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INDISCREZIONI

Fratellanza umana per la terza enciclica in arrivo

Numerosi sono gli indizi che lasciano prevedere una prossima pubblicazione della terza enciclica cinque anni dopo la Laudato si'. Al centro del nuovo documento papale dovrebbe esserci il tema della fraternità umana, lo ha detto recentemente anche il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, ma non solo...

Ecclesia 31_08_2020

Ci ha pensato monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, a dare una sponda autorevole alle voci che circolano da tempo sull'imminente pubblicazione della terza enciclica del pontificato bergogliano. Lo ha fatto pochi giorni fa nel corso della conferenza di presentazione di una Carta d'Intenti firmata in vista dell'anniversario degli 800 anni dal primo presepe di Greccio. "Si vocifera - ha affermato il presule alla presenza dei giornalisti locali - che il papa stesso emanerà un'enciclica sul tema della fratellanza umana".

A lasciar pensare che le parole di Pompili siano qualcosa di più di un semplice rumor riportato è una circostanza temporale non irrilevante: solamente pochi giorni prima della conferenza, infatti, il vescovo aveva avuto modo di parlare al telefono con il papa per il quarto anniversario del terremoto che distrusse Amatrice ed Accumoli. Ma ci sono anche altri indizi che lasciano prevedere una prossima pubblicazione della terza enciclica cinque anni dopo la Laudato si'. Di fraternità umana, ovvero del tema che - secondo le voci sempre più insistenti - dovrebbe essere al centro del nuovo documento papale, ha parlato recentemente il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. Lo ha fatto in un'intervista concessa a Carlo Di Cicco, ex vicedirettore de L’Osservatore Romano voluto da Benedetto XVI nel 2007, per il think tank magazine dell'associazione culturale "Riparte l'Italia". L'importanza dell'intervista è stata certificata dallo spazio che ha trovato sull'edizione cartacea di ieri del L'Osservatore Romano, il quotidiano "controllato" dalla prima sezione della Segreteria di Stato.

Quella del cardinal Parolin è innanzitutto una riflessione sulle sfide che attendono la Chiesa nel mondo travolto e stravolto dalla pandemia. Il primo ministro del papa ha voluto evidenziare quelli che ha definito "alcuni pericoli apparsi nella lotta contro la pandemia" come "il prevalere di approcci antropologici riduttivi che, concentrandosi sulla salute corporea, rischiano di considerare di fatto trascurabili le dimensioni spirituali". Secondo il porporato veneto, "nella situazione di drammatica emergenza che abbiamo vissuto, si è palesato il limite di un’interpretazione delle questioni sanitarie secondo paradigmi esclusivamente tecnici che ha praticamente negato alcuni bisogni fondamentali, ad esempio ostacolando la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi".

Per scongiurare il rischio di una fede viralizzata, la speranza espressa da Parolin è che l'"arsura di sacramenti e di comunità" provocata nei fedeli durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria a causa delle Messe senza popolo possa aver alimentato in loro "una maggiore consapevolezza della vita sacramentale, unitamente al desiderio e all’attesa di una più viva partecipazione alla liturgia, culmine e fonte di tutta quanta la vita della Chiesa". Ma oltre a ciò, l'intervista realizzata da Di Cicco può essere interpretata come una sorta di anticipazione di quelli che saranno i temi trattati nella possibile enciclica sulla fratellanza umana, indicata come antidoto ai mali dell'umanità pre e post-Covid: potrebbe essere non casuale, dunque, il rimando alla Laudato si’, l'ultima enciclica pubblicata, e al passaggio citato sull'"interdipendenza (che) ci obbliga a pensare a un solo mondo, a un progetto comune". 

La Chiesa, ha detto il Segretario di Stato all'ex vicedirettore del L'Osservatore Romano, non può "rinunciare ad affermare le esigenze della giustizia, del servizio del bene comune, del rispetto della dignità del lavoro e delle persone nell’attività economica" ma "non deve farlo ritenendosi trionfalisticamente al di sopra degli altri, ma come compagna di cammino dell’umanità, che aiuta a trovare la buona strada grazie al Vangelo e al retto uso della ragione e del discernimento". La strada individuata dai vertici della Chiesa per uscire dalla crisi esasperata dalla pandemia è quella della "cooperazione per il bene comune universale", un concetto che richiama il documento sulla fratellanza umana firmato durante la visita papale negli Emirati Arabi avvenuta più di un anno fa.

D'altra parte, secondo i rumours in circolazione, lo spirito della Dichiarazione di Abu Dhabi siglata da Francesco insieme al Grande Imam di al-Azhar potrebbe influenzare l'enciclica in arrivo. Non è un mistero che il pontefice abbia investito molto sul documento i cui contenuti spera di veder trasformati in una realtà tangibile al punto da costituire un Comitato Supremo per la Fratellanza Umana per la sua attuazione. E proprio ricevendo a fine luglio il segretario generale di quest'organismo a Santa Marta, Mohamed Mahmoud Abdel Salam, Bergoglio ha detto di considerare il documento firmato con il Grande Imam - di cui l'uomo è stato consigliere - una "fonte di ispirazione".