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testimonianza

Gänswein su Ratzinger: "Una gentilezza più solida del marmo"

Il neo-nunzio apostolico è intervenuto al primo Benedikt XVI. Forum ad Altötting. 

Borgo Pio 18_07_2024
Pool Vaticano - IMAGOECONOMICA

Altötting è sede di un santuario mariano rimasto nel cuore di Benedetto XVI, che nacque a pochi km da qui, a Marktl am Inn. Dal 10 al 14 luglio Altötting ha ospitato il primo Benedikt XVI. Forum, nel corso del quale è intervenuto anche mons. Georg Gänswein. Il neo-nunzio apostolico ha celebrato la Messa pontificale la sera del 13 luglio e l'indomani ha parlato del "Ratzinger privato", intervistato per un'ora da Andreas Thonhauser, di EWTN News. Il National Catholic Register offre alcuni significativi stralci della testimonianza di Gänswein, che ancora una volta ribadisce quanto fossero infondati gli stereotipi sul Panzerkardinal: «Bastava guardarlo negli occhi per vedervi la gentilezza, una gentilezza chiara e risoluta, che a volte può essere più solida del marmo»

Plasmato nella semplicità del quotidiano: è questa forse la prima immagine di Ratzinger emersa dalle parole del suo segretario. «Scriveva, predicava e parlava nel modo in cui viveva la sua fede: in modo semplice, chiaro e convincente». Una "linearità" vissuta anche «nel suo stile di vita e nella sua vita spirituale, un figlio fedele della Chiesa: Santa Messa, Rosario, breviario, lettura spirituale, niente di straordinario. Questa continuità, indipendentemente dalle circostanze, lo ha plasmato».

Devozione «chiara e cristallina», come il Rosario che i due pregavano insieme: una preghiera apparentemente ripetitiva: «Quando reciti regolarmente il Rosario con qualcuno, la preghiera rimane la stessa: è una preghiera meditativa che si ripete. Ma pregare insieme ti forma e ti lega, specialmente in circostanze difficili. La preghiera condivisa alla Madre di Dio ha avuto un profondo impatto su di me, dandomi un grande sostegno».

Una vita semplice, regolare e armoniosa come uno spartito musicale – per citare una delle passioni più note di Benedetto XVI – era forse il segreto per affrontare le tempeste, come la spinosa questione degli abusi e infine il rapporto di Monaco su cui fu chiamato in causa il 95enne Papa emerito nell'ultimo anno di vita: «Gli chiesero se avrebbe partecipato. Lui rispose immediatamente: "Certo che parteciperò. Non ho nulla da nascondere"». Ma soprattutto per affrontare serenamente la morte: «La affrontò con la stessa chiarezza e semplicità che caratterizzarono la sua vita. Nelle sue ultime settimane, fu pacifico e accondiscendente, senza mostrare alcuna paura della morte. Fino alla fine, la sua anima e il suo cuore furono lieti».