Genova, fila unica ai seggi
In un seggio di Genova si poteva leggere questo cartello: «La fila è unica e non distinta per genere».

Elezioni amministrative. In un seggio di Genova il presidente del seggio ha esposto il seguente cartello: «La fila è unica e non distinta per genere. Questo è un seggio accessibile, inclusivo e rispettoso delle identità trans e non binarie». E sotto una bella bandiera LGBT.
Alcune riflessioni. Primo: esistono gli uomini e le donne. Le persone non binarie esistono solo nella mente di persone ideologizzate. Secondo: un emendamento al decreto elezioni ha abolito la distinzione delle liste degli elettori per sesso, ma non per motivi ideologici, ma per motivi di efficienza nelle procedure di voto e di scrutinio. L’emendamento non è ancora entrato in vigore. Terzo: la legge 164/1982 sulla rettificazione sessuale non prevede un terzo sesso o un sesso neutro. Nemmeno per la legge esistono persone non binarie. Il transessuale per la legge o è maschio o è femmina.
Quarto: la Cassazione l’anno scorso, con la sentenza n. 9428, si era pronunciata su un caso che riguardava alcune persone che non si riconoscevano né come maschi né come femmine e che lamentavano disagio nel presentarsi alle urne dato che non c’era una fila pensata per loro. In merito alla suddivisione delle liste degli elettori per sesso i giudici così scrissero: «Non è chiaro in quale modo la suddivisione cartolare degli elettori a seconda del genere potrebbe conculcare tale diritto in capo ai soggetti che non si riconoscano né nel genere maschile, né in quello femminile, posto che nessun pregiudizio sul diritto di voto può ipotizzarsi o è previsto da una qualche norma quale conseguenza della suddetta mancata immedesimazione di genere».