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DERIVA CONTINUA

Francia, nuovi attacchi contro vita e famiglia

Quattro decisioni inquietanti nel giro di una settimana nella Francia di Macron. Il via libera dell’Assemblea Nazionale alla contraccezione gratuita fino a 25 anni, la riforma dell’adozione aperta alle coppie conviventi, il commercio di gameti promosso dall'Abm e il processo a Catholic Renaissance per aver pubblicato un documento firmato da cardinali e vescovi.

Esteri 28_10_2021

La deturpazione a cui viene sottoposta la Francia di Macron non si ferma. Nell’ultima settimana quattro decisioni inquietanti.

La prima. Il 20 ottobre, l’Assemblea Nazionale ha iniziato l’esame della legge sul finanziamento della sicurezza sociale per il 2022, con l’inclusione nel testo dell’estensione della contraccezione gratuita fino ai 25 anni (esiste già sino ai 18 anni). Il ministro della Salute Olivier Véran aveva già annunciato a settembre che la misura sarebbe stata estesa (vedi qui il commento della Bussola). Il governo ha anche presentato un emendamento al suo testo per coprire completamente il costo di una consultazione sulla salute sessuale per i giovani uomini sotto i 25 anni. L’obiettivo è quello di promuovere l’uso dei contraccettivi per gli uomini.

Il costo dell’estensione della misura si aggirerà tra i 2,3 e 3,7 milioni di euro l’anno per i tre milioni di giovani donne che ne saranno potenzialmente interessate dal 1° gennaio 2022, mentre il costo totale del provvedimento è di 21 milioni di euro l’anno. L’assicurazione sanitaria coprirà il 100% dei costi della contraccezione: pillole e impianti contraccettivi, diaframmi e contraccezione ormonale di emergenza (dunque anche le “kill pills” a danno degli embrioni di bimbi concepiti). Le misure relative alla gratuità della contraccezione sono state votate all’unanimità nella notte tra il 22 e il 23 ottobre, il testo dell’intera legge sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS) è stato approvato il 26 ottobre. Ora si dovrà attendere il voto del Senato.

Seconda decisione inquietante. La riforma dell’adozione, promossa dalla deputata macroniana Monique Limon, è stata approvata dal Senato francese lo scorso 21 ottobre. La promotrice del progetto di legge sull’adozione ritiene che il matrimonio non sia “una garanzia di stabilità” per i bambini, dunque propone che un orfano possa essere adottato da una coppia convivente. Un’opinione che esula dalla realtà, visto che i dati francesi mostrano che il matrimonio è di gran lunga più stabile rispetto ai Pacs e alle unioni civili (che non tutelano i figli se la coppia si separa). La nuova legge, se passerà definitivamente, consentirà dunque l’adozione di bambini da parte di coppie unite in unione civile, una decisione di cui potrebbero beneficiare anche coloro che promuovono il commercio di bambini attraverso la maternità surrogata, questo il pericolo denunciato dalla Manif pour tous. Altro che interesse superiore del bambino. Siamo di fronte al primo aggiramento dei divieti sulla maternità surrogata per i maschi, uno dei pochi limiti dell’infausta Legge sulla bioetica approvata l’estate scorsa. Il Governo Macron ha deciso di chiedere la procedura accelerata e la votazione finale del testo all’Assemblea Nazionale per il prossimo 3 novembre.

Tre. L’Agence de la biomédecine (Abm) francese il 21 ottobre ha lanciato la sua campagna pubblicitaria per promuovere la donazione di gameti, ovociti e sperma. Non una parola. Bella musica, lacrime, apparente gioia e un test di gravidanza con la scritta: “Grazie” (qui lo spot). L’entrata in vigore lo scorso settembre della “Pma per tutti” ha aumentato la domanda di bambini e “in poche settimane abbiamo ricevuto tante richieste quante quelle ricevute negli ultimi cinque anni”, ha detto il 20 ottobre a Le Parisien la professoressa Catherine Guillemain, responsabile del dipartimento di biologia riproduttiva dell’ospedale di Marsiglia. L’abolizione dell’anonimato dei donatori, inclusa nella Legge sulla bioetica, sta mettendo in pericolo le “vocazioni” dei donatori e gli stock esistenti di gameti umani non possono essere utilizzati senza l’accordo con i donatori. La campagna pubblicitaria dell’agenzia pubblica francese si propone l’obiettivo principale di “aumentare il numero di donazioni annuali per soddisfare i bisogni dei beneficiari, in tutta la loro diversità”. Intrise di retorica altruistica le testimonianze raccolte dai due siti legati all’Abm, dondovocytes.fr e dondespermatozoides.fr; molto poco si dice sui rischi per la salute delle donne che donano, solo un breve accenno sugli effetti indesiderati che sarebbero “generalmente non gravi”. Uomini come allegri onanisti, donne ‘fattrici’ senza tutele e figli senza madri e/o padri biologici.

Quattro. L’associazione Catholic Renaissance è sotto processo per aver citato un pensiero che si fonda su un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il processo al direttore dell’associazione, Jean-Pierre Maugendre, è iniziato il 18 ottobre davanti alla XVII camera del Tribunale correzionale di Parigi. La denuncia è stata presentata da tre associazioni Lgbti: Stop homophobia, Mousse e Adheos. L’accusa è di “aver provocato la discriminazione delle persone Lgbti per il loro orientamento sessuale” per un articolo pubblicato, il 13 giugno 2019, dal titolo “La Chiesa del Dio vivente: colonna e sostegno della verità”. Il testo non era altro che la traduzione francese del documento elaborato e firmato il 10 giugno precedente dal cardinale Raymond Burke, patrono dell’Ordine di Malta, il cardinale Janis Pujats, arcivescovo emerito di Riga, mons. Tomasz Peta, arcivescovo di Maria Santissima in Astana, mons. Jan Lenga, arcivescovo emerito di Karaganda, e mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana.

Nel loro documento i presuli, sulla base di un concetto espresso nella nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 3 giugno 2003 (Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali), affermavano: “Il potere statale non può stabilire unioni civili o giuridiche tra due persone dello stesso sesso che imitino chiaramente l’unione del matrimonio, anche qualora non ricevano il nome di matrimonio, poiché dette unioni indurrebbero le persone che le contraggono a un grave peccato, e sarebbero causa di grave scandalo per il prossimo”. L’udienza del 18 ottobre si è svolta in un clima sereno, la sentenza sarà pronunciata il 23 novembre.

Queste le ultime decisioni, che confermano la preoccupante deriva della Francia. Non c’è alcuna felicità in questo uomo nuovo e il Governo Macron assume le fattezze di un nuovo Leviatano che impone, con i mezzi moderni, una società atea, anticristiana e inumana.