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ALTO ADIGE

Genitori attenti, quel diario è propaganda gay

Quale luogo è migliore di un diario per fare proselitismo tra i giovani? Questo devono aver pensato gli ideatori dell’agenda “Dai”, edizioni Raetia, in gran parte dedicata alla promozione di temi legati all’omosessualità, la transessualità e la bisessualità. L’agenda è venduta in Alto Adige ed è rivolta a studenti che vanno dalle elementari alle superiori, come lasciano intendere i manifesti promozionali affissi nelle cartolerie. Il diario gay è già diventato un caso politico.

Educazione 09_09_2016
Il bacio gay sul diario scolastico in distribuzione in  Alto Adige

Prima ancora dei libri di testo, l’alunno che si appresta a cominciare l’anno scolastico si dota di uno zaino e di un diario dove annotare quotidianamente avvisi, orari delle lezioni, compiti per casa, note e giustificazioni. Mai finora l’agenda dello studente aveva assolto a funzioni divulgative di stampo ideologico, almeno in una democrazia. 

Ma quale luogo intimo e personale è migliore di un diario per fare proselitismo tra i giovani? Questo devono aver pensato gli ideatori dell’agenda "Dai", edizioni Raetia, in gran parte dedicata alla promozione di temi legati all’omosessualità, la transessualità e la bisessualità. L’agenda è venduta in Alto Adige, dove, come di consueto, le scuole hanno aperto i battenti in anticipo sul resto d’Italia, ed è rivolta a studenti che vanno dalle elementari alle superiori, come lasciano intendere i manifesti promozionali affissi nelle cartolerie, sui quali appare l’immagine di una bambina che avrà al massimo dieci o undici anni. 

Nella pubblicazione ci sono continui rimandi al circolo dell’Arcigay locale, che ha collaborato alla stesura del progetto e i giorni dell’anno sono continuamente cadenzati da ricorrenze che vengono forzatamente ricollegate a questioni legate al mondo omosessuale. Si comincia con il ricordare ai ragazzini e alle ragazzine che l’11 ottobre si festeggia il “Coming out Day” e si propone un “Queer Format”, ossia un progetto - che le scuole e i centri giovanili possono chiedere di attuare - in cui è possibile entrare a contatto con giovani omosessuali, per rivolgere domande sulla loro quotidianità e sui pregiudizi con cui si confrontano. Si passa poi al 12 novembre in cui, alla voce “Young&Queer”, si invitano gli studenti, ogni secondo sabato del mese alle ore 20:00, all’incontro del gruppo giovani (sul sito si precisa che trattasi di festa privata riservata agli under 28), presso la sede di Centaurus. Il diario ricorda, poi, la celebrazione della Giornata Mondiale della Tolleranza, fissata il 16 novembre, attraverso il disegno di un esplicito bacio gay tra due uomini.

Molte di queste pagine invitano, inoltre, lo studente a compilare il “Questionario etero” che si trova nel diario e che aiuta a comprendere la vera natura della propria eterosessualità. Le domande tradotte dal tedesco sono più o meno di questo tenore: «Da dove credi che venga la tua eterosessualità?»; «Quando e perché hai deciso di diventare eterosessuale?»; «Sei etero a causa di una fobia per uomini del tuo stesso genere?»; «Ti assumeresti la responsabilità di non trasmettere ai tuoi figli dottrine eterosessuali? Potrebbero poi risultarne disturbati»; «Considerando il sovrappopolamento, è davvero una cosa così furba, che tutti siano etero?»; «Se esistesse una possibilità di variare la tua eterosessualità (elettroshock, medicine, esorcismi), la prenderesti in considerazione?»; «Vorresti che i tuoi bambini fossero eterosessuali anche se ciò comporta molti problemi?».

Le domande sono volutamente fuori luogo, alcune di esse alludono alle teorie riparative e alle discriminazioni che la comunità gay denuncia di aver subito, il tutto sulla falsa riga di una forte provocazione che mette l’alunno eterosessuale in una posizione di minoranza perseguitata. Il tutto senza considerare che questo diario, come dicono molte testimonianze, è andato e andrà fra le mani di molti bambini che non sono grado codificare un messaggio così provocatorio. 

Certo, nessuno obbliga a genitori e alunni a comprare questo diario si potrebbe obiettare dopo un’analisi superficiale della vicenda. Peccato, però, che si tratti di un lavoro di gruppo, cui hanno collaborato, tra gli altri, il liceo Pascoli di Bolzano, il liceo artistico Cademia di Ortisei, la scuola alberghiera "Kaiserhof" di Merano, il circolo Arci-gay Centaurus, l’associazione Campo profughi Ex casa del lavoratore a Merano e la Federazione Cooperative Raiffeisen dell’Alto Adige-Sud Tirol. L’opera assume quindi una veste quasi istituzionale che può confondere i genitori meno informati. Sorprende, infine, la collaborazione con Young Caritas, la branca giovanile della Caritas di Bolzano che, fino a prova contraria, avrà probabilmente partecipato al progetto senza essere conoscenza delle reale natura del prodotto editoriale. 

Tuttavia, l’intento propagandistico del diario è stato colto benissimo da numerose famiglie che lo hanno acquistato in questo scampolo di fine estate. In meno di una settimana sono decine, infatti, le segnalazioni arrivate a Giovanna Arminio, consigliera nella circoscrizione di Bolzano “Europa Novacella” per il movimento Popolo della famiglia (Pdf). Martedì scorso, la Armino è stata la prima diffondere la notizia con comunicato in cui ha annunciato che chiederà agli assessori provinciali competenti e al sindaco Caramaschi di procedere alle verifiche del caso e al ritiro del diario. La stessa Arminio ha confermato alla Bussola, che intende attivare alcuni consiglieri comunali per presentare una mozione in consiglio comunale. 

Molte altre segnalazioni sono arrivate anche a un altro membro del Consilio di quartiere “Europa Novacella”, Diego Salvadori della lista Alto-Adige nel cuore e vicino al Movimento Generazione famiglia, il quale conferma lo stato di confusione e disagio da parte dei genitori che, ignari dei contenuti veicolati, hanno regalato questa agenda ai loro figli: «Mi ha chiamato una famiglia di Laives che ha comprato il diario al figlio che frequenta le scuole medie. Un acquisto che i genitori dicono di aver fatto sulla fiducia, visto che non si tratta della prima edizione del “Dai” e sicuri del fatto che la partecipazione di molte scuole nella stesura del diario fosse una garanzia da ogni punto di vista». 

Giovedì Salvadori ha concordato con Alessandro Urzi, capo gruppo di Alto-Adige nel cuore in Consiglio provinciale, un’interrogazione al presidente e alla giunta della Provincia di Bolzano. Nel testo si chiedono spiegazioni in merito alla collaborazione degli istituti scolatici sopracitati; se tale partecipazione sia avvenuta nel contesto del piano formativo; se il progetto sia stato condiviso con le rappresentanze dei genitori e se la pubblicazione abbia fruito direttamente o indirettamente di fondi pubblici.