rifiutata. È vero, il Bundestag tedesco ha respinto ieri e per pochi voti la "Legge sulla limitazione dell'afflusso" dei migranti che voleva inasprire le norme esistenti in materia di immigrazione con 350 parlamentari contrari, 338 favorevoli e 5 astenuti su 693 presenti al voto, ma l’intelligente politica delle "mani libere" di Friedrich Merz potrebbe finalmente portare la Germania fuori dalle secche politiche del Novecento e promuoverne un rinnovato protagonismo economico anche in Europa, dopo il record di disoccupazione provocato dai fallimenti di Socialisti e Verdi.



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